Avezzano – Avezzano Bene Comune presenta il suo progetto alla Città e chiama a raccolta quanti si riconoscono nei valori e nelle idee alla base del Movimento, antifascista e ambientalista – “per l’ambiente e i modelli sostenibili di sviluppo, gli unici possibili come evidente” – che ripudiano “la politica da “comitato d’affari” che ha dominato la città negli ultimi anni” e che sono pronte a impegnarsi in un progetto di ampio respiro con l’ambizione di non esaurirsi con la tornata elettorale.
Un incontro partecipato, quello organizzato da Piero Di Nunzio, Paolo Dominici , Rita Genovesi, Nicola Stornelli, Alessandro Del Monaco, Laura Mancini, Vittorio Travi – provenienti da esperienze diverse, anche istituzionali, ma con la comune formazione nella sinistra – e tenutosi nei giorni scorsi nella sala conferenze del Comune di Avezzano. Nel corso dell’incontro, potente nei contenuti e per certi versi inaspettato, è stato presentato il simbolo del Movimento: con il nome Avezzano bene Comune, “L’ABC della Democrazia, da cui ripartire”, come ha spiegato Nicola Stornelli, il cerchio solidale di figure stilizzate collegate l’una all’altra, a rappresentare l’unità sostanziale all’interno di ogni comunità e, tra esse, e i simboli di falce e martello, “Una rappresentazione così calzante per la nostra terra, dove gli agricoltori prima e poi gli operai hanno costruito e ricostruito, con tenacia, anche protagonisti di lotte straordinarie. Un simbolo”, ha precisato Paolo Dominici, “tutt’altro che nostalgico e vecchio, bensì il simbolo di una rinascita, di una nuova speranza”.
Il primo appuntamento del Movimento con il pubblico è l’occasione per i promotori di una nitida dichiarazione d’intenti e per invitare tutte le persone “stanche del familismo imperante, dove gruppi e gruppuscoli si scompongono e ricompongono sempre e solo per interessi particolaristici, ad impegnarsi per una politica con il pieno diritto di cittadinanza nei cuori delle persone, perché essa è, appunto, al servizio delle persone, funzionale al bene comune, e non a logiche varie di spartizione e interessi di cerchie più o meno ristrette”.
“Questa è la prima delle assemblee in cui si affronteranno le criticità della città”, ha spiegato Nicola Stornelli, “Ci poniamo come rottura rispetto a come , e a quanti, hanno amministrato la città negli anni precedenti. Abbiamo deciso di dare vita a una serie di assemblee aperte al pubblico, dove tutti potranno partecipare, ed esprimere le proprie proposte a partire dai loro ambiti di vita ed esperienze. Abbiamo inteso questo progetto come un inizio, per riportare in città una sinistra sana, in cui potersi riconoscere. Accettiamo la sfida”.
“Per un giovane che resta nove se ne andranno da questa terra”, ha rimarcato Alessandro Del Monaco, dell’Unione Studenti Universitari, “Abbiamo il diritto di restare nella nostra terra e di poter fare la differenza, di avere voce, e che questa voce conti, non sia solo strumentale agli interessi di qualcuno. Invito tutti ragazzi ad avvicinarsi, a dare il loro contributo: fate questo passo, per dire basta a trasformismi fatti sulla nostra pelle. Ascoltate, decidete poi da voi, ma fate questi passi importanti. Avezzano Bene Comune, fatto da figli di persone perbene e qualunque, può rompere un sistema e ridare ad Avezzano una certa dignità, una democrazia e un futuro”.
Nel suo intervento Paolo Dominici ha tracciato quelle che saranno le linee programmatiche locali di una politica “Antifascista e ambientalista, che sappia proporre progetti per una reale crescita del territorio, a partire dalla valutazione dei modelli di sviluppo, con lo sguardo ai giovani, alle periferie, reali e ideali, quelle cioè rappresentate dai singoli e dalle famiglie relegate nella marginalità economica e sociale, o a forte rischio di esclusione”, deprecando “certi balletti osceni cui danno vita certe sedicenti liste civiche, che sono in realtà comitati d’affari. Avezzano non ha avuto reale opposizione, l’ultima amministrazione ha avuto sette componenti che prima erano “dall’altra parte”. É qui la linea di demarcazione tra democrazia e non democrazia: l’inesistenza di una vera opposizione. É l’umiliazione della città, sottoposta al potere di comitati d’affari che la opprimono e ne opprimono economia e sviluppo”.
Ampia la partecipazione all’incontro, e diversi i contributi giunti dalla platea, tra cui quelli di Antonino Pietrucci, Stefano Frezza, Mario Casale, Silvano Di Pirro, Antonio Peduzzi. Nel corso dell’incontro è stata ribadita l’apertura a quanti siano intenzionati a impegnarsi per il territorio all’insegna dei valori cardine che sono alla base del movimento, ma parimenti si è esclusa una possibile convergenza con il PD, pure limitatamente a una cooperazione sui programmi.