Avezzano – Ha preso il via ieri alle 18, presso il Seminario diocesano di Avezzano, il percorso di formazione «Dammi il cinque», sui cinque pilastri della Dottrina Sociale della Chiesa, promosso dall’ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro. Il progetto nasce dalla necessità di fornire uno specifico contributo all’evangelizzazione, al dialogo con il mondo, all’interpretazione cristiana della realtà.
Il primo incontro è stato guidato dal Vescovo Giovanni Massaro e ha avuto come tema “La centralità della persona”. Il presule ha esordito dicendo: “Innanzitutto parliamo di persona e non di individuo. La cultura dominante, quella che noi respiriamo ogni giorno, il Neoliberismo ha ridotto il concetto di persona a quello di individuo. Qual è la differenza: la persona è realtà aperta all’altra, è un essere in relazione che non può essere ripiegato o chiuso in se stesso. L’individuo è una realtà puramente immanente. Se si nega la relazionalità intrinseca della persona si cade nell’egoismo, il benessere si identifica con il consumismo, si esclude Dio, la religione viene tollerata come fenomeno privato o di culto senza alcuna rilevanza sociale, si nega l’esistenza di norme etiche oggettive. Per superare – ha proseguito il Vescovo – la concezione debole dell’uomo come individuo occorre recuperare il suo essere soggetto in relazione. In primo luogo in relazione con Dio. Il fondamento della persona è data dalla sua dignità e il Vangelo insegna che l’uomo vale per quello che è e non per quello che ha o per quello che fa.
La sua dignità è legata al fatto che è persona. Ma nessuna concezione puramente immanente dell’uomo riesce a fondare in modo assoluto la dignità e l’esistenza di diritti inalienabili. La razza, la cultura, la salute, il potere, il successo, il denaro o qualsiasi altra realtà immanente non potranno mai fondare il valore primario della persona. L’origine della dignità è data dal fatto che l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. La Dottrina sociale della Chiesa chiarisce poi – ha proseguito ancora il Vescovo – anche i luoghi dove la persona umana si scopre e si realizza come soggetto in relazione con gli altri: la famiglia e la società. Il fedele laico – ha concluso Mons. Massaro – secondo quanto afferma la Dottrina sociale della Chiesa, è chiamato a individuare, nelle concrete situazioni politiche, i passi realisticamente possibili per dare attuazione ai principi e ai valori morali propri della vita sociale. La fede non ha mai preteso di imbrigliare un rigido schema i contenuti sociopolitici consapevole che la dimensione storica in cui l’uomo vive impone di verificare la presenza di situazioni non perfette e spesso rapidamente mutevoli”.
Dopo l’intervento del vescovo le attività si sono svolte in gruppi di lavoro che poi hanno confluito nella sintesi finale. I prossimi incontri, a cadenza mensile, saranno guidati dai membri della consulta diocesana di pastorale sociale e riguarderanno i seguenti argomenti: la solidarietà (28 febbraio), la sussidiarietà (29 marzo), il bene comune (28 aprile) e la partecipazione (30 maggio). Gli incontri si terranno presso la sala conferenze del Seminario diocesano, dalle 18 alle 20. È invitato ad intervenire chiunque sia desideroso di approfondire la propria conoscenza sulla Dottrina sociale della Chiesa, che rappresenta un irrinunciabile punto di riferimento per la formazione delle coscienze e per orientare le scelte della vita di ogni cristiano.