Appalti, Giancaterino: Pm valuta interrogatorio bis solo per lui

Entro domani la decisione del Gip sulle richieste di scarcerazione delle sette persone coinvolte nella vicenda

Avezzano – Entro domani il Gip del Tribunale di Avezzano, Francesca Proietti, prenderà una decisione sulle richieste di scarcerazione avanzate dai legali di fiducia delle sette persone che si trovano agli arresti domiciliari per gli appalti truccati. Gli indagati che sono accusati, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, di corruzione, falso e di rivelazione di segreto d’ufficio, sono stati sentiti durante la settimana dal giudice alla presenza del Pm, Maurizio Maria Cerrato, e dagli interrogatori è stato confermato non solo che esisteva una sistema corruttivo ma che sono state elargite mazzette per aggiudicarsi gli appalti pubblici.

In foto il Pm Maurizio Maria Cerrato

Come riportato dal quotidiano Il Messaggero l’imprenditore di Penne, Sergio Giancaterino, ha raccontato ai magistrati le modalità delle gare e ha fatto i nomi dei politici e funzionari che incassavano i soldi. L’indagato, difeso dagli avvocati Antonio Pascale e Leonardo Casciere, sembra che nei prossimi giorni verrà di nuovo sentito dalla Procura per altre gare pubbliche dei Comuni marsicani che ancora sono sotto le lenti d’ingrandimento degli inquirenti. L’inchiesta quindi è destinata ad allargarsi con sviluppi anche clamorosi.

La Procura di Avezzano evidenzia che «il quadro di insieme che restituisce il complesso delle intercettazioni è la presenza in molteplici enti pubblici, esistenti nel territorio regionale, di amministratori e/o funzionari inclini a fare mercimonio dei pubblici affidamenti con metodi delinquenziali e consuetudinari a spregio delle più elementari norme».

Ad oggi sono agli arresti domiciliari: Giuseppe Venturini, ex amministratore delegato del Consorzio acquedottistico marsicano; Paolo Di Pietro, ex vice sindaco con delega ai Lavori pubblici di Canistro (che, come ha precisato il suo legale Armando Di Pietro, «non ha fatto scena muta ma si è avvalso della facoltà di non rispondere»); Giuseppe D’Angelo, sindaco di Casacanditella, paese del Chietino; Emiliano Pompa, imprenditore di Montorio al Vomano; Antonio Ruggeri di Pescina, faccendiere, uomo che vantava entrature in Vaticano e conoscenze nella magistratura che gli avrebbero garantito l’immunità; Antonio Ranieri, responsabile unico del procedimento al Comune di Campotosto, e appunto l’imprenditore Giancaterino di Penne.

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