Il sole sorge da dietro le montagne ed illumina la valle del Fucino; la Bella Addormentata si staglia, con il suo profilo tagliente, verso il cielo sereno mentre laggiù, nella Marsica, gli uomini si svegliano per ricominciare un altro giorno di lavoro dove la terra profuma di ortaggi. Questo probabilmente è quello che ha ispirato molti scrittori e li ha spinti a scrivere della nostra bella terra d’Abruzzo.
Tutti i racconti ed i romanzi dello scrittore Ignazio Silone sono ambientati nella Marsica ad eccezione de La volpe e le camelie ambientato in Canton Ticino. I temi della cospirazione politica e i personaggi più significativi, per lo più contadini del Fucino, caratterizzano la sua penna. Fontamara racconta le vicende degli abitanti di un povero paese della Marsica, in cui il protagonista, Berardo Viola, rappresenta l’esigenza e il forte desiderio di riscatto “degli ultimi”. La prima pubblicazione in italiano fu disponibile all’estero dal 1933, in Italia invece soltanto a partire dal 1947. Tra le sue opere più vicine alla Marsica figurano anche Il segreto di Luca, pubblicato nel 1956, di cui fu fatto un adattamento televisivo per la Rai, ed Uscita di sicurezza, opera letteraria costituita da racconti autobiografici e riflessioni, pubblicata nel 1965. Attraverso i suoi scritti Ignazio Silone si batté con particolare sentimento contro le ingiustizie e la rassegnazione dei contadini e di coloro che venivano considerati a torto “più deboli”, schierandosi apertamente a favore della difesa della libertà e dei diritti umani.
Diversi i personaggi illustri che hanno legato i propri nomi al territorio attraverso diari di viaggio, poesie ed altri generi letterari: Edward Lear, Richard Keppel Kraven, Annie Mcdonnell, Amy Atkinson ed Alexandre Dumas. Gabriele D’Annunzio nella tragedia Fiaccola sotto il moggio, scritta nel 1905, cita Cappadocia e molti altri luoghi della Marsica.
Er terremoto d’Avezzano è una poesia in dialetto romanesco di Ettore Petrolini, inserita nell’opera I celebri monologhi romani. La Marsica del 1915 figura anche nel dramma L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello.
Lo scrittore e poeta Romolo Liberale nelle sue opere, molte delle quali scritte in vernacolo, racconta le vicende della Marsica dalle lotte contadine del Fucino alla civiltà della transumanza. Diverse opere del critico letterario Vittoriano Esposito sono incentrate, in particolare, sulle figure di Ignazio Silone e Mario Pomilio ed il loro rapporto con la Marsica. Molte le opere dello storico Alvaro Salvi, ambientate nella sua terra d’origine: L’olocausto di Faccetta nera, Marsica: 1943-1945 e il volume Il treno delle due valli.
Tra le opere connesse alla Marsica figurano il romanzo storico La commare Regina di Dario Di Gravio, preziosa testimonianza della società marsicana di inizio ‘900, il racconto del 1927 La Panarda di Federico Vittore Nardelli, La presentosa di Gabriele Ciutti, libro pubblicato nel 2003, e Il tenente dimenticato di Mario Cantoresi, edito nel 2013.
In diversi saggi il ricercatore Fulvio D’Amore racconta le vicende storiche del brigantaggio nella Marsica prima e dopo l’Unità d’Italia, del Fucino, dei comuni della valle del Giovenco e della piana del Cavaliere, mettendo in luce le lotte territoriali nella Diocesi dei Marsi del settecento.
Il volume storico Marsi, storia e leggenda di Attilio Francesco Santellocco ripercorre l’evoluzione del territorio dalle origini ad oggi, attraversando le vicende della Marsica antica, medievale e odierna.
Nel volume intitolato I Marsi l’autore Franco Zazzara attraverso una lunga e minuziosa ricerca di carattere storico, ripropone le lotte contro l’arroganza del potere di personaggi leggendari, epici e storici, tra cui Poppedio ed Ignazio Silone, San Berardo e Papa Bonifacio IV. Nel saggio letterario Il futuro dei Marsi lo stesso autore ripercorre la migrazione degli uomini attraverso il corso dei fiumi dell’odierna Europa verso l’Italia.
Il romanzo storico Viteliú. Il nome della libertà di Nicola Mastronardi è ambientato al I sec. a.C. Racconta i miti, le leggende e gli aspetti religiosi in epoca imperiale dal punto di vista dei marsi, dei peligni, dei sanniti e degli altri popoli italici.
Altro romanzo storico è Polvere di lago di Francesco Proia ambientato nella terra dei Marsi. Rivela le origini dei culti antichi come quello legato alla dea Angizia o alla Chimera, simbolo delle gesta militari del popolo. Il viaggio attraversa la grande città militare di Alba Fucens e le epoche del Fucino, prima lago e poi terra. E ancora tanti altri ce ne sarebbero da citare ma la lista sarebbe troppo lunga e risulterebbe noiosa. Voglio invece terminare con le parole di un viaggiatore d’eccellenza, Edward Lear che così descrisse la Marsica verso la fine del 1800: “. . . Da Rocca Cerri, paese sulla cima di una montagna, si gode il panorama della bellissima Marsica. Alla destra i picchi nevosi del Velino, alto più di settemila piedi, erano coperti da minacciose nuvole, e un’aspra catena di montagne nebbiose chiudeva quella parte della veduta. Lontano in basso, sotto uno splendido sole, c’erano la lunga distesa azzurra del lago del Fucino e la sua bella pianura, punteggiata e abbellita da boschi e da paesi; oltre il lago s’ergeva la strana forma della montagna di Celano, con catene di graziose e azzurre colline, mentre rocce, come oscure fortezze, e il formidabile passo di Tagliacozzo erano ai nostri piedi. la pianura di Avezzano, l’azzurro chiaro del lago, Alba e il Velino con le sue belle cime, o sotto il sole oppure adombrati da nuvole passeggere, le montagne lontane oltre Sulmona coperte di neve, il passo brullo di Forca Caruso, la rupe scoscesa di Celano, tutte queste cose assieme, in una splendida mattinata italiana, facevano uno spettacolo da non potersi guardare senza esserne conquistati, o da dimenticare facilmente: che pace tutt’intono