Considerazioni del Canonico Giacinto CICCOTTI
(Franco Zazzara— novembre 2016)
Capitolo Primo
Cenno storico della regione dei Marsi
1) – Le Alpi , lasciata l’Italia dalle Gallie , allungandosi in Germania , in Macedonia , nel Caucaso e , per altre altezze e diramazioni nei grandi monti in Asia , si continuano gradatamente ad Est del Mare dei Tartari ; gli Appennini , che si distaccano anch’essi dalle Alpi , si allungano , si restringono in svariati gruppi , percorrono questa bella penisola italiana , serpeggiando arrivano negli Abruzzi . Vi cito approssimativamente la superficie con la rispettiva popolazione , riferendomi al recente censimento . L’Abruzzo ulteriore consta di 1005 miglia quadrate ed ha 175.000 abitanti . L’Abruzzo Citeriore è di miglia quadrate 1496 ed ha 260000 abitanti , Il II° Ulteriore è fatto da 1954 miglia quadrate e contiene 266.000 abitanti . L’Aquila , che fa parte del II° Ulteriore , è la città capitale , al cui Nord torreggia il Monte Corno , o Gran Sasso d’Italia , il più alto dell’Appennino , con una altezza sul livello del mare di 9521 piedi parigini . Dopo L’Aquila c’è la città di Sulmona , al Sud della quale si trova l’eccelso Monte Maiella , vulcano estinto , che spicca parimenti sul Mare Adriatico di 8500 piedi . Celano , che si trova su una amena collinetta a circa due miglia di distanza dal Lago che ha lo stesso nome , dal quale non molto lontano alza la testa imponente il Monte Velino alto 8397 piedi che , per le ricerche ed osservazioni fatte dal naturalista signor Tenore , è ricco di piante botaniche e di altri doni della natura …
2) – Queste montagne calcaree abruzzesi di seconda origine , formate a strati orizzontali con base inclinata , sono la parte più maestosa della bella catena degli Appennini . Esse presentano al geologo e al geografo gruppi , rami , inflessioni svariate con valli più ardite e romantiche una più delle altre . Come scrive il signor Antinori , racchiudono nel loro seno , luoghi aspri , nevosi , inaccessibili , foreste selvagge , boschetti piacevoli , gentili ed ubertosi pascoli , chiare fresche sorgenti , città , villaggi , pianure e colline dilettevoli , fiumi , laghi e numerosa popolazione.
3) – Una diramazione di questi Appennini , che divide a Nord il Regno delle Due Sicilie dallo Stato della Chiesa , fra altipiani, corre dapprima irregolarmente ad Ovest e poi a Sud dove , nei pressi di Rieti , incontra il fiume Velino ( che molti geografi confondono con il Monte Velino dei Marsi ).Da quel fiume che sorge da quella catena , c’è una divisione , una parte piega a sud-est scaricando le acque nel Mar Adriatico e l’altra parte le scarica nel Mar Tirreno . La diramazione meridionale che incomincia dal fiume Trigno , divide con diversi gruppi e giogaie il fiume Sangro dal Volturno e dopo si continua nella pittoresca valle del fiume Liri .
4) – Al centro di queste montagne, che formano alti continui giochi che a volte divergono ed altre sono paralleli , a sud mostrano uno dei più ampi e svariati gruppi degli Appennini . Con le loro bellissime cime coronano l’amena regione dei MARSI e formano la maestosa cintura del FUCINO .Questo , che oggi è comunemente chiamato LAGO di CELANO, si trova a 31.30 gradi di longitudine , 42 di latitudine e in alto al livello del mare di 2000 piedi parigini ; attualmente ha una superficie di circa 45 miglia quadrate ed una profondità di circa 50 palmi . Lo stato geologico del fondo del Lago Fucino non è un cono con l’apice in giù , ma è composto da colline , pianure , avvallamenti ed irregolarità come è stato accertato dallo scandaglio effettuato in ogni epoca e dalla testimonianza dello storico Marsicano Muzio Febonio :” La profondità è un cerchio diseguale , multisque in locis terra elevatur et colles insurgunt qui operiuntur aquis “ “ .
