Applausi per gli alunni della Vivenza al castello Orsini

Avezzano Venerdì 12 maggio alle ore 18.00 si è svolta la rappresentazione teatrale di una commedia dialettale “La furnara e je furnare”presso il castello Orsini di Avezzano, al termine del progetto del Pon teatro della Vivenza: “Uno, nessuno, centomila”.

Nell’Avezzano di una volta, il forno diventava il luogo strategico d’ incontro, in cui si intrecciavano le diverse storie dei personaggi della città, che evidenziano i loro aspetti più caratteristici. La scena si svolge in uno dei tanti forni avezzanesi che all’epoca funzionava a pieno in tutte le famiglie si faceva pane. Erano forni di legna e venivano alimentati con le fascine di faggio e di quercia delle nostre montagne. Mariantonia in una bella mattina di primavera è intenta a scaldare il forno dopo aver fatto il giro di comari e compari, due volte, prima per svegliarli e poi per fargli spianare il pane, ma nel fare quest’ultimo giro si è procurata una storta. Fortunatamente interviene in aiuto suo marito che riassicura sua moglie promettendole di tener testa alle comari e ai compari che vanno nel forno. Ed eccoli che arrivano, con il pane fatto più o meno bene anche con le loro storie, difetti, simpatie e avversioni. La commedia è della Compagnia “Je Marsicane”, commedia ad atto unico di Pierino Zi’ frate. 

Caratteristici i personaggi, da Marietta, la scapigliata a Giulietta Battaglia, che con la sua lingua svelta crea continui scompigli, dalla signora Margarita, gentildonna decaduta, a Celeste Cariona, la lamentosa, da Renato, il muto che nonostante le sue difficoltà riesce a farsi capire con gesti plateali, a Giovanni Trinchetto, che già di prima mattina non può fare a meno del suo bicchiere di vino, da zio Vincenzino, il padre di Peppino, che dalla marcia su Roma, ha perso il senno a Massimo, il figlio di Mariantonia, che in tutto il trambusto è l’unico a ricevere un sonoro ceffone dal padre a causa della sua ingenuità. Esperta di teatro l’insegnante Nadia Conte, tutor l’insegnante Catia Di Battista. 

La promozione dello strumento pedagogico dell’educazione teatrale, ha permesso di valorizzare e potenziare competenze profondamente significative nel processo di crescita di ragazzi. La scuola media Vivenza ritiene che l’attività del teatro è una valida forma didattica integrativa, utile a potenziare gli aspetti relazionali. Le attività teatrali lavorano direttamente le emozioni, costituiscono uno strumento imprescindibile di conoscenza di sé e dell’altro, abbattendo barriere personali e sociali. Gli obiettivi formativi di quest’attività si muovono quindi sia sul piano personale che sociale. Inoltre il teatro in grado di creare e lavorare l’intelligenza emotiva, competenza alla base della gestione delle relazioni e del benessere dell’individuo. 

Si accresce la fiducia in sé, l’autostima e si sviluppa nel campo relazionale l’accettazione dell’altro nelle sue particolarità e diversità. Si migliorano le dinamiche di inclusione e si incrementano le capacità di collaborazione. Bravissimi i ragazzi che hanno interpretato i vari ruoli a cui sono andati grandi applausi. Un grazie alla compagnia teatrale, alle insegnanti Nadia Conte e Catia  Di Battista. Un grazie in particolare alla dirigente dell’Istituto Comprensivo “A. Vivenza- Giovanni XXIII”, dottoressa Franca Felli, sempre sensibile a queste lodevoli iniziative. 

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