LA MARSICA DAL MONDO ITALICO AL MEDIOEVO (l’incastellamento)

Nel 774 la Marsica longobarda viene inserita fra i domini dei Franchi di Carlo Magno e fra l’859-860 diventa, forse, contea ad opera di Lotario ti. Nascono cosi i Conti dei Marsi, della stirpe dei Berardi (dal nome del capostipite franco detto Berardo il Francisco), nati dall’unione delle donne della numerosa nobiltà longobarda con i pochi Franchi arrivati nella Marsica. E proprio nella seconda metà del IX secolo che ad opera dei Conti dei Marsi e del papato viene istituita la grande Diocesi dei Marsi nella Civitas Marsicana, l’antica sede del municipio marso di Marruvium con la nascita del clero secolare sottoposto all’autorita papale.

E il periodo del bellicoso e potente vescovo dei Marsi Alberico che attraverso uno stretto legame con la dinastia tedesca regnante riesce ad espandere la diocesi nell’alta valle del Sangro (Pescasseroli ed Opi) ed a recuperare numerose chiese monastiche appartenenti a Sant’Angelo in Barregio. I vescovi e gli abati marsicani sono espressione dei Conti dei Marsi che controllano totalmente le risorse economiche locali dalle loro curtes e dai nascenti castra e castella in accordo con le autorità religiose di Farfa, Montecassino e Roma. Accanto a prestigiosi monasteri benedettini (San Benedetto in Oretino, San Vittorino in Telle-Celano, Santa Maria di Luco, Sant’Abbondio in Arco, San Leucio in Moscusi, Santa Maria in Valle Porclaneta, Sant’Angelo in Albe, Santa Maria in Apinianico, San Benedetto della Città Marsicana, ecc.).

Nascono anche grandi chiese feudali come San Cesidio di Trasacco, Santa Maria di Carsoli e San Giovanni a Capodacqua di Celano, Solo con il nuovo fenomeno dell’incastellamento franco-normanno dell’XI-XII secolo, si avra di nuovo l’abbandono parziale degli insediamenti di pianura a favore dei nuovi castelli-recinti di altura che rioccuperanno, in parte, i siti degli antichi ocres. Con i Normanni ed il loro Regno di Sicilia, dalla metà del xtr secolo, la Marsica inserita nel principato di Capua, e divisa in due contee (Albe e Celano) ed altre consorterie familiari nel Carseolano (figli di Oderisio) e Val di Nerfa (Simone e Crescenzio di Capistrello, Roberto di Corcumello, ecc.).

L’arrivo dei Normanni frantuma il comitato dei Marsi e lo inserisce in un principato posto a settentrione del nuovo regno meridionale normanno. La Marsica, terra meridionale posta sui confini orientali del Ducato di Spoleto, viene ora a trovarsi sui confini settentrionali del nuovo regno. E il periodo in cui si conclude l’opera di incastellamento, iniziata gia dal periodo franco, con la presenza di numerosi castelli-recinto sulle alture che in gran parte rioccupano i precedenti siti dei centri fortificati italici. Il territorio si trasforma assumendo l’aspetto definitivo medievale con castelli sulle alture e chiese, monasteri e ville sul piano.

I centri di contea sono Celano ed Albe con i grandi incastellamenti di Celle (Carsoli), Taliacotium (Tagliacozzo), Piscinam (Pescina) ed Ortonam (Ortona dei Marsi). Il vescovo dei Marsi risiede nella diruta ”Città Marsicana”, mentre i monaci cassinesi hanno un cospicuo feudo nel Monastero e Prepositura di Santa Maria di Luco con ben 29 chiese e monasteri dipendenti. Pur tuttavia la lettura dei numerosi documenti episcopali ci porta a concludere che ben pochi vescovi scelsero di risiedere nella diruta ed indifendibile Civitas Marsicana, pur rimanendo essa sede ufficiale della diocesi, mentre sono documentate residenze vescovili per tutto il medioevo a Celano, Cese, Aielli, Pescina, Celano, ecc. Nell’XI e XII secolo, soprattutto con le bolle papali di Stefano IX del 1057, di Pasquale II del 1115 e Clemente in del 1188, la Dioecesis Marsorzim raggiunge le dimensioni definitive con confini includenti l’ex territorio carseolano, il tagliacozzano, l’alta valle dell’Imele, la Val di Nerfa, il bacino fucense, parte dell’Altopiano delle Rocche, la Valle del Giovenco, la Vallelonga e parte dell’alta valle del Sangro.

Pur tuttavia, sebbene marsa, la Val Roveto viene a far parte della Diocesi di Sora nel corso del Duecento, dopo il predominio altomedievale dei monaci benedettini. Fra il 1100 e il 1130 la diocesi marsicana vede l’opera riformatrice e di riorganizzazione del più grande vescovo marsicano, san Berardo.

Testi del prof. Giuseppe Grossi

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