5) Gli abitanti Marsi nell’anno 1830 erano 65.575 . C’è un clima salubre , l’aria è purissima e ridente , ci sono sorgenti cristalline . La superficie delle terre coltivate come quelle rivestite da alberi da frutta ( dolce soave frutta ) , dei vigneti , oliveti e nelle diverse terre di pascolo , folti boschi insieme ad eremi e deserti , arriva a 1250, 656 moggi legali . Altrettanto è la varietà della vegetazione ; questa classica terra presenta un panorama di sorprendente bellezza . I fiumi che nascono dal versante esterno dei monti che cingono il bacino del Fucino , sono :
a) Il Sangro che nasce nella parte orientale del Monte Turchio di Gioia e dopo un percorso di 50.000 tese , sfocia nell’Adriatico nei pressi di Fossacesia dell’Abruzzo Citeriore ;
b) –Il Liri , che nasce a Cappadocia e si unisce con il Fibreno a Sora , e che con il nome Garigliano si scarica nel Mar Tirreno ,
c) – L’Imele o Salto , che sorge dalle montuose foreste di Tagliacozzo ,
d) – il Torano che zampillando da varie sorgenti nei Monti di Carsoli , insieme con l’Imele , si ricongiunge nel fiume Velino ; con essi a Terni forma la sorprendente Cascata delle Marmore che , per altezza , è più ammirevole di quella del Niagara in Canada ……uniti alla Nera , formano il Tevere che con l’Aniene , sfocia lo stesso nel Tirreno .
6) – I fiumi , i torrenti e le alluvioni che traggono le loro sorgenti dal versante interno dei monti e delle valli che coronano il Lago Fucino , ove confluiscono scaricando le loro acque , sono :
a) –il fiume Pitone o GIOVENCO che nasce a nord-est e nord ovest di San Sebastiano e Bisegna , alimenta lì le macchine ed i mantici idrostatici della Ferriera Marsicana ( per il benessere di questa regione e la sua prosperità , fatta costruire dal genio del signor Carlo Aune e Compagni ) e più a valle a Pescina muove numerosi motori idraulici . Si divide in tre rami e si scarica nel Fucino ,
b) – Fonte d’oro o Fonte Grande : – E’ una sorgente perenne dalle pendici del Monte Tino di Celano , ove alimenta sette macchine idrauliche : le sue acque limpidissime sono saluberrime per la vita animale , formano la irrigazione per un terzo di quei rigogliosi campi e solo in autunno –inverno e primavera riversano nel Lago qualche piccolo ruscello ,
c) – Il Rio di San Marco detto anche delle FOCI , che si trova a nord –est del Fucino , sorge da una strettissima fenditura in seno all’aperto Monte di San Vittorino , che si erge duplice ( bicipite ) di 5896 piedi parigini sul livello del mare ; viene alimentato dal laghetto di Ovindoli , dalle nevi che si sciolgono , dalle pioggie e dalle alluvioni dei monti circostanti che accrescono il volume ed innalzano la conca del Lago.
7) – La nobile arte dell’agricoltura , mancando di mezzi necessari e moderni qui carenti , fa lenti progressi fra i Marsi . Non si conoscono i nuovi strumenti agrari , non ci sono strade consolari , vene animatrici del corpo sociale , le strade comunali sono in rovina ed impraticabili ; langue per questo motivo il commercio e l’industria . I contadini , per i disastri del Lago Fucino , dei torrenti e delle alluvioni , sono poveri e , per vivere e costretti dalla necessità , devono emigrare nell’aria malsana delle Maremme della Toscana e nell’agro romano .
Capitolo secondo
8) – ……………………
9) —-Una così amena regione , famosa e distinta nella storia dell’Italia , i cui primi abitanti risalgono all’oscurità dei secoli , e i monumenti di oggi confermano che qui fu il primo soggiorno degli Aborigeni e dei Pelasgi . I confini erano a nord-est con gli Equi e i Peligni , a nord-ovest , con i Vestini , gli Equicoli e i Sabini , a sud-ovest con gli Ernici , a sud-est e sud-ovest con i Volsci . Le città principali di questo popolo fra i più generosi dei popoli italici , erano Carsoli , municipio dei romani , Angizia , Archippe , Cerfennia , Plestinia , Cliterno ( oggi Celano) , Milionia , Antina , Fresilia . Tra di esse città Alba Fucense era una rinomata colonia romana , poi municipio , famosa per il suo Senato e le sue Coorti . Cicerone nella II° Filippica scrive “ : Legio Marsica Albae constiterat in municipio fidelissimo et fortissimo “- Strabone così testa : “ Latinas inter Urbes sita est Alba Marsis in excelso locata saxo , prope Fucinus est Lacus longitudine par pelago “ . Albe fu la prigione dei vinti Perseo , Alessandro , Bituito e Siface . Aggiunge Strabone :” Alba vero multoties ad noxiorum custodiam usi sunt Romani “ . Ma la città eccelsa e dominante sui Marsi era MARRUVIO tanto famosa presso gli storici classici . Di Marruvio il Poeta ( Virgilio) nella guerra tra Turno ed Enea cantò così appassionato :” Quin et Marrubia venit de gente Sacerdos- fronde super galeam et felici comptus oliva – Archippi regis missu , fortissimus Umbro…..—Te nemus Angitiae , vitrea te Fucinus unda,- te liquidi flevere lacus.”
