Avezzano – Due anni di intercettazioni con l’individuazione di decine e decine di episodi di acquisto di dosi di cocaina, la prossimità al sottobosco di spacciatori, per lo più di origine magrebina. Queste, secondo gli inquirenti, le risultanze dell’attività investigativa nei confronti di B.A., 40 anni, residente a Luco dei Marsi, iniziata come parte di una ben più ampia indagine antidroga che il Corpo Forestale dello Stato ha condotto nei territori di Luco dei Marsi e di Trasacco tra il settembre 2011 e il dicembre 2013.
Ad attirare l’attenzione degli agenti del Corpo Forestale, le frequenti telefonate e incontri intercorsi tra B.A.e diversi pregiudicati di nazionalità marocchina, rilevati nell’ambito di una larga rete di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Gli investigatori si resero ben presto conto del fatto che molto spesso tali conversazioni facevano riferimento, con perifrasi e parole in codice, alla sostanza stupefacente.
Ben 21 gli episodi contestati, che rendevano evidente che l’oggetto della conversazione fosse verosimilmente cocaina; il quarantenne luchese fu accusato di detenzione di cocaina ai fini di spaccio, sebbene non fossero stati effettuati riscontri sulla sostanza eventualmente ceduta, o chiarito se la acquistasse per uso personale o per cederla a terzi, e in tal caso a chi.
All’esito dell’udienza preliminare, acquisite le prove documentali di segno contrario, è stato dimostrato che B.A. è soltanto un assiduo frequentatore di persone vicine al mondo delle sostanze stupefacenti, e per questo, nonostante la richiesta di rinvio a giudizio da parte dell’organo della pubblica accusa, è stato prosciolto dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Avezzano, dott.ssa Francesca Proietti, per non aver commesso il fatto.
La difesa è stata rappresentata dall’avvocato Roberto Verdecchia del foro di Avezzano.