Avezzano

Secondo alcuni studiosi, Avezzano sarebbe sorta, come vero e proprio centro abitato, solo dopo il 1333. Prima di questa data, sarebbe stata un semplice «loco» sulle rive del lago Fucino (Monaldeschi). Secondo altri, Avezzano sarebbe piú antica, essendosi dimostrata l’esistenza di una chiesa (quella di S. Salvatore) giá nell’866. Ad ogni modo, il nome è di chiara provenienza latina. Rifiutata, ormai, dagli studiosi la derivazione da Ave Jane (quasi una forma di saluto al dio Giano, il cui tempio si diceva esistente nel territorio), stanno prevalendo altre due ipotesi: la prima, da fundus Avidianus (cioè, terreno di Avidio) (C.Letta, W.Cianciusi, e altri); la seconda, da Ad Vettianum (presso il terreno dei Vezzi), che peró avrebbe dovuto dare Avvezziano o Avvezzano, e non certamente Avezzano.

Le notizie che si hanno di Avezzano tra il X e il XIII secolo sono molto sporadiche e incerte. È solo dalla metá del XIV secolo che esse cominciano a diventare numerose e, generalmente, abbastanza sicure. È, dunque, del 1343 il primo documento, da cui risulta che Avezzano è giá sede di un feudatario; piú o meno a quella data si fa risalire la fondazione della chiesa di S.Maria di Loreto, che si aggiunge alle chiese giá esistenti (in primo luogo, quella di S.Bartolomeo); del 1355 è l’erezione della chiesa e del convento di S.Francesco; al 1360 e anni successivi appartengono i primi «diplomi» in cui si parla di Avezzano come «universitas» (cioè universitá di cittadini) e le viene riconosciuto il diritto di possedere terre «demaniali», ossia libere da possesso feudale; è del 1371 una pergamena (conservata nell’archivio comunale) contenente la sentenza circa la delimitazione dei confini tra l’universitá di Albe e quella di Avezzano; infine, sono del 1434 (o 1431?) i famosi Statuti (scoperti, tradotti e pubblicati dal Brogi nel secolo scorso), con i quali si puó finalmente dire che ha inizio la vera e propria storia della moderna Avezzano.

Lo sviluppo di questo nuovo centro abitato coincide cronologicamente con la distinzione e la scomparsa dei tre centri piú importanti della zona: Penna, Pietraquaria e Albe. La posizione è assai favorevole agli scambi commerciali, tanto che giá nel 1337 il re Roberto d’Angió accorda ad Avezzano ben due Fiere: quella di S.Giorgio e quella di S.Giovanni Battista. È da questo momento, dunque, che Avezzano acquista un ruolo centrale nella Marsica, ben caratterizzato anche urbanisticamente, diventando persino sede di fatto (se non di nome) della Corte baronale.

Nonostante un terribile saccheggio, sofferto nel 1363 per opera delle truppe di Ambrogino Visconti, e una dolorosa pestilenza, Avezzano si riprende ben presto e, nei primi decenni del XV secolo, la sua popolazione riesce persino a darsi quegli Statuti (specie di regolamenti interni di polizia urbana e rurale), cui prima si è fatto riferimento. Le 47 conferme, date a questi Statuti dai feudatari, sono utili per ricostruire le vicende amministrative e politiche di Avezzano e di tutta la contea di Albe, almeno fino alla metá del XVI secolo: quindi, dalla guerra di successione al trono di Napoli fino al definitivo trionfo dei Colonna sui loro tradizionali nemici, i potenti principi Orsini. Nel 1561 Marcantonio Colonna trasforma il castello degli Orsini in splendida dimora principesca, sistemando contemporaneamente le principali strade di Avezzano (quella di Cesolino e quella di S.Nicola) e donando alla cittadinanza una grande estensione di terreno lungo le rive del Fucino.

Dal ‘600 a tutto il ‘700, Avezzano vede il succedersi di Spagnoli, Austriaci e Borboni alla guida del Regno di Napoli; nel 1799 si salva casualmente dall’invasione francese (che coinvolge, invece, il resto dell’Abruzzo); nel 1806 subisce un saccheggio ad opera di bande filo-borboniche e perde alcuni dei suoi giovani in uno scontro a fuoco avvenuto sotto le mura. Nel medesimo anno, in seguito alle «leggi eversive della feudalitá», emanate da Giuseppe Bonaparte, ha termine il lungo dominio dei Colonna.

