Avezzano – “Assolta perché il fatto non sussiste”, questa la decisione del Tribunale di Avezzano a favore di ZHAO Xiaoye, 40 anni, imprenditrice di nazionalità cinese, accusata di contrabbando doganale ed elusione dal pagamento dell’IVA pari a circa 179.000,00 euro, reato per il quale è prevista la pena da 3 a 5 anni di reclusione oltre una salatissima multa pari anche a 10 volte i diritti del valore oggetto del contrabbando.
I fatti risalgono al maggio 2013, quando, a seguito di un controllo operato dall’Agenzia delle Dogane di Avezzano, si effettuava una verifica circa l’importazione nel territorio nazionale di più di 60.000 paia di pantaloni con dichiarazione degli stessi di un valore inferiore rispetto a quello accertato dagli uffici dogali, che riconoscevano invece una plusvalenza dei valori nella misura di cinque volte il dichiarato sui beni in entrata nel territorio comunale.
Il procedimento penale, di competenza del Tribunale di Avezzano in virtù del transito della merce in questione presso i locali dell’Interporto marsicano, che prevedeva la successiva consegna presso l’attività all’ingrosso della Signora Zhao, florida imprenditrice, in Milano, è iniziata con decreto di citazione diretta a giudizio della stessa del 2 marzo 2018.

La vicenda si è conclusa positivamente per l’imputata davanti l’indicata A.G. nella udienza dibattimentale, dove il Giudice Dr. Marco Sgattoni ha accolto in pieno la tesi difensiva dell’Avvocato Roberto Verdecchia, ed ha provveduto ad assolvere la cittadina cinese dall’accusa contestata di contrabbando ed elusione dal pagamento dell’iva perché il fatto non sussiste, riconoscendo che l’accertamento doganale di tipo induttivo non poteva trovare accoglimento dibattimentale stante il fatto che la presunta elusione non era dimostrabile con mere supposizioni, ma dovevano sussistere prove certe ed inconfutabili.