Testi tratti da Pietro Eremita L’uomo della speranza da Rocca di Botte a Trevi
(Testi a cura del Prof. Dante Zinanni)
Chiudiamo il veloce excursus idi note storiche su Rocca di Botte con accenno al santuario della Madonna dei Bisognosi, (209) di cui daremo definizione (est in votis) in più appropriato studio critico. Il santuario (m. 1045), ove si venerano un crocifisso e una Madonna lignei dei secoli XII-XIII, e il pantheon della religiosità roccatana e, al di la delle vicende storico-amministrative che più o meno bellamente l’accompagnarono nei secoli, e il luogo, ove s’appuntano ansie e speranze dei poveri di Jave, degli umili, dei vinti del mondo, residenti nella regione.
Eretto sul monte Serrasecca o Carseoli, sul poggio alpestre e severo d’un paesaggio in suggestivo contrasto col panorama sottostante d’ampio respiro e sorto in epoca imprecisata (certamente non nel 610 d. C. come vuole la leggenda), divenne luogo di culto cristiano tale da soffocare le ancestrali suggestioni, emanate dalle ombre della sacralità pagana, con introduzione del culto mariano assai fecondo nei secoli posteriori al mille per l’incremento avuto dai movimenti riformisti religiosi, rappresentati soprattutto dai Francescani.
La posizione, a limite dei confini di Rocca di Botte e di Pereto (il convento appartiene a Rocca di Botte e la chiesa a Pereto), lo farebbe credere eretto a conclusione d’una vertenza territoriale in atto tra le due comunità, che pero hanno vita soltanto nei secoli XI-XII dell’era cristiana, quando l’autonomia delle parti in causa ancora non ha riscontro storico. (210) La vecchia chiesa di stampo gotico-rinascimentale, espressione dell’arte quattrocentesca abruzzese e laziale e riferibile ad artisti come Antoniazzo Romano e Desiderio di Subiaco (seconda meta del secolo XV), convince che sia stato valido alla costruzione del santuario, eretto probabilmente su preesistente romitorio, il sostegno mecenatistico-devozionale di grandi famiglie come gli Orsini e i Maccafani, piuttosto che quello delle comunità di Rocca di Botte o di Pereto.
Nel vasto tessuto:pittorico non si riscontra infatti la figura del concittadino e patrono S. Pietro Eremita, immancabile in una carta iconografica comunitaria.
Dopo gli Orsini apportarono al santuario notevoli rifacimenti i Colonna, feudatari del luogo, i quali nei secoli XVII e XVIII ne curarono il generale restauro; (211) inoltre i padri francescani osservanti, che nel 1754 (212) com. religiosi della provincia romana ne assunsero la direzione, e i padri francescani riformati della provincia aquilana, che lo ereditarono nel 1832, (213) ristrutturandolo e ampliandolo come al presente.
I rapporti tra la comunità religiosa del santuario e gli amministratori comunali di Rocca di Botte possono riscontrarsi sintetizzati nelle norme regolatrici del contratto d’atto, stipulato nel 1911 (214) secondo le seguenti clausole: a) il Comune di Rocca di Botte concede in fitto ai religiosi francescani la parte della casa spettategli, nonché la stalla e l’orto adiacente per un periodo di 12 anni e mediante l’annuo compenso di lire cento da pagarsi a semestri posticipati; b) lo stabile e consegnato in perfetto stato di locazione, ma permane al Comune l’obbligo di riparazioni straordinarie; c) il fitto s’intende tacitamente protratto per altri 12 anni, qualora due anni prima della scadenza del contratto non se ne sia data disdetta; d) i fittuari lasciano ricevuta a parte delle dotazioni della chiesa e dei tesori della Madonna, che sono in comunione col Comune di Pereto; e) i religiosi curano dal canto loro le officiature liturgiche, onde tener vivo il culto della Madonna dei Bisognosi.
La spesa relativa non deve superare la somma di lire cento, che si liquida annualmente. Il culto vi tocca le punte di maggior frequenza nella solennità di Maria SS.ma dei Bisognosi (11 giugno) e nei lunedì di Pasqua e di Pentecoste. Ordinanze vescovili, (215) ad evitare controversie e abusi, stabiliscono anche gli orari dei pellegrinaggi e delle visite: Rocca di Botte usufruisce del santuario nel pomeriggio della vigilia, Pereto nella mattinata della festa (11 giugno), Oricola nei secondi vespri di detta solennità, inoltre si concede ai roccatani e ai peretani di effettuare il pellegrinaggio il giorno di pasquetta e il primo giorno dopo Pentecoste; agli oricolani il martedì dell’una e dell’altra Pasqua. Il santuario ebbe nei secoli donazioni e lasciti di devoti; soprattutto s’interessarono adesso prelati e abati delle famiglie Maccafani, Naldi e Colonna, ma l’attenzione vi fu rivolta particolarmente dalle classi umili, che sull’esempio di alcuni santi (216) ascesero il monte Carseoli in visita alla Madonna dei Bisognosi, la cui devozione fu baluardo contro difficoltà economiche, pestilenze, brigantaggio, spiacevoli ordinanze governative, raggiungendo l’apice nel 1724, (217) quando la statua della Vergine fu incoronata dal capitolo vaticano, e negli anni 1869-187l (218) con l’itineranza della stessa statua e ‘del crocifisso nelle terre di Bocca di Botte, di Pereto e dei paesi limitrofi. Tuttora la Madonna dei Bisognosi e sacra quanto mai per i roccatani e per i peretani; nelle sue mani sono la storia e le speranze di popolazioni, che aspettano dal cielo ciò che nega la terra.
NOTE
209) Sull’argomento indichiamo lo studio di M. BASILICI, S. Maria dei Bisognosi. Pereto-Rocca di Botte, Roma 1984; anche gli accenni esposti a p. 188 segg. di questo volume.
210) Vedi p. 193 segg. di questo volume.
211) M. BASILICI, S. Maria dei Bisognosi, o. c., p. 39 segg.
212) idem, p. 41.
213) idem, p. 44.
214) Comune di Rocca di Botte. Delibera consiliare dell’11 agosto 1911. n. 111.
215) Archivio di S. Maria dei Bisognosi. Ordinanze dei vescovi De Vecchiis e Corradini; cfr. anche M. BASILICI, S. Maria lei Bisognosi, o. c., p. 84.
216) idem, p. 51 segg.
217) idem, p. 41; anche PIERANTONI, Storia della Madonna lei Bisognosi in ‘ Vita di S. Pietro Concessore, manoscritto conservato nell’archivio parrocchiale di Rocca di Botte (ultima pagina).
218) idem, p. 45.