Lo scavo del sito di Celano ”Le Paludi” ha avuto inizio nel 1985, dopo la segnalazione, nell’anno precedente, della presenza di materiale archeologico rinvenuto in occasione dell’impianto di un laghetto per la pesca sportiva (IRTI 1984). A partire da quell’anno fino al 1989 sono state effettuate continue campagne di scavo che hanno man mano ampliato L’area in esame, portandola ad una estensione di circa 2500 mq . L’esplorazione di una cosi vasta superficie ha reso possibile il rinvenimento dei resti di decine e decine di pali lignei riconducibili ad un insediamento palafitticolo dell’eca del Bronzo Finale. Oltre a questo livello di frequentazione sono emerse anche tre tombe a tumulo delimitate dal caratteristico circolo di pietre calcaree infisse nel terreno. Le sepolture, databili anch’esse al Bronzo Finale, sono caratterizzate dalla presenza di un cassone ligneo entro il quale era stato deposto il corpo del defunto insieme al corredo personale.
Dopo una lunga interruzione, nell’estate del 1996 (luglio-settembre) si e ripresa l’indagine archeologica’ sul sito: e stato possibile, cosi, scavare una nuova tomba già individuata negli anni passati. Nella medesima occasione si e ampliato il settore orientale dello scavo (quadrati A-B-C-D6) per poter proseguire nell’esplorazione del villaggio palafitticolo. Nel 1998 una nuova campagna di scavi ha permesso, infine, di ampliare ulteriormente l’area indagata che ha portato al rinvenimento di una ulteriore porzione di insediamento ed alla scoperta di altri tre circoli funerari. In questa sede verra illustrato lo scavo ’96, ancora inedito, e lo scavo ’98 che ha ulteriormente chiarito le evidenze rinvenute allora ma non prima di aver passato in rassegna, rapidamente, il quadro emerso in precedenza, partendo dai reperti rinvenuti per proseguire con una breve panoramica sui pali e le problematiche inerenti.
Lo scavo e stato condotto per tagli di profondità predeterminata (10-15 cm) che hanno raggiunto il livello di ghiaie basali solo in una zona dell’area indagata (nell’area della tomba 1 con i quadrati Dl, El, E2). Nel resto dei quadrati si e deciso di esplorare solo i livelli superficiali del deposito antropico per non pregiudicare l’integrità dei pali (che sarebbero rimasti senza la protezione della terra) e per affrontare, in un secondo momento, l’indagine archeologica con mezzi adeguati e in condizioni ottimali per la comprensione e la documentazione dei fenomeni deposizionali. Al livello del taglio 1 e stato rinvenuto abbondante materiale ceramico e bronzeo oltre a grossi frammenti di fornelli e di alari. Tutti questi reperti, attribuibili al Bronzo Finale tranne poche eccezioni, provengono dai quadrati prospicienti le 4 tombe e dall’area posta immediatamente a nord di esse.
Il taglio 2, che ugualmente porta alla luce numerosi oggetti in Bronzo, mostra una concentrazione di materiale nei quadrati settentrionali allineati lungo il margine dello scavo e nella fascia nord-orientale. Questa tendenza e confermata, sempre nella medesima fascia, anche dalla dispersione dei reperti che si riscontra nel taglio 3. Gli oggetti ceramici e bronzei diminuiscono, invece, nei tagli 4 e 5 ma si concentrano in q D 1 e in q D5 (dove sono stati effettuati dei saggi di approfondimento volti a verificare l’esistenza di livelli di frequentazione più antica).
Se il quadrato Dl, taglio 4 e 5, restituisce quasi esclusivamente materiale del Bronzo medio (fatta eccezione per pochi frammenti databili al Bronzo recente), nel quadrato D5 troviamo un frammento di alare e varie scodelle decorate, simili agli esemplari già rinvenuti nei tagli superiori. In occasione del convegno sui bacini perilacustri tenutosi ad Acquasparta (TR) nel 1985, era possibile notare che il materiale restituito dai primi due tagli, e in parte dal 3’, fosse genericamente riferibile al Bronzo Finale (nel terzo infatti si raccolse sia materiale del Bronzo recente che qualche frammento più antico), mentre i tagli più profondi (il 4’ e il 5’) restituivano ceramica del Bronzo medio. Si segnalava, inoltre, una concentrazione di materiale più antico (protoappenninico) nell’area della tomba 1, proprio ”nella fascia anulare compresa fra le pietre del circolo e il taglio della fossa, alla base dello strato in giacitura orizzontale”.
