Madonna dell’Oriente
(Tagliacozzo)
IL LUOGO IN BREVE
Su di una ridente collina tutta rivestita di alberi fruttiferi e di ubertosi vigneti, lambita alle falde dalle acque del taciturno e tortuoso Imele e donde l’occhio si spazia e ricrea sulla verde e ridente distesa dei famosi Piani Palentini, a circa tre chilometri « là da Tagliacozzo ove senz’ armi vinse il vecchio A lardo » sorge il rinomato Santuario di Maria SS.ma dell’ Oriente.
Esso è così chiamato perché vi si venera una miracolosa Effigie della Vergine, venuta dall’Oriente nel secolo VIII, e salvata miracolosamente dalle fiamme a cui erano gettate le sacre immagini a causa della feroce persecuzione iconoclasta, ridestata dall’Imperatore di Oriente, Leone III Isaurico, sedente sulla Cattedra Romana il Sommo Pontefice Gregorio II, (715-731). L’ Immagine è di puro stile bizantino, dipinta a guazzo su fondo azzurro-cupo su tavola di cedro di metri 1,18 x 43. La Vergine, vestita all’orientale, seduta su di una panca con bassa schiniera dipinta a grate, ha un aspetto maestoso e tenero che infonde venerazione e fiducia.
I suoi occhi, poi, sempre rivolti sulla persona che da qualunque parte La rimiri, hanno un’espressione d’infinita dolcezza che pare vogliano annullare ogni distanza e avvicinare, in una sublime corrispondenza di santi affetti, la terra al cielo. Sul capo ha una specie di cuffia bianca, listata in rosso, che Le ricopre le orecchie, e all’altezza del collo si avvolge a spira, per poi allargarsi sulle spalle e scendere fino al gomito a forma di mozzetta con frangia terminale La veste è rosso-cupo, listata all’estremità da una piccola fascia ‘color ‘oro-vecchio, a cui si sovrappone un manto turchino che Le si raccoglie a grandi pieghe sulle ginocchia, mentre una cinta scura le cinge i fianchi, pendendo sul davanti. Con la mano sinistra, poggiata leggermente sul petto, stringe un piccolo globo, e con la destra sostiene il Bambino che, ritto, poggia il piede sinistro sul ginocchio della Madre avendo la gamba destra leggermente spinta in avanti.
Il Bambino, è parimenti ricoperto da una veste color rosso-cupo e manto azzurro in atto di benedire con l’indice e col medio della mano destra proprio del rito orientale, mentre con la sinistra stringe un piccolo scettro. Le due figure hanno dipinto sul capo il nimbo. Il quadro è ‘Posto nel mezzo . dell’ altare maggiore ai cui lati si osservano due grandi affreschi i quali sono copia di quelli che prima erano sulle pareti di destra e di sinistra sotto la cupola e che furono abbattute, come si dirà in appresso, per far sorgere i due coretti prospiciente il presbiterio.
Nell’affresco di destra è ritrattato Leone III, Isaurico, seduto sul trono e circondato da soldati di scorta, mentre altri si affaccendano a mostrargli le sacre immagini prima di consegnarle alle fiamme. All’angolo sinistro del medesimo affresco si notano due uomini vestiti all’ orientale, che occultati da una nube di turno s’allontanano col quadro della Vergine sotto il braccio.
Nell’ affresco di sinistra, poi, si rivedono gli stessi due uomini, che sempre col quadro, sotto il braccio, si aggirano nei pressi di Tagliacozzo in cerca di un luogo adatto ove collocarlo.