1. Centro storico di Castronovo. Sul colle a quota 525 che si erge sulla sponda sud-ovest del Liri è il centro storico di Castronovo, citato col nome di Castel Gualtieri nel 1150: nel trecento cambiò il suo nome in Castello Novo. In età post-rinascimentale, col nome di Castrum Morrei, il paese si posizionò lungo la via di crinale per Rendinara e divenne comune autonomo dal 1799 al 1805.
2. Vicus italico-romano di S. Restituta. Sotto Morrea, sul terrazzo fluviale a nord est del corso del Liri, nell’area dell’attuale abitato di Santa Restituta, è da posizionare il vicus italico-romano di S. Restituta documentato dal rinvenimento di resti murari, iscrizioni, tombe e ritrovamenti monetali che documentano la sua vita dal III secolo a.C. fino al III secolo d.C.
3. Chiesa di S. Restituta di Morrea. Ai margini orientali dell’attuale abitato e sul luogo della necropoli dell’abitato antico, a quota 412, è la chiesa di S. Restituta di Morrea di cui ha documentazione a partire dal X secolo (972 d. C.). Atterrata dal terremoto del 1915 e stata ricostruita nel dopoguerra. Nella cripta della chiesa, in un arcosolio, è un bel frammento di affresco riportato alla luce 1974, databile nel XII-XIII secolo, raffigurante S. Restituta (Retituta) e riferibile ad un’artista locale ancora legato a moduli bizantineggianti.
4. Centro storico di Morrea. Il nucleo urbano a forma ovoidale è posizionato sul balzo roccioso posto a quota 780 del versante nord-est del corso del Liri, sotto la catena della Serralunga e lungo la via antica di mezzacosta Antino-Sora. La posizione, la forma dell’abitato ed i ritrovamenti di tombe italiche nelle vicinanze, fanno di Morrea il sito ideale di un centro fortificato italico. Il medievale abitato fortificato è citato a partire dal 1150; nel 1489 il paese passò sotto i Piccolomini che sul finire del secolo, vi edificarono il castello. Delle fortificazioni medievali rimangono brevi tratti con torrette-rompitratta, bastioni semicilindrici e la bella porta tardo-gotica (seconda metà del ‘400) con caditoia superiore.
5. Castello Piccolomini di Morrea. Edificato dai Piccolomini sul finire del ‘400, è un bel esempio di rocca rinascimentale marsicana insieme con quelle di Balsorano, Scurcola, Avezzano ed Ortucchio. Del castello rimangono notevoli resti del recinto con bastioni semicilindrici sugli spigoli e torre-mastio interna: si notano risistemazioni esterne settecentesche e, nell’interno, interventi successivi al terremoto del 1915.
6. Chiesa di S. Angelo di Morrea. Citata a partire dal 1308 si presenta caratterizzata da interventi cinquecenteschi e successivi al terremoto del 1915; il suo attuale campanile è ricavato su un precedente bastione semicilindrico della recinzione medievale.
7. Chiesa di S. Sebastiano di Morrea. Edificata nel 1587 ed ampliata nell’Ottocento, è dedicata al santo patrono del paese. Attualmente è chiusa per restauro.
8. Chiesa della Madonna del Romitorio. Lungo l’antica strada Antino-Sora (ora “il Tratturo”) a quota 686 si erge la piccola chiesetta della Madonna del Romitorio con vicino ambiente affiancato. Fu probabilmente edificata, con il vicino romitorio, sul finire dell’XI secolo dai vicini monaci cistercensi di S. Vincenzo Valle Roveto Superiore. Si presenta attualmente nella sua ristrutturazione successiva al terremoto del 1915.
9. Centro storico di S. Vincenzo Valle Roveto Superiore. Il nucleo urbano posto lungo la via antica di mezzacosta Antino-Sora, è impostato su pendio trasversale, a quota 565 sotto il Monte Ciammatella; si è formato, come casale, in età medievale intorno alla chiesa e monastero cistercense di S. Vincenzo di Morrea. Dal secolo XIV al XVII fu un semplice casale di Morrea, mentre sul finire del ‘700 divenne centro autonomo.