Questo per quanto riguarda i materiali, ma lo scavo di Paludi come si e visto, ha restituito anche un gran numero di pali lignei ancora infissi verticalmente in quello che, nell’età del Bronzo, doveva essere il fondo del lago Fucino. La maggior parte di essi e in Foto 2 Coltello in bronzo con codolo a spina,
legno di quercia, con il 71% tipo Bismantova, dal q A2 tl. delle presenze, seguiti da quelli di salice e di pioppo (insieme con una frequenza del 18%). Hanno un diametro medio di 10 centimetri e, spesso, si presentano tagliati, per il senso della lunghezza, da tronchi di dimensioni maggiori.
Se si analizza la distribuzione di questo tipo di reperti, si può agevolmente osservare che nell’area scavata non esiste una loro distribuzione omogenea: si passa da addensamenti apparentemente disordinati a gruppi che per la loro disposizione possono suggerire delle figure geomentriche che ricordano insiemi organizzati riconducibili ad ipotetiche strutture. Le disposizioni più semplici e riconoscibili sono gli allineamenti: nell’area centrale dello scavo sono state rinvenute file di tre-quattro pali (raramente si arriva a cinque o più pali) che seguono un orientamento nord-est sud-ovest e sono conficcati nel terreno ad una distanza, tra loro, di 90-130 centimetri. Nel quadrato C3 e tra i quadrati D4 e D5 si osserva una distribuzione più ravvicinata.
La loro disposizione spaziale non permette, tuttavia, di formulare ipotesi sicure sul tipo di manufatto di cui facevano parte. Si notano brevi allineamenti, disposizioni curve e raggruppamenti che si fondono in un unico gruppo inestricabile. L’impressione e che ci si trovi di fronte a più fasi costruttive che, al momento, non e possibile conoscere. Infine, nel quadrato B5 si può notare chiaramente una ”figura” geometrica formata da tre file parallele di pali, infissi ad una distanza media tra di loro di circa 1,5 metri. Dopo un pausa di alcuni anni, nel 1996 e stato possibile riprendere gli scavi nel sito delle Paludi di Celano. In questa occasione i lavori hanno interessato la fascia orientale dell’area (quadrati A6 – D6) con la finalità di indagare un’ulteriore porzione del villaggio palafitticolo. L’esperienza acquisita nel corso delle campagne di scavo precedenti ha permesso di operare in modo mirato alla risoluzione dei quesiti posti dalla presenza di resti strutturali: è stato possibile, cosi, identificare
diverse decine di pali lignei oltre a un gran numero di impronte di palo (buche di palo) disposte, anch’esse, in allineamenti coerenti.
Le impronte costituiscono la novità della campagna di scavo del 1996. La loro presenza era stata notata già negli anni precedenti ma non erano state prese nella dovuta considerazione. Le buche, in realtà, sono facilmente riconoscibili in quanto e netta la differenza tra il riempimento sabbioso di colore chiaro e lo strato fortemente antropizzato di colore nero. In fase di scavo sia le buche che i pali sono stati numerati e posizionati nella pianta generale: il cerchietto campito in nero indica i pali veri e propri, quello senza campitura indica, invece, le buche rimaste sul terreno.
Nei primi due quadrati a nord (A6 e B6) si può notare una prevalenza di pali lignei sulle buche (le poche buche individuate si concentrano a ridosso del limite orientale dello scavo), mentre nei restanti due quadrati (C6 e D6) la situazione si capovolge mostrando una predominanza delle buche di palo. Si evidenziano, inoltre, file di pali parallele tra loro, poste ad una distanza media di 1,5-2 m, che corrono per oltre 20 m seguendo un andamento nord-sud, leggermente diverso rispetto a quello seguito generalmente dai brevi allineamenti delL’area centrale (nord-est sud-ovest). Nei quadrati settentrionali gli allineamenti sono costituiti o solo da pali o solo da buche di palo, mentre in quelli meridionali si segnalano due allineamenti formati da buche.
