L’impianto urbano. La Piana della Civita, posta fra le tre alture, fu organizzata da una rete di strade ortogonali con cardines orientati nord-est sud-ovest e decumani nord-ovest sud-est, più « secundum naturam loci » che dei dettami della disciplina etrusca che aveva indirizzato le prime scelte romane dell’orientamento urbanistico. La Via Valeria entrava dalla Porta Massima, piegando poi a destra con un angolo retto, costeggiava il foro sul versante sudovest ed il fianco destro della Basilica per poi uscire dalla porta sud-est; essa costituiva, quindi, il ”decumano massimo” dell’impianto urbano. Lo stesso andamento aveva la parallela Via dei Pilastri, che costeggiava il foro, basilica e terme sul versante nord-est.
Queste due arterie viarie delimitavano lo spazio pubblico e il pianoro della città, mentre le altre arterie parallele, aventi anch’esse lo stesso orientamento longitudinale, erano ricavate sulle pendici delle tre alture e sorrette da opportune opere di terrazzamento composte da muri in opera poligonale. La strada che ora delimita il Foro e la Basilica e forse relativa al ”cardo massimo” della città. Sebbene questo impianto, descritto, risalga alle origini della colonia, l’aspetto che noi oggi vediamo si può attribuire all’età augustea, intorno alla meta del I secolo a.C. Mertens ha evidenziato tre fasi urbane: una prima di media età repubblicana con le mura, gli edifici templari sulle sommità ed in basso, il foro e gli edifici pubblici;
una seconda in età tardo-repubblicana prima età imperiale, nel periodo iniziale della titolatura municipale, con il lastricamento delle strade, i porticati di Via dei Pilastri, risistemazione pavimentale del foro, il macellum, il sacello di Ercole con l’antistante piazza rettangolare, il teatro, la terrazza nord, le numerose ville adiacenti le mura ed infine l’anfiteatro; una terza nel n secolo sotto Adriano con le trasformazioni del mercato, la grande domus urbana su Via del Miliario, ampliamento delle Terme e risistemazione del sacello ad Ercole’ .