MUSICA ED ICONOGRAFIA MUSICALE NELLA MARSICA (I compositori)

Avendo riunito insieme per questo studio tutti i compositori marsicani di musica cosiddetta colta di cui sono venuto a conoscenza durante lunghi periodi di ricerca, mi sono reso conto che il loro numero non e certamente indifferente se si considera la grandezza del territorio, ma tenendo presente il grandissimo spazio temporale nel quale sono inseriti, il mio entusiasmo deve essere un po’ ridimensionato.

Dal XV secolo ad oggi, infatti, sono soltanto diciannove i compositori che ho rintracciato e di loro non si conosce quasi nulla dal momento che ne gli storici marsicani e ne gli archivi 1ocali hanno testimoniato e conservato la loro esistenza. Di alcuni di loro, comunque, al di fuori della Marsica si conserva una importante documentazione musicale che pero e ancora tutta da studiare con rigore scientifico. La caratteristica che lega tutti questi musicisti, almeno fino alla prima meta dell’Ottocento, e quella di non aver operato nella Marsica e questa constatazione mi ha spinto a trovare, o almeno ad ipotizzare, delle motivazioni che al momento, pero, sono ancora in fase di studio perché le informazioni che servono a formularle sono di varia natura, non solo musicale, ma anche artistiche, politiche e soprattutto economiche.

Per ora posso avanzare l’ipotesi che una delle principali cause di questa specie di emigrazione e la mancanza di committenza, dal momento che nei secoli passati nella Marsica sono mancati dei forti centri aggreganti, sia religiosi che civili, capaci di garantire una continuità lavorativa, oppure forti occasioni di impiego. I musicisti, pertanto, come gli artisti in genere, non potendo avere adeguate opportunità di lavoro, gioco forza, dovevano trasferirsi in città capaci di darle. Non dimentichiamo, ad esempio, la travagliata storia della sede della diocesi, che a seguito dei suoi diversi trasferimenti non e quasi mai riuscita a diventare un duraturo punto di riferimento, sia per l’organizzazione ecclesiastica, che nella ipotizzabile attività artistica che in genere ruotava attorno ad una cattedrale o ad una chiesa importante (musica, pittura e scultura in modo particolare) (1).

Anche nelle realtà cittadine spesso mancavano di centri di potere capaci di fungere da committenti per gli artisti (i feudatari raramente vi abitavano e quindi veniva a mancare anche la possibilità di inserirsi in un eventuale entourage come invece accadeva in altre città abruzzesi); i governi locali erano presi da necessita più concrete che ”aleatorie” come poteva essere l’arte in genere: per tutti, i problemi legati ai capricci del lago Fucino (2) .

I maggiori committenti, attivi soprattutto nella nomina dei maestri di cappella (3), sono risultate essere le confraternite che frequentemente, nei loro statuti, inserivano precise norme di carattere musicale, in modo particolare quelle del Santissimo Sacramento. La documentazione archivistica che ho rintracciato finora, infatti, vede nel maestro di cappella il mestiere di musicista più praticato nella Marsica tra il Seicento e l’Ottocento, ma a testimonianza di quanto detto in precedenza, e probabilmente perché non corrispondeva alle aspettative dei compositori 1ocali che forse ambivano ad un maggiore prestigio artistico, questi ruoli erano affidati quasi esclusivamente a forestieri, alcuni dei quali giungevano persino dalla Sicilia, da Messina. A questa figura erano solitamente affidati i compiti di suonare l’organo nelle maggiori festività del paese, di comporre nuove musiche per le stesse occasioni e di educare un certo numero di bambini al canto, all’organo e alla musica in genere. Per il momento, pero, non sono riuscito a rintracciare oppure a seguire una carriera musicale, anche nel solo ambito 1ocale, di uno di questi bambini che frequentavano tali lezioni.

Il periodo storico che finora e risultato quasi completamente carente di compositori marsicani, e stato il Settecento, forse perché e stato uno di quelli maggiormente tormentati nella storia di questa sub-regione e che invece, musicalmente parlando, e stato molto proficuo per l’opera dei maestri di cappella delle varie confraternite vista anche la cospicuità dei documenti che ho rintracciati. Tutti i musicisti raccolti nel presente contributo sono ascrivibili a quattro aree geografiche ben distinte tra loro: carseolana, celanese, avezzanese, alta Marsica. Mancano compositori provenienti dai centri immediatamente a ridosso all’ex alveo de1 lago Fucino, centri che nei secoli hanno avuto un ruolo importante nella storia locale come Pescina, San Benedetto, Trasacco, Luco e non dimentichiamo che i primi due sono stati sedi del vescovo dei Marsi.

