ITINERARI ARTISTICI NELLA MARSICA (Itinerario 4)

San Giovanni
(Pereto)

San Giorgio
(Pereto)

Madonna dei Bisognosi
(Pereto, Rocca Di Botte)

LE METE DELL’ITINERARIO

San Giovanni
La Chiesa non viene menzionata nei documenti ecclesiastici anteriori al sec.XVI, quindi e da ritenersi che venne eretta nei primi anni del 1500 ed ultimata il 20 giugno 1524 come testimonia l’iscrizione sul portale d’ingresso a cura della società di S. Giovanni.

La natura scoscesa del terreno caratterizza l’edificio che su un lato appare incassato nella roccia, mentre l’altro emerge, su uno slargo, con notevole altezza dove e stato realizzato un fontanile-abbeveratoio ed un luogo di ricovero sul retro destinato ad accogliere i viandanti, secondo una funzione tipica delle Chiese extraurbane e che costituì nei secoli elemento di aggregazione di un borgo che si sviluppo soprattutto nei secoli XVI XVII.

La chiesa di S.Giovanni Battista si presenta all’esterno con tetto a capanna con due lunghi spioventi, rispetto ai quali emerge la sagoma di uno snello campanile a sezione quadrata coperto da una cuspide ribassata. La semplice facciata, preceduta da un cortile-recinto pavimentato in pietra, e caratterizzata da un portale in pietra che presenta negli stipiti e nell’architrave una decorazione che lo differenzia da altri esempi coevi.

Sull’alto architrave in cui oltre ad una iscrizione ” HOC OPUSFIERI FECITSOCIETATIS-SACTIIONIS-BA.D.M.524 DIE 21 IVNII ”, campeggia un medaglione coronato d’alloro con l’Agnus Dei a bassorilievo, simbolo di S.Giovanni Battista. L’effigie del Santo e riprodotta a fresco in un riquadro posto sopra il portale, mentre più in alto, in asse con lo stesso, si apre un oculo per dare luce all’interno insieme a tre finestroni. L’interno e a tre navate separate da pilastri su cui poggiano archi a tutto sesto con copertura a due falde lignea e pianelle bicolori bianche e rosse.

Il presbiterio e diviso in tre parti; la parte centrale con volta a crociera con costoloni e, due piccole cappelle laterali con volte a botte. Nella Chiesa sono conservate diverse opere d’arte: – l’altare laterale a destra, dipinto murale raffigurante tre figure di Santi e precisamente S.Rocco, S.Sebastiano e probabilmente S.Stefano; II altare laterale a destra, dipinto murale raffigurante la Crocifissione; Cappellina navata destra, sulla parete di destra dipinto murale raffigurante S. Sebastiano; sulla parete di sinistra affresco del sec.XVII ( 1665 ) raffigurante la Madonna col Bambino; sull’altare tempera su tavola del sec.XVI raffigurante l’Assunta, sul retro della tavola e il Cristo Benedicente; dietro l’altare, dipinto murale del sec.XVII raffigurante l’Eterno;
Nell’abside affresco del sec.XVI raffigurante scene della vita di Cristo e Santi;
Navata laterale sinistra, olio su tela raffigurante la SS.Trinita e Santi….

San Giorgio
La Chiesa, come si legge negli scritti degli storici Febonio, Corsigliani e Lanciotti, gia all’indomani delle invasioni barbariche, doveva essere stata edificata in Pereto col nome di S.Giorgio, e aveva avuto origine dal culto del Santo portato da monaci orientali. Il primo documento storico che menziona comunque la Chiesa, e una Bolla del papa Clemente III del 1187.

L’attuale chiesa di S.Giorgio fu ricostruita interamente nel 1584 ad opera dell’omonima confraternita, come si rileva da una iscrizione posta sulla facciata della Chiesa e conserva la particolarita artistica barocca. Nel 1887 ad opera dell’Arciprete Antonio Tittoni e dell’ultima Baronessa Maccafani, Agnese, si ebbe un grosso restauro generale; e infatti di questa data l’ampliamento della navata di sinistra ricavata nella roccia e su un diverso livello, con conseguente spostamento di alcuni altari e la realizzazione del pavimento in cotto. Il campanile fu realizzato nel 1933 su di una preesistente base in pietra. Sulla facciata d’ingresso compaiono accorpate tra le pietre di elevazione, diverse interessanti epigrafi di epoca romana, alcune delle quali facenti parte di un monumento sepolcrale o tempio romano di notevoli dimensioni. Il portale del sec.XVI e formato da due stipiti ed un architrave; una fascia di nodi interrompe ed arricchisce la successione di listelli a gola rovescia, due mensole sottoposte all’architrave presentano, all’intradosso, due foglie di palma.

Quella di destra ha scolpiti sulla faccia esterna due fiori, quella di sinistra presenta una voluta ed un fiore. All’interno si può annoverare, tra le maggiori opere artistiche, l’altare del Vendetti posto alla sinistra dell’altare maggiore, costruito nel 1638 in pregiati marmi policromi, che fa da cornice ad una tela di Alessandro Gaulli detto il Baciccia del tardo ’600 raffigurante la Madonna del Rosario. L’interno presenta interventi successivi; molto evidenti quelli del ’700 sull’altare maggiore ed in quelli laterali. Sicuramente in questo periodo fu accuratamente murato, per fortuna senza danni, un meraviglioso affresco raffigurante la Madonna in trono col Bambino del 1594, venuto alla luce nei lavori di restauro negli anni 80.