Con il nuovo assetto politico, Avezzano ottiene il riconoscimento ufficiale della sua preminenza e della sua centralità su tutte le altre cittadine della Marsica, divenendo dopo il 1811 capoluogo di Distretto e sede della Sottintendenza (una delle quattro dell’Abruzzo Ulteriore II e cioè dell’attuale provincia dell’Aquila. Dopo l’unitá d’Italia (tra il 1860 e il 1861 regna in Avezzano l’anarchia), la Sottintendenza viene sostituita dalla Sottoprefettura.

Ma sono soprattutto il prosciugamento del Fucino (con la conseguente scelta di Avezzano a dimora del principe Alessandro Torlonia) e l’apertura della ferrovia Roma-Sulmona a trasformare la cittá in effettiva «capitale commerciale ed economica della zona» (R.Colapietra). Subito dopo, con la creazione dello zuccherificio, ha inizio anche il processo di industrializzazione di tutta la zona che raggiunge il suo culmine – nonostante la tragedia del terremoto del 13 gennaio 1915 e i bombardamenti del secondo conflitto mondiale – nei due decenni tra il 1960 e il 1980.

CENNI ARTISTICI

Avezzano non puó certo definirsi cittá artistica interessante, dal momento che, con il terremoto del 1915, non è rimasto in piedi nulla del nucleo originario. Uniche tracce dei monumenti antichi sono due portali in pietra della chiesa di S.Nicola (conservati nella sede del Museo comunale); la facciata e il campanile della chiesa di S.Giovanni (giá S.Francesco), con un bel portale laterale, proveniente peró dalla distrutta chiesa di S.Maria in Vico; una pala d’altare, raffigurante appunto la Madonna di Vico, custodita oggi nella chiesa dei Cappuccini; un Museo lapidario marsicano, che si trova nella sede municipale; i ruderi del Castello Orsini (sec.XV), trasformato poi, dopo il 1565, in vero e proprio palazzo gentilizio da Marcantonio Colonna.

Nelle vicinanze, sono degni di interesse: la chiesetta della Madonna di Pietraquaria, su un colle a poca distanza dalla cittá; l’emissario torloniano del Fucino (il cosiddetto Incile), realizzato nel secolo scorso su disegno di Nicola Carnevali; i Cunicoli di Nerone (che, in realtá, furono fatti costruire dall’imperatore Claudio per il primo tentativo di prosciugamento del lago Fucino).
Della Avezzano moderna, sono da sottolineare: la struttura regolare della cittá, con lunghe strade dritte e alberate; la piazza e il parco Torlonia (con gli uffici dell’Ente Regionale di Sviluppo Agricolo, ex Ente Fucino); le caratteristiche villette stile Liberty; la nuova chiesa cattedrale di S.Bartolomeo, con l’ampia e luminosa piazza Risorgimento; le moderne chiese di S.Rocco, della Madonna del Passo, della Trinitá, ornate di opere d’arte abbastanza recenti, quasi tutte di artisti marsicani; la Galleria d’arte contemporanea; il «Memorial», ai piedi del monte Salviano, eretto in ricordo delle vittime del terremoto; nella zona del Nucleo Industriale, la Cartiera e lo Zuccherificio.

Tra i reperti preistorici e archeologici: Grotta Ciccio Felice alle pendici del Salviano; un insediamento preistorico individuato nei pressi della Circumfucense in corrispondenza della Strada 6; il complesso archeologico romano di Alba Fucens (per il quale, peró, vedasi sotto la voce Massa D’Albe).
Nelle frazioni: di particolare rilievo è la chiesa di S.Maria delle Grazie a Cese (sec.XIV, con una bella Madonna di scuola senese, oggi conservata nella chiesa parrocchiale). Ancora: tracce di edificio romano a S.Pelino; tracce di villaggio preistorico presso Paterno, in località Cellito; portale duecentesco della chiesa di S.Salvatore di Paterno, oggi custodito nei locali del Castello Piccolomini di Celano.

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