Gli scarsi e miserevoli ruderi di queste città , i superbi mausolei , i resti dei teatri , dei colossei e delle mura ciclopiche , anche se oggi sono offuscati nella loro gloria , purtuttavia contestano all’archeologo la loro primitiva magnificenza e grandezza .
10) -.—I Marsi , per la fama nell’arte della guerra e nei gloriosi atti di armi contro ed insieme alla repubblica romana , furono di gran lunga fra i primi popoli d’Italia . Strabone così scrisse a proposito :” ..cum neque adversus Marsos neque sine Marsis triumphus ullus adeptus sit “ . Furono guerrieri valorosi e per questo accolti come cittadini romani , rimasero di fede incorrotta . Dopo la caduta dell’impero di Roma , come in altre parti d’Italia , la regione Marsicana venne afflitta e combattuta da nazioni straniere ; teatro di sanguinose battaglie quando combatterono i Longobardi contro Greci e Normanni . Dopo le fazioni degli Angioini e degli Aragonesi , respirò un po’ di pace .Visse di luce propria con la restaurazione della Monarchia sotto Carlo Magno . Allora la Marsica era prospera ma esposta in ogni tempo alla luttuosa catastrofe delle inondazioni devastatrici del Fucino . Atterriti per tali disastri e non conoscendo le leggi immutate della natura , trascurando la scienza dei fatti che faceva vedere loro gli Emissari naturali molto numerosi che si trovavano a cielo aperto alle falde dei monti che fanno la cinta a sud- est e sud- ovest del Lago , i Marsi ricorsero , ma infruttuosamente , alla potenza romana .
11) –Caio Giulio Cesare , benchè ascoltasse le richieste dei Marsi che imploravano il suo aiuto per il disastro della inondazione , era impegnato nella ricerca della gloria e delle conquiste , nella ambizione dell’Impero di Roma e non tenne in gran considerazione le reiterate suppliche di un popolo così generoso ed invincibile . In seguito venne richiesto l’aiuto ad Augusto . Egli , dopo la battaglia di Azio , divenne il più grande conquistatore pacifico di tutto il mondo allora conosciuto ; si interessò al fasto ed alla magnificenza di Roma e a costruire grandiosi opere per essa città , animò il commercio , l’industria e le belle arti , ma trascurò di tendere una mano benefica ai miseri Marsi , spaventati da quel Lago “ divoratore” . Soltanto nell’anno 43 dell’era cristiana vi pose mano l’imperatore Claudio , “ idque lucri potius gratia aggressus quam gloriae , “ secondo quel che scrive Svetonio . Ebbe cos’ luogo quella grande opera del traforo dell’Emissario nel monte Salviano . L’erario dell’impero fu prosciugato per una impresa che durò undici anni , con 120.450 giornate che occuparono gli schiavi . L’esito infausto per le aspettative dello scolo del Fucino , venne preceduto dall’atroce spettacolo della “ Naumachia” ; i gladiatori Rodiani e Siciliani esclamavano “ Ave Imperator , morituri te salutant “ , ed egli rispondeva , bramoso di tragiche scene “ Avete et vos” .
12) –Filologi e Geologici hanno disputato in ogni tempo , da Svetonio a Plinio il Vecchio , da Sparziano a Tacito , Eusebio , Dione Cassio , se quell’opera così grandiosa avesse avuto il suo effetto , allora . I contrari sostenevano la irregolarità del traforo , per la scarsa competenza di Narciso che ignorava la geometria sotterranea che ha come direttrice la bussola , l’applicazione della trigonometria nel profilo geometrico formato con i cateti perpendicolari . Le questioni scemarono e fu rivendicata la gloria dell’ingegno e della potenza di Roma , nell’intraprendere lo sgombero felicemente avvenuto con l’emissario di Claudio . Secondo i progressi attuali dell’umano sapere , però , dov’è l’Incile , la conca esagonale , la direzione e la livellazione dell’acquedotto , non sono esenti da molti evidenti errori , perdonabili con i mezzi di allora , aiutati solo dalla geometria di Euclide e del Corobate .
13) – Nella sua magnificenza , l’Emissario Claudiano è stato sempre e lo è tutt’ora , terreno fertile di argomentazioni per gli archeologi che amano vagheggiare queste opere sublimi della antichità romana .
Per approfondimenti: https://francofrancescozazzara.wordpress.com/category/limpresa-di-disseccare-il-lago-fucino-g-ciccotti/