Collarmele, tra i paesi della Marsica, è quello la cui storia piú è stata avvolta da un alone di fantasia, di mistero e, talvolta, anche di terrore. II Corsignani parla della presenza di «spiriti maligni» in localitá Cetúra; il Pansa raccoglie la credenza secondo cui i persecutori di Cristo sarebbero nativi proprio di Collarmele; il De Salis, il Gregorovius, il Marcone riferiscono di lugubri storie di agguati, di morti crudeli, di briganti.
Lo stesso Andrea Di Pietro, che fa derivare la moderna Collarmele dall’unione di piú villaggi o casali (Colle, Armele, Cerfennia, Sambuco, Ceturo, Baullo, Oloreto, Canzano, Casale, Malliano), non sempre riesce a documentare le proprie affermazioni; cosí come non risulta affatto dimostrata l’origine asiatica del nome, che il Febonio indica con la dicitura di Collis Armeus (divenuto, poi, nei documenti del Seicento, Colle Armeni).
Quel che è certo, invece, è la funzione di zona di frontiera (posta com’è al confine tra Marsi e Peligni) sia dell’antica Cerfennia, sia della medievale e moderna Collarmele: funzione rimasta inalterata per secoli, pur avendo assunto alla fine dell’etá medievale una fisionomia nuova con la fondazione dei due monasteri-rifugio di S.Rufino e S.Nicola di Ferrato. Nel 1806, per effetto della legge dell’8 agosto, in base alla quale i paesi con meno di mille abitanti dovevano aggregarsi a un centro piú grande, Collarmele passó a far parte del Comune di Pescina (nel Distretto di Sulmona). Il 4 maggio 1811, staccatasi da Pescina, costituí un unico Comune con Cerchio, separandosi peró da questo nel 1816 e divenendo Comune autonomo.
CENNI ARTISTICI
La chiesa parrocchiale di S.Felicita (le cui notizie risalgono al IX-X secolo, «Chronicon Casauriense») è stata ricostruita ex-novo dopo il terremoto del 1915. Piú interessanti, pertanto, la chiesa di S.Maria delle Grazie, cinquecentesca, con affreschi e mosaici, e la torre «normanna» con stemma dei conti di Celano (simile a quella della vicina Aielli).