IL FUCINO (le coltivazioni dei terreni circostanti prima del prosciugamento)

In questo rinnovato clima della riscoperta di una sana e buona alimentazione, visto gli episodi purtroppo negativi che i mass media in quest’ultimi anni ci propinano (mucca pazza, vino al metanolo, frutta super gigante, ecc.) mi e sembrato utile ed opportuno riportare un documento, tratto dal registro del Decurionato del Comune di Cerchio (1838 – 1851) attraverso il quale si riesce a cogliere l’impegno civile dell’allora classe dirigente circa la sagace lavorazione dei terreni e le colture che praticavano i nostri antenati, quasi una esatta campionatura, prima del prosciugamento del lago Fucino, terzo lago d’Italia. ”Nell’istessa seduta (29 dicembre 1840) il Signor Sindaco ha fatto la seguente proposta.

Signori il Sig. In’ tendente con Giornale d’Intendenza dello corrente anno numero 1670 mi incarica convocare le Signorie loro, e curare unitamente l’esatto, e sollecito adempimento di quanto dispone la Ministeriale de li Novembre ultimo. che nel medesimo Giornale trascrivo e che io per loro l’esibisco. Signori utile che in raccogliere le necessarie osservazioni giusta raccomanda dalla Ministeriale in parola Il Decurionato intesa la soprascritta proposta,visto e letto attentamente il Giornale d’Intendenza su indicato ove vien riportata la Ministeriale de’ ll Novembre ultimo Considerando che in questo Comune fra i soggetti, che potrebbero essere abili ad esercitare la carica di Maestro di agricoltura che valga ad accoppiare alla teoria anche la prattica merita la preferenza la persona del Signor Don Lorenzo d’Amore(1) unanimemente la nomina per Maestro di Agricoltura nella scuola Teorica – pratica di agricoltura.

In quanto poi alle osservazioni tante sulle qualità de’ suoli, quanto su i diversi generi di coltura, che si esercitano in questo Comune Il Decurionato fa osservare che nel tenimento di Cerchio esistono terreni argillosi, e calcarei, e paludosi: I primi, ed i secondi non avendo la benefica influenza delle acque per irrigarli sono mediocremente fertili sebbene il vigile Agricoltore cerca colla sua industria rimediare a tal difetto, e col concime e colla fatica Gli ultimi poi non han bisogno di concime per essere fertilissimi, e questi rantrovansi vicino il lago fucino da cui un tempo erano sottoposti:

I Generi (2) che si pratticano in detti terreni sono Grano, Granone, Fave, Orzo, Fagioli e cicerchie, lenticchie, Anasi, Ceci, Farchia, e trano, e Pomi di terra ossiano Patate, una porzione di detti argillosi, e Calcarej sono vignati, da cui si raccoglie mosto abbastante al numero della popolazione (3), et accette le disgrazie dell’almaffare In questi stessi esistono le piantaggioni di Peri, Meli, Limandorle, Noci, ed in pochi punti, di olive e di Cerasi. Non deve aumettersi pure che esistono degli ortaggi che presentano il necessario al pubblico. Benedetto d’Amore Sindaco. Salvatore Macchiusi Decorione. Cesidio Fosca decorione. Nicolantonio Pietrocicco decurione. Giovanni Ciofani Decurione. Francesco iafolla decorione. Michele antidormi decorione. Domenico Tuccieri Decurione illitterato. Francesco Jacobacci Decurione segretario.

Da come chiaramente si evince l’allora classe dirigente era attenta al discorso agricolo e apprendiamo, almeno per quanto riguarda il territorio comunale di Cerchio che la coltivazione dell’ulivo e del ciliegio era sporadica di contro, invece, abbondante era quella dei peri, dei meli, delle mandorle (non a caso Cerchio cosi pure Aielli, erano famosi per i caratteristici dolci formati esclusivamente da mandorle quali i ”nucc’ atterrat”, la ”clucclanda” e gli amaretti) e delle noci. Esisteva a Cerchio fino ad un quarantennio fa un pero (u pir’ Zappon’) di proporzioni gigantesche: vero monumento naturale purtroppo abbattuto. Nel Museo Civico di Cerchio esiste una foto scattata nel 1912 dallo scienziato zoologo – botanico – farmacista – fotografo Antonio d’Amore Fracassi (1864 – 1932) dove si può notare la sua notevole mole.


NOTE

1) Lorenzo d’Amore, nato a Cerchio I’8.6.1777 ed ivi deceduto in data 27.6.1852.
2) (…) Il territorio poi di Cerchio e composto del medesimo perimetro col territorio d’Aielli, e nelle spalle sono montagne parte di pietra, e parte di buono pascolo abbondanti di lepri, starne, pernici, e diversi altri uccelli, e nelli fianchi, e di sotto vi sono coste, e piani di territorij buoni, e fertili arbustati con alberi di diverse sorti di frutti, e buoni di terraggio, ma per che e poca la gente, la maggior parte si possiede da forastieri, e quella parte, che resta per gli abitatori della Terra, cosi per le vittovaglie, come per li frutti, che anche ne smaldiscono per industrie, che siccome l’ha certificato l’Universita (Comune) fol. 7, che dara salme 600 in circa di grano, e da circa 40 salme di orgio, ed altre vittovaglie, quanto bastano de canapi, lini poca quantita d’amandole, da 20 salme di noci, vi sono frutti di mela, pera, bergamotti, ed altrte specie, de vini se ne raccoglieno da circa 600 some, da fertile, ad infertile, e la soma e di 40 bocali, ed ogni bocale 4 carafe, e nel contorno dell’abitato di Cierchio vi sono due fontane di buona, e continua acqua perenne, cosi d’esta come d’inverno, e serve tanto per uso d’uomini, come per bruti, e qualche cosa per Territorij. – Relazione Donato Gallarano in Fiorenzo AMICONI ”Storia di Cerchio nella settecentesca relazione del Regio Tavolario Donato Gallarano (1718 1723)” Museo Civico Cerchio. Quaderno n. 10, Anno 1, 1998.
3) Cerchio nel 1844 contava 1316 abitanti.
Testi di Fiorenzo Amiconi

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