I centri più fecondi e da dove provengono i maggiori musicisti come Giuseppe Corsi e Bonifacio Graziani, sono Tagliacozzo e Celano Tutti i compositori ottocenteschi, e coloro che sono vissuti a cavallo con il Novecento, pur vivendo un periodo di grandi riforme musicali, stando alla loro produzione, sono rimasti legati alla melodia romantica e alla ispirazione religiosa (Messe e simili) non so bene se perché non a conoscenza dei cambiamenti musicali e culturali in atto nel resto del Paese e in Europa, oppure, pur conoscendoli, li rifiutavano perché troppo ”reazionari” con una tradizione, soprattutto italiana, melodica, orecchiabile e di sicura presa sul pubblico. Probabilmente un’altra motivazione e quella che, tutto sommato, questi musicisti hanno sempre vissuto, o vivono, quasi sempre in un ambito provinciale o ancor più periferico rispetto ai grandi centri di produzione e divulgazione musicale nazionali. Questo non significa assolutamente che sono stati di ”rango inferiore”-, ma probabilmente e mancata loro una visione più ampia della musica e della realtà artistica dell’epoca in cui sono vissuti. Non sono mancati compositori, che pur componendo opere ricadenti nell’ambito della musica colta, si sono dedicati alla composizione di musiche per banda e a quella folkloristica: i primi perché la banda era il mezzo di diffusione musicale più importante della fine dell’Ottocento e del primo cinquantennio del secolo successivo, quindi una importante opportunità di lavoro, i secondi perché nella musica hanno trovato l’espediente per far conoscere i loro centri natii.

Non sono neanche mancati musicisti ”importati” oppure di passaggio: Bartolomeo Agricola (sec. XVII) nel convento di San Francesco a Tagliacozzo; Muzio de Carolis (sec. XVII) in quello di S. Angelo a Celano e forse quel Pasquale Tristabocca (sec. XVI ) che alcuni vorrebbero nato nello stesso centro marsicano, ma in realtà aquilano, autore di un secondo I.ibri di Madrigali, una Missarum cum quinque vocibus ed una Missa quatuor vocibus (4). In un mio precedente contributo apparso proprio sulla collana dei ”Quaderni del Museo Civico di Cerchio (5) avevo accennato ad alcuni musicisti marsicani ricordando
Francesco Orso, Giuseppe Corsi, Giovanni Armonio e Bonifacio Graziani (6) . Il presente contributo, invece, sarà una esposizione orizzontale, senza entrare nei particolari biografici e musicali dei compositori, e dovrà intendersi come un punto di partenza da arricchire in seguito con gli indispensabili approfondimenti scientifici: in altre parole e da intendersi come un piccolo ”Dizionario biografico dei compositori marsicani (7).


NOTE

1) In questo periodo mi sto dedicando alla ricostruzione dell’attività della Cappella Musicale della Cattedrale dei Marsi ed i pochi documenti che a fatica riesco a trovare, testimoniano queste mie affermazioni.

2) Gli Statuti cittadini di Avezzano e Pescina, ad esempio, contengono esclusivamente norme riguardanti le attività del vivere quotidiano e neanche un articolo che disciplini qualsiasi attività sonora, sia colta che popolare. può essere significativo che anche le testimonianze di spettacoli musicali ed oratori siano stati organizzati nell’ambito religioso e spesso incorrendo in pesanti sanzioni da parte del vescovo. Le prime attestazioni marsicane di queste attività le ho rintracciate dal XVIII secolo, ma certamente le origini sono molto più antiche e sarebbero da ricercarsi anche nelle passio dei santi locali.

3) Questo nome indica un musicista addetto alle funzioni religiose, al servizio di una chiesa oppure di una corte. Il termine cappella, infatti deve intendersi come chiesa, sia essa in ambito ecclesiastico che in quello laico. Per avere un quadro sulla consistenza delle confraternite nella Marsica, cfr.. DONVITO-B. PELLEGMNO, L’organizzazione ecclesiastica degli Abruzzi e Molise e della Basilicata nell’eta pos-tridentina, Firenze 1973 ed anche A. MELCHIORRE, La diocesi dei Marsi dopo il Concilio di Trento, in ”Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria”, 1986, pp. 265-299. Sarebbe da approfondire il ruolo sociale delle confraternite nell’ottica di un ”terzo potere” inserito tra quello nobile e quello religioso, che ufficialmente gestivano le attività cittadine.

4) Cfr. la relativa voce nel RISM, Aepertoire International des Sources Musicales, Barenreiter Verlag, Kassel, 1972, passim. Vale la pena ricordare, anche se l’informazione e tutta da verificare e pertanto al momento deve intendersi come una semplice curiosità, il presunto soggiorno di Gaetano Donizetti a Carsoli e l’ipotesi che si sarebbe ispirato proprio al suo castello per l’ambientazione della t.ucia di Lammermoor (Napoli, 1835).

5) G. TARQUINIO, Appunti per una storia musicale della Marsica, in ”Quaderni del Museo Civico di Cerchio”, a. I, n. 9 (1988).

6) Su Bonifacio Graziani e Francesco Orso rimando anche ai miei due contributi apparsi rispettivamente sugli Atti, di prossima pubblicazione, del Convegno di Studi ”La Terra dei Mam, cristianesimo, cultura istituzioni” tenutosi presso la sala ARSSA di Avezzano il 24-26 settembre 1998, dal titolo Bonifacio Graziani, un musicista marsicano a Roma, e in ”Argomenti”, rivista bimestrale di economia, finanza, cultura, diritto, opinioni, a cura di Paolo Di Gravio, n. 19 (giugno-luglio 1999), pagg. 77-82 con il titolo Musicisti marsicani: Francesco Orso da Celano.

7) Certamente qualche compositore marsicano risulterà omesso, non per particolari motivi, ma semplicemente perché non ne sono venuto a conoscenza e, pertanto, chiedo venia a tutti coloro che non figureranno in questo ”Dizionario”.

Testi del prof. Gianluca Tarquinio

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