Affidamento concessione Sorgente Santa Croce, la replica del Vice Sindaco di Canistro, Ugo Buffone a Angelo Mariani

Canistro – Si dice che gli ultimi metri prima del traguardo, siano sempre quelli più duri. Non fa eccezione la vicenda della Sorgente Santa Croce, la pregiatissima acqua di Canistro, la cui concessione, sta per essere assegnata, non appena il Rup avrà terminato le sue valutazioni di merito.

A tal proposito le dichiarazioni rilasciate a TerreMarsicane dal consigliere di opposizione di Canistro,  Angelo Mariani, hanno suscitato la reazione del Vice Sindaco del comune, Ugo Buffone che ha contattato la nostra redazione per fare alcune puntualizzazioni.

«Le dichiarazioni di Mariani mi lasciano perplesso. L’opposizione si è occupata solo due volte della questione Santa Croce. Una nell’ottobre 2018 quando la Norda andò via perché capì che non c’erano le condizioni per continuare ad andare avanti in un’operazione ormai impantanata nelle pastoie burocratiche. In quella circostanza l’opposizione chiese le dimissioni del sindaco.» Queste le prime parole del Vice Sindaco.

«Noi abbiamo avuto due bandi che si sono susseguiti uno dopo l’altro. Certo il primo, quello del 2015, fu approntato velocemente in soli 6 mesi e in quella circostanza, la Santa Croce, unico soggetto partecipante, si aggiudicò la concessione. Il Comune ricorse al TAR facendola annullare per ragioni che poi si riveleranno fondate.»

Ora però siamo al secondo bando.

«Su questo secondo bando la nostra amministrazione ha posto delle questioni pregiudiziali rispetto ai requisiti richiesti ai partecipanti alla gara. Ma per spiegare bene devo fare una premessa. Durante la consiliatura Mariani, fra il 2008 e il 2011, la scelta di aumentare la pressione sui tributi di competenza comunale, provocò forti squilibri sul bilancio dell’Ente. Infatti le minori entrate tributarie rispetto a quanto previsto diedero la stura a una serie di contenziosi  con i gruppi imprenditoriali presenti sul territorio che si sono trascinati fino al 2016.»

E quindi?

«Solo dopo l’insediamento dell’attuale amministrazione è stato attivato il recupero di una parte delle somme dovute con atti transattivi, mentre la restante parte, siamo stati costretti a spalmarla sulla fiscalità generale, gravando sulle tasche di tutti i cittadini. Durante il mandato di Antonio di Paolo a partire dal 2012, le imposte comunali furono riviste al ribasso, ma contestualmente, furono avviate le procedure legali per recuperare i mancati introiti degli anni precedenti.»

E come è finita?

«È finita che il contenzioso si è protratto attraverso i vari gradi di giudizio, arrivando ai primi atti transattivi solo nel 2016 con l’amministrazione attuale. Per quanto riguarda la Santa Croce, il Comune di Canistro ha potuto recuperare circa il 50% delle imposte dovute. Proprio  questa posizione debitoria nei confronti del nostro Comune ha indotto l’amministrazione a segnalare in Regione quelle che per noi rappresentano cause ostative per l’attribuzione della concessione per lo sfruttamento della sorgente.»

Qual è la posizione della Regione?

«Su questa segnalazione vorremmo che il RUP facesse qualche riflessione. Il nostro orientamento era di fare questa verifica prima che la Commissione di Gara attribuisse il punteggio, ma ciò non è stato ritenuto necessario così la commissione, ha attribuito i punteggi ai partecipanti alla gara, prescindendo dalle nostre osservazioni.»

E in tutto questo, cosa c’entrano le dichiarazioni di Mariani

«C’entrano, perché dire che l’attribuzione della concessione è solo una formalità è un atto sgradevole che non è possibile accettare perché il RUP, che dal 7 maggio ha in mano la documentazione, è l’unica figura legittimata a dare risposte concrete. Se il RUP dirà che esistono le condizioni oggettive per affidare la concessione alla Santa Croce, se ne prenderà atto e nessuno dirà nulla.»

Ma il Rup potrebbe tranquillamente decidere di affidare la concessione alla Santa Croce invitando l’azienda ad ottemperare ai propri obblighi fiscali.

«Su questo non voglio e non posso rispondere, eventualmente lo farà il sindaco. Posso però dire che ci sono state due altre grandi aziende come la Norda e la San Benedetto che avrebbero investito su questo territorio ma non sono state messe nella condizione di poterlo fare.»

Ma allora perché, come dice Mariani, il comune non si è attivato per tempo per individuare altri siti per realizzare un nuovo stabilimento visto che quello della Santa Croce, essendo una proprietà privata, non poteva essere inserito nel bando?

«Il comune ha predisposto un nuova area privata all’interno del paese che noi abbiamo trasformato in area industriale a disposizione di eventuali vincitori della gara diversi dalla Santa Croce.»     

