Avezzano – Le imprese del commercio e dell’artigianato sono da sempre le prime “vittime” della questione sicurezza in quanto si richiede loro di esercitare la propria attività in condizioni sempre più difficili e precarie, anche a livello di sicurezza, appunto, e di rischio.
Gli esercizi commerciali, per la loro elevata presenza sul territorio, la presenza di denaro contante e il contatto diretto con il pubblico, sono fra le attività economiche più esposte al rischio di atti criminali ed in particolare di rapine.
È una responsabilità non indifferente che va presa sul serio.
Sempre più spesso, ed in particolare le ultime notizie di cronaca, riportano fatti di rapine e furti ai danni delle attività imprenditoriali.
Proprio di pochi giorni fa è la notizia del furto gravissimo avvenuto in una nota impresa di lavorazione del legname di Avezzano, di proprietà di uno stimato Dirigente Confesercenti, Marcaurelio Albano, che ha creato ingenti danni a livello economico, destabilizzando un’attività di rilevante valore e fama.
Il Presidente Provinciale Confesercenti, Domenico Venditti, si dichiara estremamente rammaricato per l’accaduto e per tutti gli altri fatti similari che accadono costantemente alle imprese.
Il reato che “va per la maggiore” e che desta più preoccupazione per gli esercenti di ogni tipologia di attività commerciale è sicuramente la rapina, sia per il doppio aspetto di delitto contro la proprietà e contro la persona, sia per le conseguenze anche tragiche che potrebbero derivarne.
“Per questo è importante parlare di sicurezza con più lucidità – continua il Presidente Domenico Venditti – senza la fretta delle situazioni di emergenza e, soprattutto prima che si arrivi a morti e feriti. Per fare ciò, però, è necessario non abbassare la guardia assumendosi un impegno durevole e concreto. Un impegno per debellare il diffuso senso di insicurezza che dilaga sempre di più, ogni giorno, tra le imprese, piccole, medie o grandi che siano, e di conseguenze, sulla persona di chi le tiene in vita: gli imprenditori”.
Sono commercianti ed artigiani le categorie più a rischio, che per mestiere stanno in mezzo alle persone, spesso vittime dell’illegalità a causa della loro esposizione e tuttavia sempre pronti al loro dovere specialmente se questo riguarda la tutela dei clienti, dei dipendenti, delle loro famiglie. Quello che bisogna affrontare è un problema di sicurezza complessivo, che include la microcriminalità e il crimine organizzato, ma anche l’abusivismo, la contraffazione, l’usura, l’estorsione. La giusta direzione è quella di ridurre le distanze e di agire concretamente per la prevenzione e repressione del crimine, anche di piccole dimensioni.
Da soli, però, non si vince. Ognuno deve fare la propria parte, a partire dalle Istituzioni, coordinate con le Forze dell’Ordine.
La collaborazione tra Istituzioni, Forze dell’Ordine e Imprese insieme ad alcuni semplici accorgimenti potrebbero aiutare a prevenire il verificarsi di tali condotte criminose o, eventualmente, a ridurre al minimo i rischi per l’incolumità delle persone (e imprese) coinvolte.