Celano – “Una buona politica dovrebbe avere come obiettivo quello di garantire a tutti i cittadini uguali opportunità e medesime possibilità di godere dei servizi offerti per una migliore e soddisfacente qualità della vita. Spesso invece assistiamo, con una certa impotenza e tanto disappunto, a vicende, quale l’attuazione del nuovo piano trasporti e del nuovo orario invernale (in vigore dal prossimo 11 dicembre), che stravolgono questo principio basilare, arrecando danni ad intere porzioni di territorio, private dal sacrosanto diritto di utilizzare al meglio le risorse disponibili per avviare un percorso di crescita e di uguaglianza”. E’ quanto afferma in una nota il sindaco di Celano Settimio Santilli.
“Una premessa necessaria prima di introdurre l’argomento vero e proprio che, come detto poco innanzi, non può non tenere conto delle decisioni assunte da Regione Abruzzo e Trenitalia che con un colpo di spugna hanno cancellato una vasta area, ricadente nella Marsica, dalla mappa di quello che fin dagli albori della Repubblica era considerato un vero e proprio servizio pubblico: il trasporto su rotaia. Per decenni questo ha rappresentato la croce e la delizia per migliaia di italiani alle prese con una mobilità condizionata dalle particolari conformazioni morfologiche della nostra penisola. Ebbene, non sono bastate le ripetute istanze ed i suggerimenti di centinaia di pendolari, il disagio sempre crescente degli utenti del servizio di trasporto e le prese di posizione di alcuni Sindaci, per non ignorare una fetta importante di popolazione e per baypassare una stazione di vitale importanza logistica, quale quella di Celano.
Di fatto si è creato un vuoto sia in direzione Roma (fermate a Sulmona, Avezzano, Tagliacozzo e Carsoli) che Pescara (da Avezzano si “salta” direttamente a Sulmona, senza alcuna sosta intermedia). E Celano, e la Marsica orientale e tutti i Comuni dell’Altopiano delle Rocche, penalizzati fortemente da questa scellerata decisione, come potranno ovviare ad una palese mancanza di servizi? Quali straordinari sacrifici e disagi dovranno sopportare coloro che quotidianamente utilizzano il treno per recarsi a Roma o Pescara per motivi di lavoro o di studio? Mancano le adeguate e possibili soluzioni alternative e mi verrebbe da dire in questo momento che sia i responsabili della politica regionale che i burocrati delle aziende di trasporto non hanno avuto la minima accorta sensibilità di ascoltare le esigenze provenienti dal territorio per l’ennesima volta scippato e bistrattato da chi al contrario dovrebbe provvedere ad una politica giusta, corretta e che tenesse conto e salvaguardasse gli interessi legittimi dei cittadini.
Siamo forse in presenza di un vuoto di presenza politica? Di uno scarso peso specifico dei nostri (nel senso di eletti nel comprensorio marsicano) consiglieri regionali che hanno accettato tacitamente le decisioni senza la volontà di tutelare le necessità di tanti concittadini che pure li hanno votati? Quali disegni politici si nascondono dietro questo “assordante silenzio”, mentre da altri parti si esprime soddisfazione per tale risultato? Mi viene da aggiungere che il problema non sono quei pochi Sindaci che con valide argomentazioni disapprovano (pendolari di tutta la Marsica orientale, studenti, taglio della fermata che conduce alla clinica “Immacolata”, ai campi da sci dell’Altipiano delle Rocche, al monumento più visitato d’Abruzzo, ovvero il castello di Celano).
Il problema sono talune scelte illogiche e senza senso, frutto solo di banali e sterili accordi politici, ma che danno contezza di quanto la politica sia lontana dai problemi reali dei cittadini. Altrimenti, non si spiega neanche l’incomprensibile atteggiamento del direttore di Trenitalia, dott. Marco Trotta che nonostante i miei ripetuti inviti, ha rinviato ogni possibile confronto sull’argomento, per avere spiegazioni sulla logica adottata. Un treno che si inizi soltanto a palesare ad alta velocità avrebbe dovuto prevedere solo due fermate intermedie per l’Abruzzo, Sulmona ed Avezzano, che sono i due centri maggiori dove far confluire gli utenti dei centri più piccoli.
Dove è invece la logica, la lungimiranza, di recuperare 3 minuti 3, tagliando la fermata di Celano e quindi della Marsica orientale lasciando quelle di centri molto più piccoli? Il viaggio Roma/Pescara, dovrebbe essere fatto tutti i giorni per capire la vita di un pendolare oggi. Nel 1970 ci si impiegava anche meno di 3 ore e 22 minuti ed eravamo come “Fontamara”, definizione data dal Consigliere regionale D’alessandro, oggi ci si impiega lo stesso tempo se non di più, con l’aggravante che la fermata più vicina al Paese che diede i natali a Ignazio Silone, scrittore di Fontamara è stata tagliata. E allora, nel 2016 nella Marsica orientale siamo ancora ai tempi di Fontamara o addirittura la dovremmo rimpiangere?”