Sulla quota di punteggio attribuito in relazione al numero di assunzioni prospettate dai concorrenti, la Santa Croce avrebbe ottenuto un punteggio superiore a quello della San Benedetto, ciò starebbe a significare, secondo Buffone, che la Santa Croce avrebbe presentato un piano più sostenibile in termini di assorbimento delle maestranze. Dati che però, a suo dire, gli hanno lasciato qualche perplessità.

Da dove nascono le sue perplessità?

«La commissione avrebbe attribuito 90,65 punti alla Santa Croce e 62 alla San Benedetto, mi pare una grande differenza ma su questo non voglio aggiungere nulla perché già sui social, ho scritto delle cose che poi sono state riprese in negativo e non voglio esprimermi oltre.»

A che titolo il comune di Canistro va a sindacare su una gara che riguarda l’esercizio della libera impresa di privati che rispondono a un bando per ottenere una concessione demaniale che certamente non è nella disponibilità del comune?

«Il comune rilascia le concessioni per l’esercizio dell’attività d’impresa, ha la responsabilità di una comunità che conta molto su questo stabilimento industriale, che vuol dire occupazione e una nuova possibilità di far tornare a lavoro le persone che da molto tempo sono a casa senza reddito.»

Da questo punto di vista cosa cambia per il comune di Canistro se a gestire la sorgente sarà un soggetto economico piuttosto che un altro?

«Cambia la conoscenza che abbiamo avuto in questi anni. Anni in cui si è fatto molto ricorso alla cassa integrazione. Cosa possiamo aspettarci di diverso rispetto al passato? Tenga presente che nel 2006 dallo stabilimento uscivano 350 milioni di bottiglie, oggi solo 60/70 milioni.»     

Secondo lei la San Benedetto avrebbe offerto maggiori garanzie di stabilità e occupazione?

«Beh, la San Benedetto ha 12 stabilimenti e 1800 dipendenti e un trend di sviluppo molto significativo. Un amministratore che cura gli interessi della propria comunità questi aspetti non può non valutarli. Noi non abbiamo nulla contro la Santa Croce ma hanno risposto al bando altre aziende molto forti e strutturate.»

Però la Santa Croce ha il vantaggio di avere già uno stabilimento, gli altri invece se lo devono costruire di sana pianta.

«Certo ma la informo che lo stabilimento è stato anche finanziato con soldi pubblici eppure mi si dice che la struttura non può essere inserita nel bando perché è una proprietà privata. Ne prendo atto ma sono dispiaciuto, ancora di più per l’intervento di Mariani. Se l’attribuzione resta una formalità, non doveva essere lui a dirlo. A meno che Mariani non sia in possesso di informazioni che gli altri non conoscono.»

Mariani ha detto che al punto in cui si è arrivati, rimettere tutto a gara sarebbe follia, vorrebbe dire perdere ulteriore tempo prezioso.

«Ma assolutamente no. questo non succederà. Anzi potrebbe accadere che Colella accetti di confrontarsi con l’amministrazione comunale. Se la Santa Croce è una grande azienda, oltre che una grande acqua, dovrebbe accettare di confrontarsi.»

Immagino che un imprenditore, dopo aver vissuto un duro contenzioso di natura legale con la pubblica amministrazione, col comune in questo caso, poi fa fatica a dialogare come se nulla fosse mai accaduto.

«Ma la proprietà in questo paese ci deve stare, se vuole fare impresa, ci deve vivere, deve rapportarsi con gli altri, col massimo rispetto, mi pare una cosa naturale. In questi anni invece è stato un continuo susseguirsi di accordi disattesi, altrimenti la partita l’avremmo già chiusa, prima di questi due bandi. Abbiamo tentato di trovare soluzioni, ma senza successo. Questo Mariani lo sa bene.»  

Mariani ha anche detto che auspicava una collaborazione di tutta la politica per trovare soluzioni condivise.

«Ma la collaborazione ci sarebbe stata una volta conosciute le valutazioni del Rup. Lo stesso Colella, dopo l’attribuzione dei punteggi aveva dichiarato che sarebbe stato il caso di superare tante questioni, motivo di attrito. Non servivano le dichiarazioni di Mariani. Oggi certe uscite non possono essere accettate perché sono evidentemente a favore di una sola, delle parti in causa.»  

In questo momento i 75 dipendenti che hanno perso il lavoro che genere di tutele hanno?

«La regione, nella redazione del bando, ha voluto certificare quanti fossero i lavoratori che manifestavano la volontà di tornare a lavorare nello stabilimento di imbottigliamento. Sono state raccolte adesioni per 53 unità. Molti di loro, allo stato attuale, non percepiscono alcun reddito, hanno potuto usufruire dell’anticipazione del Tfr ma la situazione resta molto complicata.»

 

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