Abbattimento cervi, domani la decisione del Consiglio di Stato. Ambientalisti: “Un patrimonio da difendere, non da sfruttare”

Abruzzo – Le associazioni diffondono un manifesto ambientalista che rivendica i successi ottenuti per la conservazione della natura in Abruzzo e un modello di sviluppo alternativo allo sfruttamento e all’aggressione delle risorse naturali, ma basato su un’economia alternativa fatta di interventi piccoli, distribuiti sui territori, con meno padroni e più protagonisti.

Alla vigilia della discussione presso il Consiglio di Stato per il ritiro della delibera ammazza-cervi della Regione Abruzzo, le Associazioni diffondono un manifesto ambientalista che rivendica le tante vittorie conseguite per la conservazione della natura nella nostra regione.

Nel documento si ricorda che l’Abruzzo è la regione da dove sono partite idee innovative di gestione delle aree protette e dove, grazie al coinvolgimento delle Associazioni e delle popolazioni, si sono salvate dall’estinzione specie come il Lupo, l’Orso marsicano e il Camoscio d’Abruzzo. Dove sono stati elaborati e messi in atto modelli di convivenza con la fauna selvatica e dove le persone hanno saputo rigettare progetti devastanti e impattanti sul territorio come il terzo traforo del Gran Sasso o la piattaforma di Ombrina mare.

Ora questo modello appare appannato, ma le Associazioni continuano a impegnarsi per difendere la straordinaria natura d’Abruzzo e una visione alternativa di sviluppo del territorio che non sia di consumo, ma di rispetto e valorizzazione della nostra “Casa comune”.

Di seguito il manifesto ambientalista sottoscritto dai referenti delle Associazioni.

PERCHÉ CI OPPONIAMO ALL’UCCISIONE DI 469 CERVI NELLA NOSTRA REGIONE

La decisione della Giunta Marsilio di aprire la caccia ai cervi in Abruzzo, pianificandone così l’uccisione di 469, ha suscitato una giusta indignazione in larga parte della popolazione. Al di là della sempre più diffusa avversione verso la pratica di uccidere gli animali per semplice diletto, questa decisione compromette la stessa immagine di un territorio dove la presenza della fauna selvatica non è stata vista come un problema, ma – al contrario – un patrimonio di cui essere orgogliosi, un elemento di identità culturale e territoriale e anche una risorsa turistica.

La nostra regione è il territorio dove specie come l’Orso bruno marsicano o il Camoscio d’Abruzzo si sono salvate dall’estinzione. Qui è nata l’idea del parco naturale moderno grazie al lavoro di chi negli Anni 70 del secolo scorso rilanciò il Parco Nazionale d’Abruzzo portandolo dalla condizione di abbandono nella quale si trovava a modello nazionale e internazionale. In Abruzzo si è sviluppato un sistema di parchi nazionali e riserve regionali che è divenuto famoso in Italia e all’estero come la “regione verde d’Europa”.

È stato grazie alle coraggiose reintroduzioni del Cervo attuate con successo in Abruzzo (prima nel Parco Nazionale d’Abruzzo e poi nella Riserva Statale Monte Velino, sul Sirente e sulla Maiella) che la specie ha raggiunto finalmente una consistenza sicura in Italia Centrale, dopo che in Italia era praticamente estinta a partire dall’inizio del secolo scorso.

Dall’Abruzzo è nata la prima grande azione di conservazione italiana, l’Operazione San Francesco, che ha salvato il Lupo dalla scomparsa nel nostro Paese attraverso interventi che videro all’opera ricercatori, giuristi, comunicatori e volontari, tutti uniti dalla volontà di salvare gli ultimi lupi presenti in Italia, ma soprattutto dalla volontà di affermare un diverso modo di rapportarsi con l’ambiente, gli animali, le piante…

Negli anni gli abruzzesi hanno saputo opporsi e fermare scempi ambientali come la raffineria della Sangro Chimica, il terzo traforo del Gran Sasso, la distruzione del Marsicano o di Monte Greco, il Centro Oli di Ortona, la piattaforma petrolifera Ombrina mare…

Lo hanno fatto anche contrapponendo a questi modelli di sfruttamento e aggressione alle risorse naturali un’economia alternativa fatta di interventi piccoli, distribuiti sui territori, con meno padroni e più protagonisti. Risultati straordinari ottenuti grazie all’impegno di tante e tanti abruzzesi che, attraverso manifestazioni nelle piazze, incontri pubblici, elaborazione di documenti e analisi, lezioni nelle scuole e nelle università, hanno fatto diventare le intuizioni di pochi, prima pensiero comune e poi proposta “politica” capace di superare spesso gli stessi schieramenti partitici.

