Avezzano. Riceviamo da Patrizio Schiazza, segretario regionale Ambiente e/è Vita Onlus e pubblichiamo.
Disavanzo, tagli, Corte dei Conti, pareri contabili e necessità di contenere le spese non obbligatorie : sono state queste le parole che hanno caratterizzato l’estenuante dibattito del Consiglio Regionale in merito all’approvazione della legge di Stabilità e del Bilancio 2017.
Purtroppo, quindi, i principi cardine intorno ai quali si sono informate le scelte di allocazione le risorse nei diversi capitoli non sono stati quelli connessi ai principi di sviluppo, sostegno alla crescita, gestione sostenibile del territorio, tutela e promozione delle aree protette, risanamento e riqualificazione dei corsi d’acqua e di configurazione di misure volte al potenziamento e qualificazione delle attività produttive e di incentivo al lavoro, ma di mantenimento dello status quo attraverso tagli lineari sui differenti cespiti di spesa.
Ci saremo aspettati , in un’epoca difficile per la finanza pubblica, uno scatto in avanti ed una capacità di programmazione e pianificazione strutturata in effrazione rispetto alle logiche del passato. Del resto nessuno nega di quanto fosse necessario agire in spending review sui diversi capitoli, ma per revisione della spesa si intende un processo finalizzato a migliorare l’efficienza e l’efficacia della finanza pubblica attraverso una sistematica valutazione e analisi dell’andamento della pubblica amministrazione nelle sue strutture organizzative ed articolazioni funzionali e non tagli , tagli , tagli… senza mai risolvere i problemi che sono alla base delle inefficienze.
Un serio procedimento di revisione e rimodulazione dei capitoli di spesa corrente e spese per investimento tende a focalizzare “più il come rispetto al quanto” ed identifica, eventualmente, la parametrizzazione di alcuni processi normativi di rimodulazione delle leggi vigenti e l’indicizzazione degli standard qualiquantitativi dei servizi resi e che si andranno a rendere. Ed è questo il vero senso delle proposte che “Ambiente e/è Vita” Abruzzo Onlus ha inteso promuovere nel corso del presidio permanente effettuato in Consiglio Regionale per manifestare la contrarietà a tagli orizzontali sui fondi destinati alle aree protette regionali. Abbiamo inteso sollecitare l’approvazione di alcuni disegni di legge quali la rimodulazione della L.R. numero 38/96 ( Legge Quadro delle aree protette regionali) e la nuova normativa che regola e disciplina il funzionamento del Parco Sirente Velino.
Riteniamo, infatti, che solo attraverso l’organizzazione di un “sistema“ Riserve Regionali, in combinato disposto con l’unico parco regionale, sia possibile evitare l’estenuante maratone afferente la discussone del quantum di finanziamento da assegnare annualmente ai territori vincolati. L’approvazione di nuove leggi caratterizzate da innovativi sistemi di organizzazione e qualificazione delle attività essenziali e dei servizi da erogare ovvierebbe alla drammatica pantomima a cui si è costretti ad assistere ogni esercizio di bilancio. Occorre legare le sorti della programmazione regionale a quello delle aree protette rideterminando un rapporto sinergico che torni a rendere centrale la tutela e lo sviluppo delle Riserve nell’ambito della pianificazione della Giunta Regionale. Inutile specificare che la qualità dei servizi resi delle Aree protette regionali in termini di salvaguardia , monitoraggio e studio scientifico, informazione turistica, accoglienza, educazione ambientale e manutenzione delle strutture va ben oltre il 1.600.000 euro di finanziamento ricevuto e che i servizi ecosistemici resi si possono quantificare in almeno 10 volte l’investimento effettuato dalla Regione Abruzzo.
Si rende necessario, quindi, operare una svolta : Ambiente e/è Vita” chiede che la Regione Abruzzo approvi leggi di settore, azioni meccanismi di premialità, promuova azioni e misure di coordinamento fa i diversi settori ( turismo, ambiente ,ricerca ed innovazione , sviluppo) e che sostenga il tessuto connettivo e sociale nato dall’esperienza di management delle Riserve.
In buona sostanza che inauguri un nuovo percorso di governo della Regione multi livello e multi disciplinare attraverso una stringente interconessione fra le principali declinazioni funzionali e che si abbandoni l’insularità delle scelte a vantaggio di una gestione pattizia di beni collettivi magari attraverso procedure negoziali ambientali.
Se l’Abruzzo vuole qualificarsi ancora come Regione Verde D’Europa occorre che si riprenda un camino interrotto e che si contrattualizzi un nuovo patto sociale fondato sulla co-responsabilità gestionale e sulla co-pianificazione da realizzarsi attraverso un sana competitività interistituzionale e sulla programmazione condivisa.
Appare ovvio che tutto ciò risulta essere valido se la vocazione regionale coincide con la tanto sbandierata immagine che Rappresentanti delle Istituzioni promuovono ancora nelle diversi sedi di confronto ed in Europa.
CHIEDIAMO, QUINDI, UNO SCATTO DEFINITIVO IN AVANTI PER L’ABRUZZO, PER L’AMBIENTE E PER IL NOSTRO FUTURO.