Da segnalare la presenza, anche in quest’area, in particolare nei quadrati B6 e C6, di strutture rettangolari formate anch’esse da più file di pali del tutto simili a quelle individuate nell’area centrale. Come e già avvenuto in passato, anche nella campagna di scavo del 1996, viene effettuata una campionatura di legni destinata alle analisi radiometriche e a quelle dendrocronologiche . Le datazioni al C14, per le quali ci si e avvalsi della collaborazione dell’Universita di Washington (con il tramite del laboratorio archeobiologico di Como), sono state effettuate su tre resti di pali e sul sarcofago ligneo della tomba 4. Nel campo detto ”l’ sigma” si hanno i seguenti risultati (calibrati): per il campione da q D6 si ha una datazione 1523-1375 a.C. e 13481316 a.C.; per q C6 1002-824 a.C., e per il campione prelevato dal sargofago della tomba n. 4: 1016-834 a.C. Va, inoltre, ricordato che i campioni di legno sono stati prima determinati confermando l’utilizzo delle stesse essenze la cui presenza era già stata segnalata nel corso delle analisi fatte nelle campagne di scavo precedenti. (COUBRAY 1991).
Il sarcofago ligneo della tomba 4 è, infatti, ricavato da un albero di quercia caducifoglie, la specie dominante tra i reperti lignei analizzati in passato, mentre il palo del quadrato C6 e relativo al carpino nero (Ostrya carpinifolia) o carpinella, ugualmente segnalata in passato ma tra le essenze meno diffuse. I materiali archeologici raccolti sono stati divisi per quadrati senza L’indicazione del taglio, in quanto nella campagna di scavo del 1996 si provveduto ad asportare solo il livello del sedimento antropico. Come già osservato per i reperti raccolti nei primi tagli nelle campagne precedenti, anche quest’area ha restituito vasellame cronologicamente collocabile nel Bronzo Finale. Nel quadrato A6 sono stati raccolti solo 4 frammenti (un diaframma di fornello, un orlo di vaso a collo, una spalla di olla decorata a scanalature concentriche e una parete decorata a solcature), mentre in B6 e stata rinvenuta una scodella aperta a pareti rettilinee e una parete di olla con presa a lingua insellata e cordone liscio. I quadrati C6 e soprattutto D6 hanno, invece, restituito molto materiale di fattura generalmente fine, e per lo più decorato.
Tra gli altri, nel q C6, si segnalano due vasi a collo decorati sull’orlo con motivo realizzato a solcature, due frammenti di alare e numerose scodelle (aperte, ad orlo rientrante e parete convessa, con labbro distinto). Il materiale appare cronologicamente omogeneo fatta eccezione per un frammento di apice ”ad orecchietta”. Materiale più abbondante e stato rinvenuto in D6: una grande tazza con ansa bifora ricomposta (foto 5), un’olla troncoconica ricomposta (foto 6), frammenti con decorazione a solcature e cuppelle, scodelle con breve orlo a colletto, un’anfora decorata con cuppelle, due fuseruole. Numericamente superiori sono, comunque, le scodelle in impasto fine, nero lucido. Dalla superficie di q E tra 5 e 6 proviene un frammento di sopraelevazione a corna di lumaca; mentre da E6 ci sono vari frammenti di scodelle decorate, sempre con solcature e cuppelle, una tazza con costolature oblique, vasi a collo distinto. Anche nell’area della tomba 4 prevalgono le scodelle e i frammenti di impasto decorati con solcature e cuppelle, ma sono presenti anche coperchi, frammenti di anforette e una tazza bassa. Dal rimosso dei q D-E proviene un coperchio decorato con cordoni presentante un foro circolare e frammenti di alare, oltre alle solite scodelle con labbro distinto e le olle a botte con presa e cordone. Non si segnala la presenza di bronzi, rinvenuti numerosi nei primi tagli dei quadrati aperti gli anni scorsi.
