Testi tratti dal libro Pagliara Dei Marsi dalle origini ai tempi moderni
(Testo a cura del Prof. Don Ezio Del Grosso)
Il Febonio sulle Chiese di Pagliara dice testualmente: “Nella stessa valle (di Nerfa), ugualmente a undicimila passi che Petrella da Cappadocia trovasi Pagliara, piccolo e rustico borgo, sito in luogo protetto fra gli scoscendimenti dell’alto monte di Girifalco, sotto il dominio un tempo di Roberto da Cortinella, che lo considerava feudo da un soldato.
Inizialmente c’erano lassù pastori, cui poco piacendo tale dimora, cominciarono a trasformare in case i tuguri degli animali, abitandovi. Costruirono una chiesa dedicata al Redentore, ed un’altra poco distante in onore della Madonna.” Andrea Di Pietro ribadisce che le Chiese sono due: una parrocchiale dedicata al SS. Redentore, l’altra in poca distanza dedicata alla Vergine SS.ma.
Il Di Pietro aggiunge che nella Bolla di Clemente III (sec. XII), la Chiesa parrocchiale di Pagliara è riportata con le parole: “Sancti Salvatoris in Cirifalco” e nell’elenco con queste altre parole: “Ab Ecclesia Sancti Salvatoris de Palearis, grani cuppas tres” e cioè: la Chiesa di S. Salvatore deve alla curia la sovvenzione di tre coppe di grano”. Il Corsignani ripete: “VI sono poi le picciole terre o fiano Ville delle Pagliare, e di Castellafiume: e della prima ebbe il dominio un certo baron Roberto Cortinella, vegendofi quella ornata dì due Chiefe: una dedicata al SS. Salvatore e l’altra a S. Maria della Neve, che ha Fuoì devoti per mezzo di una miracolosa Effigie molte grazie comparte” (notare anche qui la lettera f al posto della s).
Da quanto esposto è superata la tesi di una Chiesa “benedettina” come lo stesso Febonio afferma altrove, seguendo una tradizione. Il Grossi e G. Squilla hanno dimostrato che ì riferimenti “benedettini” del “Pascusano” sono localizzati a Civitella Roveto. Tuttavia come abbiamo già dimostrato, i Benedettini lasciano la loro impronta anche a Pagliara.
In realtà i monasteri benedettini fiorirono in breve tempo in Italia e in Europa. In Abruzzo lo sviluppo della cultura benedettina fu affidata ad una fitta rete di religiosi che sceglievano dimore in luoghi di transito (37) per istruire, soccorrere e assistere. Nelle Cronache Cassinesi, Leone Ostìense, più precisamente “Marsicano”, nel 1100, al libro III, cap. XIX parla dei Benedettini nella Valle del Liri, ma anche nella Valle dì Nerfa. Il Papa Callisto III nell’anno 1457, primo Dicembre parla proprio di una Chiesa di “S. Benedetto” di Castellafiume. Dove sarebbe sorta questa Chiesa ? Non è possibile dimostrare la ubicazione e le vicende. Nel Censuale, redatto per ordine del Vescovo mons. Matteo De Collis, il 2 Aprile 1582, si leggono i beni stabili e mobili delle Chiese locali e si precisa “BONA Stabilia Ven.lis Ecclesia Sancti Benedicti de PALEARIS”.
In definitiva, per certo si ha che i Pagliaresi hanno costruito la Chiesa
del SS. Salvatore (o SS. Redentore) e la Chiesa della Madonna della Neve,
impropriamente detta della Madonna dell’Oriente.
Le due Chiese sono ancora aperte al culto. Al di là delle date che si accavallano, per la confusione “costruzione” con le restaurazioni”, hanno subito le vicissitudini del tempo: le intemperie, l’incuria, soprattutto i terremoti.