Avezzano – Venerdi 31 maggio alle ore 11,15 e alla ore 20,30 nei locali del Liceo Classico in via Marconi ad Avezzano, gli alunni: Alfidi Raffaella, Alonsi Antonio, Bove Niccolò, Ciofani Federico, Coletta Giorgia , Di Berardino Angela, Di Filippo Emma,Di Paolo Giulia, Di Rocco Giovanni, Lelli Augusto, Meuti Noemi, Pietrosanti Giulia, Ricci Francesco,Scipioni Cesare,Vitale Maria, presentano
“ANTIGONE, l’abisso e la luce”.
Testi da Sofocle, Steiner, Anouilh e scritture degli alunni e alunne: Alfidi Raffaella, Bove Niccolò , Di Filippo Emma, Di Paolo Giulia, Di Rocco Giovanni, Pietrosanti Giulia, Scipioni Cesare Augusto.
Regia: Valentina Ciaccia.
Laboratorio teatrale anno scolastico 2018-2019 condotto da Gabriele Ciaccia
Dirigente: Annamaria Fracassi.
NOTE:
Sorge l’alba, il giorno dopo che Eteocle e Polinice, figli di Edipo, si sono dati la morte l’un l’altro nel combattere per il trono di Tebe. Antigone, sorella dei due, informa l’altra sorella Ismene che Creonte, nuovo re della città, parrebbe intenzionato a dare onoranze funebri al corpo di Eteocle, lasciando invece insepolto quello di Polinice. La cosa non è stata ancora annunciata ufficialmente, ma se così sarà, Antigone afferma che cercherà di dare comunque sepoltura a Polinice, sfidando l’ordine del re, e chiede alla sorella di aiutarla. Ismene, spaventata, si tira indietro: Antigone dovrà tentare l’impresa da sola. Antigone decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re di Tebe, Creonte. Scoperta, Antigone viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta. In seguito alle profezie dell’indovino Tiresia e alle suppliche del coro, Creonte decide infine di liberarla, ma troppo tardi, perché Antigone nel frattempo si è suicidata impiccandosi. Questo porta al suicidio il figlio di Creonte, Emone (promesso sposo di Antigone), e poi la moglie di Creonte, Euridice, lasciando Creonte solo a maledire la propria stoltezza.
I ruoli equamente suddivisi, rispettando l’indicazione del laboratorio, nelle varie versioni concomitanti e coabitanti di Antigone Creonte Ismene Emone… Ogni loro versione si richiama alla storia del teatro, con una estrapolazione in particolare da Sofocle, Anouilh Brecht, e nell’attitudine, con un forte richiamo a Brecht, a Steiner (integrando la critica all’azione dinamica) al Living Theatre, a Peter Brook. Lo spazio viene suddiviso nelle azioni, occupare porzioni di spazio significa in questa scrittura scenica significare il luogo. All’interno del teatro all’italiana, così come per il remix di testi, si compie un remix di spazi. Si occupano gli spazi come nel teatro greco, poi nel teatro all’Italiana, poi usando dislivelli come nella tradizione del primo ‘900, poi usando il livello base, vuoto/terra dei teatri orientali e delle tradizioni del teatro europeo del secondo ‘900.
Luci e costumi sono neutri e semplici. Prevalenza di luci ambrate, toni chiari e naturali nei costumi. Se si indossa un segno è estremante significativo, ad esempio: una maglietta punk, sul neutro.
Si utilizzerà un corridoio molto stretto di sagomatori in scena, creando il buio sul fondo solo nella scena del seppellimento. Una radente all’inizio illumina a terra il corridoio centrale della platea dove si svolge la prima azione.
Nel corso della serata del 31 maggio, il prof. Salvatore Braghini, avvocato e presidente regionale dell’Antigone Abruzzo, illustrerà le iniziative dell’associazione politico-culturale che promuove elaborazioni e dibattiti sul modello di legalità penale e processuale del nostro paese e sulla sua evoluzione.