Assemblea incandescente a Pescina. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Mario Quaglieri, contestato, abbandona il tavolo di confronto

 Pescina – Infastidito dai toni sopra le righe di qualcuno in platea, l’ex sindaco di Trasacco, attuale presidente della commissione sanità, lascia platealmente il tavolo di confronto con gli amministratori di Pescina. Tutto accade quando Quaglieri sottolinea l’assenza dell’ex consigliere regionale Maurizio Di Nicola.

In realtà il sindaco di Pescina, all’inizio dei lavori, aveva letto una lettera ricevuta dall’esponente di +Europa nella quale, lo stesso, aveva espresso rammarico per la sua impossibilità a partecipare per motivi di salute. Presenti all’incontro anche Augusto De Sanctis del Forum H2O, Giuseppina Ranalli del comitato contro la centrale a biogas e Cesidio Lobene sindaco di Trasacco.

Tre i punti all’ordine del giorno dell’assemblea pubblica convocata dal sindaco Stefano Iulianella. Oltre al nuovo impianto irriguo per il Fucino, c’era da discutere del taglio dei fondi per il centro ASL per l’Alzheimer a Pescina e del nulla osta rilasciato dalla Regione Abruzzo per realizzare un impianto di bio-metano nel comune di Collarmele

Inutile dire che la questione del primo stralcio di 50 milioni di euro destinati alla riqualificazione del sistema irriguo del Fucino ha monopolizzato tutte e quattro le ore che è durata l’assemblea, che ha avuto momenti concitati per le diverse posizioni rappresentate attorno al tavolo.     

Il sindaco Iulianella, nel suo intervento introduttivo, ha ripercorso le fasi attraverso cui l’amministrazione D’Alfonso era arrivata a formulare un piano complessivo per il sistema irriguo del Fucino, nell’ambito dei fondi del masterplan, ricordando, a tal proposito, il contributo fornito da Maurizio Di Nicola, nel dare voce alle istanze del territorio. Non ha mancato inoltre di rispedire al mittente le accuse di strumentalizzazione dei temi in discussione, che gli erano arrivate via social e a mezzo stampa da esponenti del centrodestra. 

Chi più di altri, aveva polemizzato a distanza col sindaco di Pescina, era stato Quirino D’Orazio, sindaco di San Benedetto dei Marsi, che, presente all’assemblea, nel corso del suo intervento, ha minimizzato quelle che secondo lui sono preoccupazioni inutili dato che il documento della regione è solo uno studio di fattibilità.

D’Orazio poi, rivolto alla platea, ha chiesto. «Quanti , fra i presenti in sala, sono quelli che conoscono la differenza fra uno studio di fattibilità e un progetto esecutivo?» La risposta del pubblico è stata una sonora protesta di riprovazione, ma Confagricoltura ha provato a offrire uno spunto di riflessione.         

Secondo Stefano Fabrizi di Confagricoltura, Amplero resterebbe la soluzione migliore per risolvere il problema dell’accumulo dell’acqua e ha aggiunto, che la parte economica del progetto, è quella più discutibile, perché secondo lui, verrebbe meno la priorità essenziale che è l’irrigazione.

«Secondo il piano economico» Dice Fabrizi «Bisognerebbe spendere 14 milioni di euro per la progettazione e gli scavi, più altri e 3,8 milioni per gli espropri, ovvero 80.000 euro per ettaro dove nessuno spenderebbe tale cifra per un ettaro di terreno.» Fabrizi continua. «Con il progetto stralcio, dei 50 milioni di euro, ben 18 vanno al bacino di accumulo e agli espropri. » Insomma, per Fabrizi, il vero affare lo farebbero i proprietari dei terreni espropriati, mentre gli agricoltori, che aspettano da 30/40 anni una soluzione, si dovrebbero accontentare di ciò che avanza. 

Anche la risoluzione proposta dal consigliere regionale del PD Paolucci, secondo Fabrizi. «È pericolosa.» Queste le sue parole. Paolucci in sostanza propone di investire sulla depurazione delle acque puntando sostanzialmente sul riciclo, ma per il rappresentante di Confagricoltura, questa soluzione avrebbe eccessivi costi, a fronte dei 24 milioni di mc. d’acqua all’anno, che sono il fabbisogno della piana del Fucino

«Oggi vengono pompati dal sottosuolo, attraverso un migliaio di pozzi privati, per la gran parte abusivi, circa 13 milioni di mc. con motori elettrici e altri 5 milioni con pompe a gasolio. Rispetto a questi numeri una vasca di laminazione per 1,5 milioni di mc che valore aggiunto porta? 1,5 milioni di mc. sono quelli che la galleria Torlonia porta via ogni giorno. A noi non interessa dove si prende l’acqua, l’importante è attenersi alle disposizioni di legge.» queste le parole conclusive di Fabrizi

Insomma, fra qualche mese Fucino avrà bisogno di molta acqua, il progetto stralcio per l’impianto irriguo è ancora nella fase dello studio di fattibilità e a dicembre 2021 scadono i termini di legge entro i quali i fondi vanno usati. «CHE FARE?» Avrebbero detto i cafoni di Fontamara.

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