Nel maggio del 1945, all’indomani della Liberazione, un fatto tragico e traumatico si verifico a Trasacco, popoloso centro agricolo sito sulle rive della conca del Fucino in provincia dell’Aquila. Una giovane e bella ragazza di ventiquattro anni, Maria Carlesino, detta in paese ”Faccetta Nera” per il colore adombrato della pelle, che aveva seguito in Germania un maresciallo dell’Esercito tedesco in ritirata, tornata in paese, fu strappata dalla folla inferocita alla Caserma dei Carabinieri, ove era stata portata per precauzione, appesa per i piedi all’alto olmo, che dominava la piazza a pochi passi dalla duecentesca Chiesa parrocchiale, e finita a morte in un raccapricciante martirio a colpi di scure, di forconi, coltelli ed altri corpi contundenti, come rappresenta la scena a tinte fosche nella copertina del volumetto.
La ragazza era accusata in paese, in quell’acceso periodo, di essere stata spia dei tedeschi e di aver fatto fucilare da essi, prima della ritirata nella località Tre portoni, quattro persone. Dopo due anni, nel 1947, la Corte D’Assise dell’Aquila processo e condanno i responsabili del delitto, che aveva tutte le caratteristiche del delitto di folla. Il fatto sembrava destinato all’oblio, quando, nel 1968, la ”Domenica del Corriere” pubblico la notizia di una ”ragazza-fantasma”, di nome Bernarda, mai registrata all’anagrafe, che viveva a S. Genesio di Bolzano. Essa era ritenuta figlia del Maresciallo tedesco e di ”Faccetta Nera”, la quale l’aveva lasciata, appena nata, ad agricoltori del luogo, durante la ritirata tedesca, promettendo che sarebbe ritornata a riprenderla a fine guerra.
Orbene tutti i tragici fatti della vicenda sono ricostruiti storicamente con estrema chiarezza, con vaglio preciso e documentato, con dovizia di fotografie e di testimonianze e con somma obiettività da Alvaro Salvi nel Volumetto ”Accadde a Trasacco l’olocausto di Faccetta Nera”, di n. 78 pagine, finito di stampare dalla Tipografia Litoprint in Avezzano Via Cavour 7 tel. (0863) 23844 nel 1983. In esso emergono varie figure, che concorrono a dare un quadro completo degli avvenimenti. Da tutta la documentazione e da tutte le testimonianze appare chiaro che l’obiettivo dell’Autore sia stato quello di riequilibrare l’intera vicenda, vista con distacco, dopo quasi quaranta anni, e di porre a se ed ai lettori l’interrogativo se veramente ”Faccetta Nera” sia stata la spia, responsabile dell’eccidio dei quattro cittadini di Trasacco nella località ”Tre portoni”.