Entrerà in vigore a partire dal prossimo mese di gennaio il provvedimento che vieterà, in Australia, sia le e-cig usa e getta (https://www.svapoebasta.com/1455-elf-bar-sigarette-elettroniche-usa-e-getta.) che quelle ricaricabili senza prescrizione. Da marzo, in particolare, i dispositivi non terapeutici e che vengono venduti fuori dalle farmacie saranno messi al bando. Un vero e proprio giro di vite, per una notizia che in breve ha fatto il giro del mondo anche per le ripercussioni che ci potrebbero essere.
L’iter del divieto
Il primo annuncio in tal senso era giunto nel mese di maggio, e dopo breve tempo si è passati dalle parole ai fatti. Le sigarette elettroniche usa e getta dal 2024 saranno praticamente bandite dal mercato, visto che ne sarà proibita l’importazione. Il senso di questo provvedimento si spiega con il proposito del governo australiano di porre un freno a quello che è stato definito vaping ricreativo, e che consiste nella fruizione di sigarette elettroniche senza uno scopo sanitario ma solo per svago e gusto personale. Già dal 2021 in Australia i vaporizzatori di nicotina e le sigarette elettroniche non si possono importare o comprare in assenza di una prescrizione medica. Nel momento in cui le nuove disposizioni entreranno in vigore, poi, da queste prassi verranno escluse le e-cig usa e getta, che saranno bandite tout court. Da marzo 2024, infine, sarà possibile comprare unicamente in farmacia le ricaricabili. Per quanto il vaping venga ritenuto lo strumento più utile per abbandonare il vizio del fumo, il ministro della sanità australiano Mark Butler si è detto certo del fatto che le e-cig abbiano contribuito a dar vita a una nuova generazione di assuefazione alla nicotina.
Che cosa cambierà
Per il momento in Italia non si intravvedono all’orizzonte provvedimenti simili: si può, quindi, continuare a comprare e-cig monouso per il momento. Per i consumatori australiani, invece, la situazione è ben diversa, considerato il proposito del governo di far sparire dalla circolazione i vaporizzatori usa e getta e le sigarette elettroniche ricaricabili vendute al di fuori dei circuiti delle farmacie. Il modello australiano, però, sembra avere delle falle piuttosto importanti, che sono già state rivelate da quando, in seguito all’introduzione della legge che ha previsto la prescrizione medica, è proliferato in misura significativa il mercato illegale, con prodotti messi in vendita senza alcun tipo di controllo. La legge australiana dedicata alle e-cig entrata in vigore nel 2021, in effetti, imponeva una procedura di acquisto molto complicata, solo con prescrizione medica. Un modello quasi proibizionista, che permetteva di importare le sigarette elettroniche con nicotina dall’estero e che si proponeva l’obiettivo di disincentivare i consumatori. Un obiettivo che, evidentemente, non è stato raggiunto, se il governo ha ritenuto necessario stringere ulteriormente i cordoni della borsa.
La legge del 2021 e quella del 2023
La legge che era entrata in vigore il 1° ottobre di due anni fa aveva stabilito che l’importazione o il possesso senza prescrizione medica di liquidi con nicotina prefigurasse un reato da punire con il carcere o con sanzioni fino a 222mila dollari australiani. Già nei mesi successivi all’introduzione di quel provvedimento, però, ci si era resi conto del fatto che tale decisione si era dimostrata fallimentare, come rivelato fra l’altro da uno studio effettuato, per conto dell’Australian Association of Convenience Stores, da Roy Morgan. Nei 12 mesi successivi all’introduzione della legge, appena 12 svapatori su 100 avevano ottenuto una prescrizione per l’acquisto di prodotti con nicotina per il vaping, e solo in 1 caso su 50 l’acquisto era stato effettuato tramite farmacia. Come aveva messo in evidenza Colin Mendelsohn, noto per essere un fervido sostenitore della tesi delle sigarette elettroniche come strumento per la riduzione del danno, la semplicità con la quale in Australia è possibile comprare le sigarette tradizionali contrasta in maniera sorprendente con la costosa e complicata procedura che è necessario adottare per procurarsi le e-cig. Uno dei motivi è facili da intuire: la prescrizione medica richiama una patologia da curare, ma i vaper non si considerano malati, e per questo non hanno intenzione di rivolgersi al proprio medico. E, d’altro canto, in Australia i medici di famiglia non sono molto informati a proposito di un prodotto che nel loro Paese è sempre stato illegale.
Leggi dagli esiti discutibili
Se la legge del 2021 aveva generato risultati discutibili, tutto lascia pensare che anche il nuovo provvedimento avrà un esito diverso da quello auspicato. Basti pensare che a giugno del 2020 appena 21 medici su 31mila si erano dichiarati disponibili a prescrivere la nicotina, anche per il timore di eventuali ripercussioni legali a cui si potrebbe andare incontro prescrivendo dei prodotti che non hanno ricevuto l’approvazione dell’agenzia del farmaco. Un circolo vizioso che per ora, per fortuna, riguarda solo l’Australia e non l’Europa.