La scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi in questa lirica, narrando l’episodio biblico dell’incontro tra Elisabetta e Maria, anticipa l’evento del Natale come dispensatore di speranza.
La parola poetica in questi versi si fa pertanto preghiera nella ricerca di salvezza per sé e per gli altri legata all’avvento del Dio-Bambino.
La Visitazione.
Il cuore di donna s’apre
allo splendore eterno nell’abbraccio
di Elisabetta e Maria.
Nel tenero saluto s’incontrano
gli anni trascorsi e quelli
che verranno al dolce gioco
vestito di brezza divina.
Sussulta al di sotto dell’ammanto
il grembo gravido di epifanie.
Il verbo celato nell’umana carne
si fa anima e sensi frumento e vite.
L’aurora tra cielo e terra
accarezza la dormiente fanciulla
a destare nell’umile figlia di Sion
la speranza di redenzione.
Grazia e bellezza nel progetto
incomprensibile sul paradigma
del “si” danno volto al principio
di ogni creatura.
Narrando i segreti
dell’universo s’alza
la voce di Maria e il suo
canto solista nei loquaci silenzi
si fa coro di angeli in delirio.
Esulta il Magnificat della Vergine
a ribaltare nell’innocenza di un bimbo
la storia dell’uomo pellegrino
in pena nel suo cammino senza pacetra mille travagli nell’alleluia
a glorificare il dono di una briciola di carne:
infinito amore di una goccia di sangue
sulla rosa delle galassie.