Con questa breve nota si intende segnalare un’interessante relazione archeologica, recante la data del 28 dicembre 1888, riguardante la zona dell’antica città di Carsioli (1). La suddetta relazione, firmata dal regio ispettore Ercole Canale Parola, era indirizzata al direttore generale degli scavi e musei del regno in Roma. In essa vengono segnalate cinque epigrafi che l’ispettore ebbe modo di vedere durante una sua visita nella zona di Civita (Oricola).
Il primo reperto descritto nella relazione non è una vera e propria epigrafe. In realtà si tratta di un cippo o ARA in pietra calcarea, con inciso un bassorilievo, rappresentante una scena sacrificale. Così scriveva l’ispettore: Nell’antica cantina della taverna del Cavaliere (Pereto) presso quella stazione fer roviaria, esisteva un cippo calcare di forma bellissima, su cui è raffigurato un sacrificio. A sinistra sta scolpito un sacerdote vestito delle sacre insigne, appresso di lui vi è un personaggio che ha dinanzi un tripode sul quale è deposta la vittima. Viene poscia un altro personaggio pur e lui in piedi che tiene per freno un bue sul dorso del quale pende una stola alla quale veniva designata la vittima del sacrificio.
Nella parte superiore del cippo vi è scritto SACR. Questo cippo fu trovato fra le rovine di Carseoli, ma nessuno mi seppe dire l’epoca in cui fu ritrovato (2). Questo reperto è descritto nel Corpus Inscriptionum Latinarum volume IX scheda n. 4052 (3). In essa si afferma che il reperto fu rinvenuto in “ruderibus Carsiolanorum”, nella località fonte di Civita, all’interno di una vigna di proprietà di un certo Antonio Ferrari di Oricola. Si conservava nei pressi dell’osteria del Cavaliere, precisamente nella casa della famiglia De Vecchi (4).
La relazione prosegue con la descrizione del frammento di un’altra epigrafe che l’ispettore ebbe modo di vedere in un gradino nella suddetta taverna del Cavaliere. Il testo epigrafico è del seguente tenore:
… COSIDI
F……RBI
POPILLIVS
RVFVS ..ILL.
Questa epigrafe è descritta nella scheda n. 4078 del C.I.L. IX; attualmente risulta irreperibile. Così viene completata :
POLIA COSIDIA
F. F. ORBI
C. POPILLIVS. C. F
RVFVS
..POPILLIVS. C. F
La relazione termina con la segnalazione di altri tre frammenti epigrafici che l’ispettore vide nella chiesetta di San Vincenzo a Carsoli (5).
1) Frammento:
T. VOLESEDIVS T. F.
ANI GALL
I NER P. XV
2) Frammento:
VOLESEDIVS T.F.
ANI GALL
LEDSDIUS F
3) Frammento:
GALE
MAXIM
SIMIS AO A
CAESARIENSIS
Anche queste tre epigrafe sono contenute nel C.I.L. IX e sono descritte qui appresso:
1) Scheda n. 4096:
T.VOLESEDIVS.T.F
ANI . GALL.
IN FR. P. XV
2) Scheda n. 4095:
VOLESEDIVS TF
ANI . GALL.
VOLESEDIVS . T
AESCHIN
3) Scheda n. 5967:
GALER
MAXIMINO NO
SIMIS AC BEATIS
CAESARIBUS
I frammenti 4096 e 4095 si conservano ancora all’interno della chiesa di San Vincenzo. Invece, il frammento 5967 è stato trafugato nell’estate del 2002.
NOTE