Avezzano – L’amore per il mare, il desiderio di navigare con la sola forza del vento, la voglia di sentirsi liberi e di scoprire nuovi orizzonti, hanno fatto sì che un desiderio, un sogno, diventasse realtà.
“Afrodite” è il nome di un’imbarcazione a vela, un Jeanneau Sun Odissey 40.3, che ha come armatori due marsicani, Susanna Di Toro e Massimo De Filippis, entrambi residenti ad Avezzano.
Dopo il conseguimento della patente nautica e l’iscrizione alla Lega Navale Italiana ed alla Federazione Italiana Vela, i due armatori marsicani, nonostante la lontananza dal mare e le difficoltà incontrate lungo la rotta, iniziano la loro avventura in mare navigando in Adriatico.
Lo scorso anno Di Toro e De Filippis decidono di dare una forma diversa alla loro navigazione dedicandosi alle competizioni. La loro prima tappa è il campionato estivo, il Grande Slam del Gargano, la seconda quello invernale, la Winter Race del Gargano, entrambi organizzati dalla Lega Navale Italiana, sezione di Manfredonia.
Oggi “Afrodite”, la barca a vela marsicana, è una barca in gara e a maggio comincerà il suo nuovo campionato estivo nel Grande Slam del Gargano, edizione 2020, che avrà come prima regata quella della Trani/Dubrovnik e a seguire altre sei importanti regate la Vieste/Lastovo, la Regata dei Trabucchi, la Bisceglie/Manfredonia, la Daunia Cup, la Coppa Monsignore, e per finire la Pizzomunno Cup.
L’equipaggio di “Afrodite” è di forte tradizione abruzzese e, a parte i due armatori marsicani Susanna e Massimo, è solitamente composto dal loro giovane figlio Valerio De Filippis, di appena 15 anni, da un altro marsicano, Gianni Cataldo, e dalla teramana Monica Gramenzi.
“Ci sono milioni di motivi per amare il mare, la vela, il vento, ma noi siamo solo di parte e siamo molto fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di rendere concreto il nostro sogno” ci confida l’armatrice Susanna Di Toro “se puoi sognarlo, puoi farlo” citando Walt Disney.
E conclude “e come si dice tra velisti “ buon vento a tutti”.”
“Afrodite” è un’imbarcazione biocompatibile ed ecosostenibile con i suoi i pannelli solari, con l’attenzione nell’uso di prodotti biodegradabili come saponi e detergenti e con la differenziazione dei rifiuti di bordo, per preservare l’ambiente ed il mare che la ospita.
Le sue avventure sono raccontate in una pagina Facebook chiamata “Afrodite sailinglife”, creata per condividere questa esperienza non solo con chi ama il mare ma anche semplicemente con chi vuole avvicinarsi al mondo della vela o vuole semplicemente un consiglio per come affrontare al meglio una navigazione o una crociera.
Ma non solo, uscire in barca a vela implica una serie di operazioni da compiere e decisioni da prendere repentinamente, gestire emozioni, paure e dubbi. E’ un vero e proprio lavoro terapeutico che dà valore alla propria personalità e favorisce la crescita personale. Per questo andare in barca è diventata una vera e propria cura chiamata “Velaterapia” come sostegno per diverse disabilità e all’interno di numerose procedure psicoterapeutiche, una terapia che oggi sempre più associazioni veliche inseriscono tra le loro iniziative per far sì che questo sport possa essere alla portata di tutti.