Le fonti

Testi tratti dal libro Pagliara Dei Marsi dalle origini ai tempi moderni
(Testo a cura del Prof. Don Ezio Del Grosso)

Il progresso più marcato e salutato con giustificato entusiasmo è stato l’acquedotto interno, per cui i cittadini hanno potuto godere del prezioso liquido internamente alle abitazioni. In antico i poveri antenati di Pagliara dovevano attingere acqua in polle spontanee ma con grande disagio.
Eloquenti sono gli articoli pubblicati da Dario Di Marzio sulla rivista “Radar” (43), con la descrizione delle fontane. Una dura realtà storica che l’articolista titola: Tonte Vecchia”, “Le Funticelle” e nel discorso “Fonte Canala”.
Così descrive la situazione: Fonte Vecchia si trova a circa 100 metri dopo le ultime case del paese, indubbiamente è la più antica. Originariamente era una modesta pozza d’acqua…. Gli fu scavato un pozzo a forma di laghetto, ove i cittadini attingevano l’acqua. In un secondo tempo fu costruito, a pochi metri dalla polla un grande serbatoio in calcestruzzo come deposito d’acqua, che venne convogliata in esso.

Quest’ultimo era fornito di rubinetto, tramite il quale i cittadini riempivano le loro conche e secchi. Fu costruito sicuramente prima che Pagliara venisse aggregata al Comune di Castellafiume, in quanto anteriormente essa era frazione di Cappadocia. Nel 1925 alcuni cittadini si accorsero che il serbatoio era invaso da rospi, e avvertirono le autorità comunali”. Per questi motivi igienici l’acqua venne incanalata, ma venuta meno la scorta che si accumulava durante la notte nel serbatoio, i cittadìnì sì vennero a trovare in una drammatica situazione idrica, che spesso determinava litigi tra le donne in attesa di riempire le conche, litigi generati per motivi di precedenza. “Ogni fine settimana una donna puliva le vasche e per questo lavoro veniva ricompensata con una “iummella” di farina di polenta da ogni famiglia che aveva fatto uso della fontana”.

Fonte Canala.
Un’altra sorgente distante dal centro abitato quasi un chilometro, servi va per abbeveratoio e per le necessità giornaliere dei contadini.

Le Funticelle.
Il nome le deriva proprio dalla struttura della sorgente, ove l’acqua sgorgava in vari zampilli e rivoletti, cioè in più punti, ed ecco il nome di Funticelle”. Era una manna per i mulattieri diretti al mulino dovendo attraversare un sentiero che costeggia la sorgente. Col tempo anche queste sorgenti si ridussero pian piano ad un degrado biasimevole. Nel duemila constatiamo un lodevole restauro per fonte vecchia, ma non per fonte canala e le funticelle, eppure le spese non dovrebbero essere
eccessive !

Paglìara ha preso sollievo, per il problema idrico con la costruzione di “Fonte Nuova” nel 1922 ed in fine con la somministrazione interna.


Note
43. RADAR ABRUZZO, anno XXI n. 7/8 – agosto/setternbre, 1992, pagg. 34 e 35.

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