Oggi sembra che questo modello di attenzione all’ambiente e ai territori venga messo in discussione: il tentativo di tagliare il Parco regionale Sirente-Velino, la cancellazione della Riserva regionale del Borsacchio, lo sviluppo di bacini sciistici in aree vincolate nonostante la mancanza di neve… Tutte iniziative che, ancora una volta, hanno visto l’opposizione delle forze ambientaliste che sono riuscite a coinvolgere la maggioranza degli abruzzesi.

E oggi è necessario opporsi alla strage dei cervi. È inaccettabile consentire di ucciderne quasi 500 senza alcuna giustificazione legata alla riduzione dei danni o al pericolo di incidenti, ma solo per accontentare i cacciatori.

Non vogliamo essere complici e neppure semplici spettatori dell’attuazione di una scelta tanto crudele, quanto inutile. patrimonio da difendere, non da sfruttare di impedire che dei meravigliosi animali diventino dei trofei da pagare 50, 100 o 200 euro…

Ci opponiamo perché da ambientalisti, siamo orgogliosi di portare avanti un’idea di sviluppo diversa, sostenibile, che non sia basata sulla distruzione dell’ambiente, che non veda l’uomo al vertice dell’ecosistema, ma parte di questo. E lo facciamo contrapponendoci a chi pensa che la nostra “Casa comune” possa essere distrutta per il profitto dei pochi, nega il cambiamento climatico, continua imperterrito a cementificare il suolo e i fiumi, vorrebbe consentire la caccia tutto l’anno anche nelle aree protette, pensa di placare le proteste arrestando chi si oppone pacificamente…

La sfida che stiamo affrontando, come spesso in passato, è molto impegnativa. Sappiamo però di avere con noi la grande maggioranza degli abruzzesi, dai semplici cittadini alle tante personalità della cultura e della scienza. E sappiamo anche che oggi la nostra Costituzione riconosce e rafforza il nostro disinteressato impegno a favore della Natura, stabilendo all’articolo 9 che “La Repubblica … tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.

Francesca Alimonti – Animalisti italiani L’Aquila
Stefano Allavena – Coordinatore LIPU per l’Abruzzo e il Molise
Laura Asti – Delegata ProNatura Abruzzo
Andrea Brutti – Ufficio fauna selvatica ENPA
Paola Canonico – Presidente LNDC Animal Protection, sezione di Pescara
Rita Capranica – Responsabile LAV Pescara
Giovanni Maurizio Ceré – Presidente Italicum Guardie ambientali
Silvia Cianfrini – Presidente Coordinamento Associazioni volontari abruzzesi, animali e ambiente
Luciana Del Grande – Presidente Rifiuti Zero Abruzzo
Nicoletta Di Francesco – Presidente WWF Chieti-Pescara ODV
Adriano Di Michele – Presidente WWF Teramo ODV
Luciano Di Tizio – Presidente WWF Italia
Catia Durante – Presidente L.I.D.A sezione di Teramo
Gaetano Ercole – Presidente Regionale Abruzzo Guardie Ambientali d’Italia ODV
Alma Ferrazza – Presidente LNDC Animal Protection, sezione di Francavilla al Mare
Vincenzo Giusti – Italia nostra sezione L’Aquila
Osvaldo Locasciulli – Biologo
Brenda Marsilii – Presidente Tutela Animali Invisibili
Stefano Orlandini – Presidente Salviamo l’Orso ODV
Ines Palena – Presidente WWF Zona frentana e Costa teatina ODV
Matteo Perazzini – Presidente WWF Abruzzo montano
Bruno Petriccione – Presidente Appennino Ecosistema
Filomena Ricci – Delegata WWF Italia per l’Abruzzo
Valeria Santacroce – Presidente LNDC Animal Protection, sezione di Teramo
Herbert Simone – Presidente IAAP-WWF
Francesco Sulpizio – Presidente CAI Abruzzo
Elio Torlontano – Console coordinatore del Club di territorio di Pescara del Touring Club Italiano
Pierluigi Vinciguerra – Presidente Italia nostra regionale APS

Fonte: WWF Abruzzo

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