Avezzano – Un punto fisico di riconciliazione e, al tempo stesso, uno spazio protetto e scevro di pregiudizi. Venerdì pomeriggio, è stato inaugurato lo “Spazio Neutro”, grazie ad una collaborazione tra Amministrazione, l’associazione Cammino (Camera nazionale avvocati) e l’associazione “Granello Di Senape”.
Matite colorate disposte in maniera ordinata su un tavolo lindo e bianco, abbinate perfettamente ad una casetta in miniatura, appesa alla parete, con tutti gli utensili al suo interno, per ricordare che il senso di casa va costruito un passo in equilibrio alla volta. Tra i pochi attivi in Abruzzo e con l’obiettivo di continuare a garantire presenza, vicinanza, aiuto ed ascolto, lo “Spazio Neutro” della città di Avezzano è stato inaugurato ufficialmente venerdì pomeriggio all’interno dei locali “Fratelli Tutti” della Caritas, collocati in via Circe. Un luogo protetto, sicuro e di riconciliazione, voluto fortemente dall’Amministrazione comunale, dai servizi sociali e dalle autorità giudiziarie. Lo spazio neutro facilitante è un ambiente reale, in cui il minore può incontrare il genitore non collocatario o non affidatario, con cui ha interrotto i rapporti, sotto la guida di due figure professionali, quali lo psicologo e l’educatore familiare. La nuova realtà è seguita dall’associazione “Granello di Senape” ed ha preso piede soprattutto grazie al lavoro costante, portato avanti a titolo di volontariato, delle avvocate familiariste del Foro di Avezzano, facenti parte dell’associazione “Cammino” (Camera Nazionale Avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni).
“L’apertura di un servizio aggiuntivo di questo tipo – ha sottolineato il vicesindaco Domenico Di Berardino, che ha tagliato il nastro assieme alla presidente del Tribunale di Avezzano facente funzioni, Maria Proia, alla presidente del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, Cecilia Angrisano e all’avvocata Alessandra Sucapane, presidente dell’associazione Cammino, sede di Avezzano – consente alla nostra Amministrazione di attuare con ancora più precisione interventi mirati sul nostro territorio. Ricordo che dal bacino del PNRR, il nostro Comune è riuscito ad intercettare quasi 30 milioni di euro di risorse, da spendere entro il 2026. Inoltre, nel nostro nuovo Piano sociale distrettuale, sono stati volutamente accantonati dei fondi preziosi proprio per continuare a sostenere la funzione stimolante di questo progetto”.
Come funziona lo Spazio Neutro? Lo spiega l’avvocato Sucapane: “Questo punto di incontro facilita la ripresa lenta e serena di rapporti interrotti per vari motivi connessi alla legge. Il servizio si mette in moto a partire dalla segnalazione di casi di famiglie difficili, che possono arrivare o direttamente al Tribunale (Tribunale per i minorenni o Tribunale ordinario) o tramite i Servizi Sociali del Comune. Il genitore non collocatario, attraverso questo servizio, prova a ricostruire il rapporto con il proprio figlio. Lo sportello, nella Marsica, ha già agito con successo: una famiglia fragile è riuscita ad uscire dal tunnel della comunicazione disfunzionale. Il padre, con una misura cautelare pendente, ha recuperato i rapporti con i suoi tre figli, che non vedeva da tempo. Al centro dell’utilità dello spazio c’è, ovviamente, l’interesse del minore, in linea con il nuovo ruolo sociale dell’avvocatura, che richiama anche l’articolo 31 della Carta Costituzionale, ovvero la Repubblica protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendone gli istituti necessari a tale scopo”. Gli incontri nel luogo protetto avvengono due volte alla settimana, per due ore e mezza ciascuno. Presenti al taglio del nastro del nuovo servizio, anche il presidente dell’Ordine degli avvocati di Avezzano, Roberto Di Pietro, lo psicologo di riferimento Stefano Gentile e la consigliera comunale Concetta Balsorio. L’educatrice familiare che lavorerà allo spazio neutro sarà la dottoressa Marta Mastropietro. Non è il primo servizio a tutela dei più fragili che il Comune di Avezzano attiva, grazie anche al sempre presente sostegno della Caritas, guidata da Don Carmine Di Bernando. “Tutto ciò che nasce dal basso va custodito – ha concluso la presidente del Tribunale per i minorenni dell’Aquila – soprattutto nella carenza generale di risorse; poter contare su uno spazio come questo è fondamentale, perché l’ordinario spesso non è sufficiente. Questo lavoro andrà fatto con attenzione e grande delicatezza, senza indossare gli occhiali del pregiudizio. C’è da dire, purtroppo, che non tutti i genitori sono dei bravi genitori e che non tutte le situazioni sono recuperabili, ma quando si può le catene vanno trasformate e non spezzate. I figli sono figli del mondo: ogni adulto di una società civile deve sentirsi responsabile anche di minori non figli suoi. Nessuno di noi può pensare che il male inferto ad un minore non lo riguardi: tutti siamo e dobbiamo sentirci coinvolti”.