Abruzzo – L’Abruzzo, “Regione Verde d’Europa“, si trova ad un bivio. Da un lato, il suo patrimonio naturale, con la presenza di specie rare come l’orso bruno marsicano e il lupo appenninico, attira centinaia di migliaia di turisti ogni anno, alimentando un turismo sostenibile che valorizza l’ambiente e le comunità locali. Dall’altro, la delibera che prevede l’abbattimento di 469 cervi nel prossimo autunno che minaccia di vanificare anni di lavoro e investimenti nel settore turistico.
In una lunga nota, condivisa online dal WWF Abruzzo, i maggiori operatori turistici della nostra Regione, espongono le ragioni per le quali sono contrari all’abbattimento dei cervi stabilito con un provvedimento del Consiglio regionale a inizio Agosto.
“La regione” spiegano “attrae oggi centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo: arrivano per esplorare i parchi, praticare sport all’aria aperta, osservare e fotografare le specie rare e godere della cucina autentica e delle tradizioni culturali“.
E continuano gli operatori del turismo abruzzese: “È evidente che lo sviluppo del turismo responsabile non è compatibile con la caccia in generale e soprattutto non lo è affatto con la prevista uccisione dei 469 cervi condannati a morte certa nel prossimo autunno 2024. Il turismo naturalistico richiede un impegno a lungo termine con la collaborazione di vari attori: istituzioni, comunità locali, ONG, visitatori e operatori privati“.
Tour operator, agenzie turistiche, cooperative ambientali e turistiche, insieme ad Accompagnatori di Media Montagna, Guide alpine e ambientali, Guide e Accompagnatori turistici, chiedono al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio di sospendere la delibera che prevede la mattanza dei cervi.
“Noi crediamo che in questa vicenda degli errori sono stati fatti e sono stati fatti a prescindere dalle
esigenze e dalle sensibilità, anche delle giuste problematiche e criticità di chi (in qualche modo)
subisce la presenza dei cervi e della fauna selvatica in generale“, scrivono gli operatori.
L’Abruzzo ha la possibilità di diventare un modello di turismo sostenibile a livello nazionale ed europeo. Per farlo, è necessario abbandonare pratiche come la caccia indiscriminata e investire in soluzioni alternative che tutelino l’ambiente e la biodiversità.