Quale la costituzione geologica di Valle Roveto? Il centro di Valle Roveto e costituito da arenarie. Un tempo tali arenarie da alcuni studiosi furono considerate del periodo eocenico, forse per analogia con le vicine regioni, poi e stato accertato che la loro costituzione deve essere collocata nel miocene. Esse sono costituite da cemento argilloso, che non resiste all’azione meteorica disgregatrice. Sono poi di diversa natura le intercalazioni (gli inserimenti) nelle arenarie: calcari, brecce, argille, puddinghe (rocce di grossi ciottoli di forma tondeggiante).
Frequentissimi sono in Valle Roveto gli inserimenti cretacei e calcarei nelle arenarie. Le brecce sovrastano le arenarie e sono qualche volta addirittura delle montagne, come si può osservare nelle vicinanze di S. Savino e anche fra Canistro e Pescocanale. Queste rocce sono molto resistenti e tenaci. Fra le intercalazioni infine non mancano le puddinghe come nei monti che dominano la regione di Morino e nelle zone che vanno da Civitella Roveto a Pescocanale. Tra i calcari spesso e dato osservare un materiale ferruginoso; si tratta spesso di vera bauxite, come nel territorio di Balsorano. Non si dimentichi che sotto il governo borbonico era stata aperta a Morino fin dal secolo XVIII una ferriera che dava una discreta quantità di fetro.
Valle Roveto deve essere considerata una grande fossa, di origine
tettonica, come con fondamento sostengono i geologi, fra due catene di monti. La catena di sinistra e limitata verso il Liri da una grande faglia (rottura di strati), la quale, dirigendosi da Nord-Ovest a SudEst, si allunga fino alla piana del Volturno. La catena di destra che culmina nel Monte Viglio, formata dai Simbruini prima e proseguita dagli Ernici poi, ha più o meno le stesse caratteristiche della catena opposta. Possiamo quindi dire che la catena di Monte Orbetta, di Monte Bello, di Monte Romanella fino a Monte Cornacchia, presenta alla base alcune varieta di calcari eolitici e nell’alto calcari compatti giallo-chiari del cretaceo superiore, e che la catena, su cui dominano il Monte Viglio e il Pizzodeta, ha gli stessi fenomeni, in quanto i terreni miocenici vengono ad urtare con quelli cretacei. Dalle due catene calcaree, che chiudono in tutta la sua lunghezza la Valle Roveto, scendono a valle molte vallette laterali le cui soglie sono parallele all’asse della valle. Si osserva il fenomeno specialmente dalla Valle di Morino (la Valle dello Schioppo) fino al Colle Canistrello (fra Canistro e Pescocanale).
Sopra lo Schioppo si allarga una vallata, quella della Selvastrella, che improvvisamente si interrompe col salto verticale dell’acqua dello Schioppo stesso (circa 100 metri). Trasversalmente all’asse del Fosso dello Schioppo si notano alcune colline, che per molti geologi debbono considerarsi dei lembi morenici, cioè massi e ciottoli che precipitarono per l’avanzarsi di un ghiacciaio. più a nord altre piccole valli. Anche alla sinistra del Liri esistono vallette laterali, fenomeno che si spiega con lo spostamento verticale delle masse rocciose. Un grande movimento di erosione genero la grande fossa, quella che oggi chiamiamo Valle Roveto. Cosi, secondo i geologi, un tempo la nostra valle fu occupata da un ghiacciaio: lo dimostrano la sua forma, che e quella di un trogolo, e la presenza di morene laterali. perché sono frequenti in Valle Roveto i fenomeni carsici? perché il suo terreno e calcareo. Quando, infatti, le parti inferiori di queste zone calaree, che per natura sono permeabili e solubili, vengono asportate dalle acque sotterranee, avviene che il tetto delle caverne, formatesi a causa della erosione, cede e crolla dando origine a forme concave del terreno. Sono ancora frequenti i cedimenti e le frane nei pressi della Nazionale 82, come ognuno ha potuto constatare negli ultimi anni.
In Valle Roveto non mancano le località che vengono chiamate Fosse o Fossi. Abbiamo il Fosso della Moscosa (fra Canistro e il territorio di Filettino), il Fosso di S. Benedetto (fra Civitella Roveto e Meta), il Fosso dello Schioppo (in territorio di Morino), il Fosso della Lamaia, le Fosse (a Civitella Roveto). A causa di tale struttura geologica, Valle Roveto e un’area di elevata sismicità: i terremoti nei secoli l’hanno sempre colpita, come e avvenuto d’altra parte per tutto l’Abruzzo e per la Marsica in particolar modo. Furono violentissimi e causarono sempre ingenti danni i terremoti del 3 dicembre 1315 (continuarono le scosse per quattro settimane), del 9 settembre 1349 (ore 10 antimeridiane), della notte dal 4 al 5 dicembre del 1456, del 16 e del 27 novembre 1461 e del 14 gennaio del 1703 (ore 2 circa della notte). Quest’ultimo terremoto replico ancora il 16 gennaio e infine alle ore 18 del 2 febbraio dello stesso anno. Ma il terremoto memorabile per numero di vittime rimane quello del 13 gennaio 1915 che distrusse Avezzano, i paesi della Marsica, di Valle Roveto e gravi danni arreco anche a Sora e a tutta la Valle del Liri.
Valle Roveto, che e chiusa fra due catene montagnose, ha il clima delle regioni dominate da ogni parte dai monti. E poiché i monti impediscono che l’aria calda del mare circoli nella valle, questa viene ad avere þ un inverno molto rigido e lungo e una estate non molto calda. Quasi nessun mese dell’anno e completamente secco. Il freddo e il caldo poi dipendono in Valle Roveto dall’altitudine dei vari paesi e delle varie località, oltre che dalla posizione dei paesi riguardo ai raggi del sole. più si sale in alto, più diventa molto bassa la temperatura minima, mentre la temperatura aumenta nei paesi posti a fondo valle. Sulle montagne in genere la neve staziona dalla fine di ottobre o dal principio di novembre fino all’aprile e durante i mesi più rigidi ricopre tutto il territorio sottostante. Nei paesi di Valle Roveto la temperatura raggiunge nell’inverno zero gradi e anche meno, mentre nell’estate difficilmente si superano i 30 gradi. Per quel che riguarda le piogge, le precipitazioni in Valle Roveto sono abbondanti e più abbondanti che in altre parti dell’Appennino, perché, essendo la Valle Roveto incassata fra due catene di monti, contro di essi si addensano le nubi, portatrici di pioggia.
L’estate e meno piovosa. Possiamo dire che le piogge crescono in ottobre, raggiungendo il massimo a novembre, continuando ad essere sempre abbondanti in dicembre e in gennaio. Ad aprile diminuiscono, ma complessivamente non sono scarse; invece diminuiscono sensibilmente a maggio e a giugno, e scarseggiano a luglio e ad agosto.