Avezzano – È suonata il 12 settembre, la prima campanella per gli studenti del Liceo Scientifico “Vitruvio” di Avezzano. Come ogni anno e come ben sa chi lavora nella scuola “il primo giorno” è sempre foriero di grandi emozioni, sia per lo studente di quinto che vive il suo “ultimo primo giorno”, sia per chi frequenta il primo anno che affronta il suo primo giorno nella nuova scuola.
Quali le aspettative? Quali le paure? Quali le attese del primo giorno? Ovviamente non possiamo saperlo, e molte si espliciteranno nel proseguo dell’anno, ma chi ha assistito all’entrata degli studenti del primo anno, non può non aver provato tenerezza nei loro confronti: i loro sguardi un po’ spauriti, il loro silenzio che faceva da contrappunto al chiacchiericcio gioioso dei loro compagni “anziani” e che diceva, forse, tutto un mondo di sentimenti contrastanti. Ognuno stretto al compagno che già conosceva, cercava di farsi coraggio per percorrere la strada intrapresa accennando, di tanto in tanto, un sorriso timido e impacciato.
I nuovi “vitruviani”, dopo essere stati accolti dalla Dirigente Scolastica, prof.ssa Nicolina Tania Ulisse, sono stati accompagnati dai docenti coordinatori nelle loro classi e poi nella biblioteca innovativa, completamente ristrutturata e rinnovata, attraverso fondi PNRR. Quest’ultima, appartenente alla Rete Bibliars (Biblioteche Scolastiche Innovative), è diventata un ambiente di apprendimento polifunzionale e interattivo. Le docenti referenti dell’accoglienza, le prof.sse D’Angeli Barbara e D’Innocenzo Anna Maria, hanno dato il benvenuto ai ragazzi nella grande comunità del “Vitruvio” ricordando che “Vitruviano si è per sempre” e che non importa se qualche volta si cade, l’importante è andare avanti con gli occhi puntati al traguardo. È stata condivisa anche una riflessione sul senso del tempo: il tempo trascorso a scuola, i 5 anni, tra gioie, paure, voti belli e meno belli, sarà un tempo che entrerà nell’anima e si trasformerà in un tempo eterno perché resterà sempre tra i ricordi più preziosi, anche perché, ripetiamo, “un vitruviano è per sempre!”