ANXA ANGITIA (L’area Sacra)

Sul pendio, lungo la strada che dalla Provinciale sale verso il cimitero entrando nel luogo dove era la Porta del Corno della Penna aperta verso la strada circonfucense che veniva da Alba Fucens, i recenti scavi della Soprintendenza archeologica d’Abruzzo, attuati da Roberta Cairoli sotto la direzione di Adele Campanelli, hanno riportato alla luce un’area sacrale utilizzata dal rii secolo a.C. fino al i d.C. con i resti di due templi, un porticato ed un’area artigianale.

Il più antico tempio marso del m secolo, parzialmente incavato sulla roccia del pendio e ancora in corso di scavo, presenta due celle (larghe metri 4,35) poste su un podio in opera poligonale a pianta rettangolare (largo metri 10,50) con parte in antis dotata di una sola colonna tuscanica e pronao prostilo dotato, visti i basamenti conservati, di altre tre colonne tuscaniche: le pareti del tempio sono in opera quadrata composta blocchetti legati da malta friabile. Questo tempio fu probabilmente ricoperto da una slavina proveniente dal sovrastante Monte Penna in epoca imprecisata, ma certamente prima della meta del r secolo a.C. Accanto allo stesso e stata trovata una fornace a pianta circolare con pilastrino centrale per la produzione di vasellame e votivi, databile al m secolo a.C. ancora contenente materiali votivi.

In età augustea, nel periodo in cui la città-santuario marsa diventa municipium, nelle vicinanze dell’area cultuale distrutta, verso settentrione, si edifico un nuovo tempio di dimensioni grandiose con podio a pianta rettangolare (m. 20,25×16,85), ricavato sul pendio del monte tramite lo scavo della parete rocciosa, si da formare un corridoio continuo esterno. Il podio modanato di tipo ”sannitico”, alto metri 1,15, creato con piu gettate di opera cementizia, fu rivestito con lastre di calcare modanate, mentre sui lati si aprivano gli accessi delle scalinate. Le due celle presentano murature in opera reticolata rivestite da intonaco bianco, mentre le pavimentazioni hanno lacerti di mosaico in bianco e nero; sul fondo, dei muretti dividono la cella dalle favissa.. La parte in antis termina con due poderosi pilastri e forse divisa al centro da una colonna, mentre il pronao presentava, tre o cinque, colonne.

Lo studio della tipologia cultuale con due celle, presente anche ad Alba Fucens (San Pietro e Pettorino), ha fatto pensare al culto associato di due divinità come Venere e Cerere4~4, quindi ad una Angitia – Venere associata ad una Vesuna-Cerere: questa ipotesi e possibile visto il ritrovamento nell’area del tempio piu antico di votivi e punte di frecce da caccia di ferro, materiali associabili al culto della Vesuna marsa, mentre la provenienza da Luco di votivi raffiguranti rari organi genitali di bambine e di una bella testa in marmo greco di Venere (Collezione Torlonia), databile fra il m e n secolo a.C. e interpretata come Venere-Angizia, potrebbe dare valore all’ipotesi sopra esposta. Fra i due templi si notano i resti di un terrazzamento in opera reticolata abbellito da nicchie per statue (semicircolari e rettangolari), probabilmente ornato sul davanti da un porticato e con accesso gradinato sul versante meridionale.

Sopra dello stesso, in vicinanze del tempio di ui secolo a.C. e la parete rocciosa, sono ancora evidenti i resti di un piccolo ambiente legato alla produzione pescatoria, edificio che utilizza materiali provenienti dal porticato (basi a mensola per statue) e dal tempio di età augustea, che pare sia stato abbandonato nel i secolo d.C.?: attorno e sul muro del porticato, si sono rinvenute diverse sepolture.

Testi del prof. Giuseppe Grossi

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