Un altro singolare elemento, oggetto di interesse, e la volta a botte tutta riccamente affrescata con motivi sacri tra elementi floreali. Opere d’arte conservate all’interno: – secondo altare a sinistra, olio su tela del sec.XVIII raffigurante la Madonna col Bambino e Santi; – olio su tela del sec.XIX raffigurante S.Giorgio posto alla destra dell’altare maggiore; secondo altare a destra, olio su tela del sec.XIX raffigurante S.Agnese; olio su tela del sec.XVIII raffigurante la Crocifissione….

Santuario della Madonna dei Bisognosi
Nell’attraversare la piana del Cavaliere, che aprica si estende do Carsoli a Riofreddo, si vede, a sinistra, sulla montagna che separa Pereto da Rocca di Botte, un fabbricato biancastro che, non vicino ad abitati, spicca solitario tra la boscaglia. E’ il Santuario della Madonna dei Bisognosi. L’origine di esso rimonta al secolo VII, cioè al tempo in cui un’icone della Vergine fu,traslata dalla Spagna in Italia, giusta memoria tramandata da un’analoga pergamena che, sincrona all’avvenimento, e servita di base ai diversi storici nella narrazione delle vicende del Santuario stesso.

In detto secolo veneravasi presso Siviglia una statua della Madonna di cui era particolarmente devoto un tal Fausta Questi, che esercita:va il commercio, avendo smarrito in un naufragio presso le cos,te italiane il suo unico figlio di nome Procopio, ne imploro il ritrovamento da Lei. L,a Quale, apparendogli in sogno, lo consolo dicendogli che glielo avrebbe fatto ritrovare se – onde salvarla dalla distruzione dei Saraceni che si apprestavano ad invadere la Spagna – avesse trasferito la sua .immagine al monte di Carsoli. Fausto accolse il desiderio della sua celeste Protettrice e preso il simulacro, con suoi connazionali tra cui un ebreo convertito, s’imbarcò per l’Italia.

Risalendo l’Adriatico, approdo a Francavilla a Mare ove, acquistata una mula, le carico la sacra effigie e proseguì per la montagna di Carsoli. Quivi la mula si fermò e, scaricata, mori all’istante. Da tal fatto i pii profughi capirono che quello doveva essere il luogo prescelto dalla loro divina ispiratrice per porvi la sua nuova dimora. E di ciò furono assicurati anche dal fatto che ivi ritrovarono Procopio, il quale lodando la celeste Madre, felicemente riabbraccio suo padre e disse: « Qui ove e restata estinta la mula e il luogo precisatomi dalla Vergine stessa, che poc’anzi e partita da me; qui devesi collocare la sua immagine ». Frattanto il monte di Carsoli, che per l’innanzi era stato brullo e arido, immediatamente cambio il suo sterile aspetto adornandosi di rigogliosa vegetazione, mentre le popolazioni di Pereto e di Rocca di Botte, turbate da una accanita contesa confinaria, decisero di far pace stabilendo come termine delimitativo dei rispettivi territori la nuova chiesa nella cui sagrestia esiste tutt’ora la colonnina che anticamente segnava il confine tra i due paesi.

Tali prodigi richiamarono sulla montagna di Carsoli innumerevoli fedeli ch’e, in collaborazione con Fausto, ben presto edificarono una chiesetta nel luogo dove era morta la mula, per ivi venerare la sacra icone cui, con riferimento all’ubicazione, diedero poi l’appellativo di Madonna del Mente oltre che dei Bisognosi. ’Intanto la fama dei prodigi di Essa si diffondeva sempre più e giunse persino al papa Bonifacio IV che, essendo inguaribilmente malato, implorata la guarigione dalla Madonna dei Bisognosi, fu immediatamente esaudito. E così risanato, quel Pontefice – che aveva avuto i natali in Civita dei Marsi (già Marruvio) – volle recarsi a ringraziare la miracolosa sanatrice sul monte di Carsoli.

Ove giunto non solo sciolse il suo voto, ma, l’11 giugno dell’anno 610, consacrò pure la chiesa, cui lascio fondi per ingrandirla, concesse indulgenze e donò un Crocifisso, che e tuttora oggetto di tanta devozione. In quanto all’arte, il,Santuario della Madonna dei Bisognosi ne contiene abbastanza. La sola statua della Vergine col Bambino, scolpita in legno d’ulivo probabilmente prima del VII secolo, benché non sia un fine lavoro, costituisce un monumento di eccezionale importanza, poiché ci riporta a un’epoca di cui esistono rarissime sculture. Ma vi e ancora altro, ben degno di considerazione. L’attuale chiesa, che rimonta al s.-colo XIV, e adorna di parecchi dipinti. In una parete si ammirano tre grandi affreschi che rappresentano la Crocifissione, la Discesa dello Spirito Santo e la Resurrezione; nonché la Sepoltura di Gesù, Daniele profeta, San Gioacchino, la Madonna col Bambino e Santa Elisabetta, mentre nella parete attigua alla sagrestia sono particolarmente notevoli gli affreschi che raffigurano l’Annunciazione, il Presepio, l’Adorazione dei Magi e la Visitazione….

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