10. Chiesa di S. Vincenzo. E’ citata per la prima volta nel 1040 come possesso cistercense di Casamari col nome di S. Vincenzo posta nella Valle di Orbeto in prossimità del castello di Morrea. I monaci cistercensi vi edificarono un piccolo cenobio rimasto in vita fino al 1652, anno della sua soppressione da parte papale; solo la chiesa rimase in mano a Casamari fino al secolo XVIII. L’edificio di culto restaurato nella seconda metà del ‘500 fu distrutto dal terremoto del 1915 e non ricostruito.
11. Centro storico di S. Giovanni Valle Roveto Superiore. Situato sulla quota 519 lungo la via antica di mezzacosta Antino-Sora, sotto il Colle Mattoni, deve le sue origini alla presenza in loco di una chiesa dedicata a S. Giovanni di cui si ha notizia dal 1308. Ma la chiesa con il relativo piccolo abitato, doveva già esistere almeno dal XII secolo data la presenza nelle immediate vicinanze del piccolo castello-recinto medievale di “Colle Eretto” citato nel 1150 e, forse, riconoscibile sulla sovrastante altura detta “Colle Castello” (quota 1105). Dal secolo XIV e fino al termine del Settecento, il paese fu un casale alle dipendenze di Morrea per poi diventare libero comune.
12. Chiesa medievale di S. Giovanni e santuario di Ercole. Citata per la prima volta nel 1308 e detta in Valle Sorana, a metà dello stesso secolo prese il nome di S. Giovanni de Collibus e divenne una collegiata con la dipendenza montana, grancia, di S. Elia. La chiesa presenta nell’interno, oltre a colonnine e interessanti fregi di scuola benedettina duecentesca, i resti ossei del santo lirino Deodato segnalati da una formella in pietra raffigurante il santo abbate mitrato ed aureolato con pallio e superiore iscrizione gotica Deodatus (secolo XIV). Alla base del campanile è murata una base votiva del III-II secolo a.C. con dedica votiva della locale famiglia italica dei Gavii al dio Ercole, iscrizione votiva che documenta nelle vicinanze l’esistenza di un santuario italico-romano.
13. Romitorio e chiesa di S. Elia. L’edificio cultuale era posto a quota 1415 sul pendio a nord della “Fonte di S. Elia”, in prossimità del piccolo altopiano dei “Piani di S. Elia” di Collelongo. Il vecchio romitorio monastico benedettino fu probabilmente abbandonato nel corso del Duecento. La chiesa è citata per la prima volta nel 1313-1342 come dipendenza della chiesa di S. Giovanni Valle Roveto. Dal trecento fino ai primi anni del Seicento la chiesetta con tre “casette” vicine, fu utilizzata come sede di “grancia” della sottostante abbazia di S. Giovanni Valle Roveto. Dalla chiesa viene la sepoltura di S. Deodato con la formella funeraria, ora presenti nella sottostante chiesa di S. Giovanni; un santo rovetano riconoscibile, forse, nell’abate volturnense del monastero di S. Colomba (fra Sora e Pescosolido) vissuto nel 1040.
14. Centro storico di Roccavivi. L’attuale abitato di Roccavivi è posto a quota 470 sul versante sud-ovest del corso del Liri e sotto il Monte Pizzo Deta. La sua origine risale agli anni successivi al 1616 quando, distrutto il vecchio paese da una valanga, il principe Filippo Colonna permise ai sopravvissuti di ricostruire il nuovo abitato nella posizione attuale. 85. Rocca Vecchia di Roccavivi. Sul pendio roccioso detta “Rocca Vecchia”, a quota 739 sotto il Monte Pizzo Deta, sono i resti del borgo medievale di Rocca de Vivo distrutto da una valanga nel 1616; sull’altura rocciosa sommitale sono i resti di una torre cilindrica con piccolo recinto attorno. Del castello, Castro Rio Vivo, si ha memoria già dal 1089 in rapporto alla chiesa di S. Stefano, posta nel suo territorio. Successivamente col nome di Rocca de’ Vivo o Rocca Vivorum, è presente in tutti i documenti feudali dal XII secolo fino alla sua completa distruzione seicentesca. A contatto con i resti bassi, i sopravvissuti edificarono nel corso del Seicento la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, meta di pellegrinaggio il 2 luglio. L’importanza strategica della vecchia rocca era quella di controllare l’accesso dell’importante Vado di Rocca (quota 1565), uno dei più importanti passi di comunicazioni con il versante laziale.