Nel mese di luglio e gli inizi di agosto del 1998 e stata ulteriormente ampliata l’area di scavo occupata dalla necropoli e dall’insediamento del Bronzo Finale. Si e scavato nei quadrati A7 B7 C7 D7 in modo da portare completamente alla luce il resto del circolo apparso nello scavo ’96 per verificare il proseguimento degli allineamenti di pali e buche di palo allora individuati nei quadrati A6 e B6 ed, eventualmente, completare la ”struttura” rettangolare presente nel quadrato C6. La nuova indagine archeologica ha interessato una superficie di circa 400 metri quadrati dove e stato possibile riscontrare diverse evidenze archeologiche. Dopo la rimozione dei livelli superiori di epoca storica e risultato chiaro che il deposito protostorico e diviso grosso modo in tre aree distinte sia per la natura del sedimento – sabbioso nel quadrato A7, limoso e con una forte componente organica nei quadrati centrali (B7 e C7) mentre in D7 si riscontra la presenza di limi sabbiosi grigi frammisti a ghiaia di natura fluviale – sia per il tipo di dati archeologici acquisiti.
La tripartizione dell’area scavata si rispecchia, per sommi capi, anche nella distribuzione della ceramica e di altri reperti antropici. Nel primo quadrato scavato, D7, e stato possibile recuperare pochi frammenti di impasto buccheroide riconducibili a forme del Bronzo Finale. Il settore centrale (quadrati B7 e C7) e quello che ha restituito il maggior numero di reperti: oltre alla ceramica vascolare qui e presente anche una discreta quantità di fauna e di macroresti vegetali (semi e carboni). Dall’ultimo quadrato della fascia scavata, il quadrato A7, provengono solo pochi reperti ma la loro importanza e fondamentale perché costituìscono il lotto di oggetti più antichi di tutta L’area indagata nel mese di luglio 1998.
L’area centrale si è dimostrata proficua anche per altri aspetti: sicuramente contiene la massima concentrazione di pali disposti in più allineamenti paralleli ma restituisce anche il fondo di una canaletta, con un riempimento di ghiaia, con due lati rettilinei con andamento angolare. La canaletta, che ha restituito materiale databile al Bronzo medio, testimonia la presenza di una fase ”asciutta”, per quanto possa essere tale una zona perispondale, fase avvalorata dalla presenza di due focolari accesi nella medesima area. Se, invece, si torna ad analizzare la distribuzione dei pali, si può verificare l’esistenza di una loro maggiore concentrazione nel settore orientale dello scavo, oltre alla conferma della presenza di almeno due fasi costruttive testimoniate da orientamenti diversi che si erano già ipotizzati grazie alle passate campagne di scavo. Il primo orientamento, già individuato nell’area centrale, e posizionato sulla direttrice nord-est sud-ovest ed e formato soprattutto da brevi allineamenti su cui si innestano, ad angolo retto, le due strutture rettangolari del quadrato B5 e del quadrato D6.
Il secondo orientamento e riconducibile, principalmente, a quattro allineamenti paralleli di almeno 9-10 pali ciascuno, che insistono in B7, e che sono disposti secondo la direzione nord-ovest sud-est. Infine, esistono anche gli allineamenti dati dalle buche di palo e sono, a livello stratigrafico, L’ultimo intervento antropico di una certa consistenza. Le buche, infatti, si sono formate quando sono stati rimossi i pali che vi erano infissi e la sabbia, che in quel momento ricopriva il fondo del lago e gli strati antropici fin qui descritti, ha riempito, in pochi istanti, lo spazio lasciato vuoto dal tronco. Nel periodo di tempo che va tra la meta di settembre e la meta di ottobre 6 stato indagato l’angolo sudoccidentale dell’area che già negli anni precedenti era stata presa in esame. Nei quadrati interessati dalla nuova ricerca, dove nel 1984 venne individuata e scavata la tomba 1, e stata rinvenuta una nuova serie di pali (e di buche di palo) che dimostrano come, anche in una zona dove si supponeva ci fosse una bassa concentrazione di tali resti, esista una marcata attestazione della struttura lignea (e delle diverse fasi costruttive). Nella medesima area, infine, si sono rinvenute due tombe a circolo del Bronzo Finale, le sepolture 5 e 6.