La via dei pilastri

Ha inizio sul versante nord-est della Basilica, ed e cosi definita in epoca contemporanea per i numerosi pilastri in pietra che costituivano un porticato continuo sulle botteghe che si aprivano sulla strada e sostenevano i piani superiori degli edifici sul davanti. La seconda bottega e riferibile ad un thermopolium (spaccio di bevande calde e fredde) dotato di chiusura lignea esterna scorrevole, di cui si vedono i binari sulla soglia d’ingresso; bancone interno per la mescita, munito di vaschetta, tubo di piombo per un possibile rubinetto di bronzo e rivestito di marmi; pavimento a mosaico con foro di scolo per i liquidi provenienti dalla vaschetta sovrastante.

In questo locale furono ritrovate diverse sculture, fra cui la piccola e graziosa replica romana della Venere Anadiomene, ora al museo di Chieti; la presenza di questa statua da conferma dell’utilizzo dei piani superiori del locale ad esercizio della prostituzione. Lungo la stessa via altri locali commerciali: vicino la fontana quello di un fornaio con lastre del bancone con impresse le forme delle focacce di miele per ragazzi, in particolare una più grande a forma di planta pedis.

Testi del prof. Giuseppe Grossi

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