Avezzano – Pare stia diventando sempre più difficile trovare persone disponibili a candidarsi per diventare sindaco del proprio comune. Lo dice Antonio Decaro, sindaco di Bari e Presidente dell’ANCI, che esterna la sua preoccupazione individuandone la causa nell’attitudine alla facile denuncia da parte di chi, in nome di un malinteso senso della legalità, non trova nulla di meglio da fare che rivolgersi al magistrato, con esposti e denunce, il più delle volte campate in aria.
Decaro porta ad esempio la vicenda cha ha riguardato il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, sotto indagine per un bambino che si è schiacciato un dito all’asilo. Questo episodio, chiarisce solo in parte l’idea di quale sia la reale dimensione del fenomeno, perché il sindaco di Bari, si limita essenzialmente a rappresentare i rischi di natura penale a valle di una denuncia, o di un avviso di garanzia, recapitato all’amministratore.
Dopodiché Decaro, si inerpica sugli scoscesi sentieri di un sentimentalismo sicuramente onesto, che secondo lui, rappresenterebbe il premio che ripagherebbe delle tensioni generate dagli avvisi di garanzia e dalle denunce dei nemici che ricorrono ai tribunali. Con tutto il rispetto per un sindaco appassionato come Decaro, la sua rappresentazione non aiuta a inquadrare le reali dimensioni del fenomeno della moria di candidature di sindaci e consiglieri comunali.
Non c’è motivo per non credere alla sincerità del sentimento che prova Decaro quando scrive del bambino, che durante la recita di Natale, gli si avvicina per chiedere di parlare con Babbo Natale o per avere una giostrina nel parco sotto casa, oppure quando descrive la ragazza che gli si rivolge per chiedergli di parlare con i genitori che l’hanno cacciata perché lei ama una donna. In questa rappresentazione, manca un pezzo che non è quello dei buoni sentimenti che egli racconta.
Innanzitutto, va detto che non sempre, tutti gli amministratori sono specchiati e onesti, sarebbe un volersi prendere in giro. Ciò vuol dire che non tutte le denunce sono infondate. Qualcuna ogni tanto viene fatta a ragione. Che poi ci si candidi per il supremo bene comune, è una suggestione alla quale non crede più nessuno.
Quello che manca a molti amministratori è probabilmente la consapevolezza autentica e chiara di cosa sia un amministratore. Amministratore è sia chi governa, sia chi sta all’opposizione. Questo concetto sfugge spesso, soprattutto agli addetti ai lavori, evidentemente poco coscienti del significato di rappresentanza e del ruolo, che in quanto eletti, sono tenuti a interpretare.
Invece cosa accade? Chi sta all’opposizione pratica una sorta di accanimento terapeutico della denuncia contro la maggioranza di turno, attraverso i tribunali. L’obiettivo è ostacolare, col ricorso alla via giudiziaria, le scelte della maggioranza chiamata ad amministrare. Ciò accade quando vengono meno le capacità di contrastare le scelte politiche con la dialettica. A quel punto ogni presunto potenziale illecito, si trasforma in denuncia penale.
In Marsica, in questi anni, sono stati innumerevoli i casi del genere.
In questa stupida corsa ad arrivare per primi al livello più infimo e basso del dibattito politico, non è raro assistere alla vendetta di chi, caduto nella polvere per i cumuli di denunce ricevute, ritrovandosi a recitare la parte dell’oppositore di turno, restituisce a sua volta, pan per focaccia al nemico, ricorrendo agli stessi ignobili stratagemmi di cui è stato vittima.
Questo è lo spettacolo a cui assistono i cittadini da tempo immemore, e allora, perché uno stimato professionista, piuttosto che un onesto commerciate, un serio operaio o una mamma coraggiosa, dovrebbero gettarsi nella mischia, se in questi anni, salvo rare eccezioni, non hanno avuto altro sotto gli occhi, che questa insulsa, becera commedia da avanspettacolo?
in basso, il link che rimanda alle parole del Sindaco di Bari, Antonio Decaro
https://www.facebook.com/antdecaro/photos/a.438925572875779/3604055239696114