Tra il 19 e il 27 febbraio 1881, Enrico Abbate ed Edoardo Martinori, rispettivamente segretario e vice presidente della sezione di Roma del Club Alpino Italiano, intrapresero un cammino nel selvaggio Abruzzo, alla scoperta di montagne innevate e luoghi incantati, godendo delle preziose indicazioni della gente, umile e ospitale, incontrata nelle diverse tappe del viaggio. Grazie alla loro esperienza scalarono per la prima volta in inverno il Monte Velino e il Monte Sirente, due dei giganti dell‘Appennino abruzzese, per poi scendere nella Valle Subequana e giungere a Scanno, attraverso le Gole del Sagittario, e infine al Piano delle Cinque Miglia.
La relazione di quella escursione è ancora oggi un piccolo capolavoro di letteratura
alpinistica e di viaggio, testimonianza di una delle imprese che in quegli anni avevano
consentito alla sezione di Roma di portarsi all’avanguardia delle ascese invernali.
Il libro, arricchito dalle fotografie originali scattate proprio durante le ascese del 1881
da Edoardo Martinori, ha visto la luce grazie alla preziosa collaborazione del Club Alpino
Italiano, sezioni di Verbano e di Roma, nonché dell’esperienza di Ercole Marchionni, Accompagnatore di media montagna, Maestro di escursionismo del Collegio Regionale Guide
Alpine Abruzzo e fondatore di Montagne Selvagge.
Enrico Alessandro Abbate nacque a Milano nel 1858. Laureato in Legge, fu Direttore Generale delle
Imposte Dirette. Fu lungamente segretario della Sezione Romana del Club Alpino Italiano durante
la presidenza di Giacomo Malvano, tra il 1875 e il 1910. Deve essere ricordato soprattutto per
la prima ascensione del Corno Piccolo (Gran Sasso) nel 1887 insieme alla guida Giovanni Acitelli di
Assergi, e per le prime ascensioni invernali sul Velino e sul Sirente del 1881.