STORIA DEL CARSEOLANO (genealogia della famiglia Da Ponte)

La genealogia della famiglia De Ponte signori di Oricola e Pereto Il brano è stato estratto da Ferrante della Marra, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne’ seggi di Napoli imparentate colla Casa della Marra […], Napoli 1641, pp. 297-302. Nella trascrizione si è rimasti fedeli al testo. La notazione è quella dell’autore.

Da gli antichi Castaldi, e Conti di Terni, e della Valle Narina nell’Umbria, deriva la casa di Ponte trà Dle più nobili case Romane annoverata. Percioche verso l’anno 930. uno di quei Signori chiamato il conte Pietro Castelli, havendo preso per moglie Romana figliuola di Berardo Francico Conte di Marsi nell’Abruzzo, generò di lei cinque figliuoli Berardo, Benedetto, Lupone III. Marone, e Letone, trà quali havendo diviso lo Stato, d’uno d’essi (a), à cui di trentasei luoghi della Valle Narina toccò il forte Castello di Ponte, oltre Cerreto, & altri, derivò la cala di Ponte, così detta dal dominio di quella Terra, assai celebre per essere stata patria del Pontano (b). Comproba quella opinione l’insegna, che i presenti Ponti ancora usano di due Castelli sopra il Ponte. Questi Signori adunque di Ponte imparentati con i Conti di Marsi, e perloche erano soliti d’inquartare l’antiche loro insegne del Castello con le divise d’oro, & azurre da quei Conti di Marsi usate, passati con l’occasione di quel parentado nell’Abruzzo, ivi divennero Signori di molti Castelli, tra i quali par che essi medesimi havessero edificato di nuovo quello di S. Maria, detto de’ Ponti: ma nel medesimo tempo possedendo eglino lo Stato vecchio nell’Umbria, & il nuovamente acquistato nell’Abruzzo, si legge nella Cronica Cassinense (d), a Pontio figliuolo d’Allone de’ Conti di Marsi non solo haver ceduto a Monte Casino, come a lui spettante ab antiquo il Monastero di S. Valentino su quel di Comino, già distrutto da Saraceni, e da esso Pontio riedificato, ma anche insiem con Berardo suo figliuolo, e con assenso de’ Conti di Marsi cedette à S. Benedetto tutto quel, che ad esso loro apparteneva sopra Opi, e Paracle ne’ Marsi, antiche pertinenze di S. Angelo di Barreggio.

Il Sansovino trà le case illustri d’Italia mette sotto nome d’Ottone la casa di Ponte, e vuol che l’Imperadore Ottone I. (e) nel 1162. investisse Lodovico, e Pietro di Ponte del dominio della Terra di Matelica, donde essi erano stati discacciati da Berengario, e ne porta à disteso il privilegio dato in Viterbo, prodotto nel processo della lite che tiene questa famiglia colla Piazza di Porta Nova. Indi si cominciorno in memoria d’Ottone Imperad(ore) a cognominar Ottoni, mà ritener il cognome antico di Po(n)te. E nell’Archivio vecchio di Napoli si trova (f) verso il 1180. Gaino, o Todino de Po(n)te tener ne i Marsi Morano, Sculcola, la metà d’Auricola, la quinta parte di Pereto, di Fossacieca in Garzoli, d’Entramonte, e del Poggio, & per esso Stato pagare al Re il servitio di 7. soldati à cavallo, e per l’espeditione di Terra Santa, offerirne quattordeci con 28. fanti. E Rainaldo de Ponte fratello d’esso Teodino tenea dal medesimo Rè il Ponte, la metà d’Auricola, e di Sculcola, e la quinta parte altresì di Pereto, di Fossacieca, del Poggio, e d’Entramonte, & esserse anch’egli dupplicar per la medesima espeditione di Terra Santa in vece di 7. huomini d’armi à cavallo, che devea dare, 14. à cavallo , e 28. à piedi: e s’occorresse in quelle parti Oltremarine maggior necessità di genti, darne quante più potesse haverne, e per altre memorie habbiamo Tomaso di Ponte (g) Signor della Città di Dragonara donar l’anno 1215. certa casa, e vigne site in S. Severo à S. Maria in Gaudo. E quattro anni innanz. nel 1211. si vede scrittura di Roberto di Ponte figliuolo (h) del q. Baldoino esser Signor del Castello della Vipera, e di Chiusano, e d’haver da Fenicia sua moglie più figliuoli, e per il sodetto Archivio vecchio di Napoli si vede i Ponti esser sotto il Regno di Manfredi, e del Pontificato d’Alessandro IV. possessor de Castelli così nel Regno, come nel Stato Ecclesiastico, e quasi in un medesimo tempo imparentati con le case di Molisi, e della Marra in Regno, e con gli Orsini, e Colonnesi in Roma. Toltisi (i) i Messinesi l’anno 1256.

Dall’ubbidienza di Rè Manfredi, e datisi alla Chiesa, Iacopo di Ponta, come dice il Fazzello, fù mandato da Roma da Papa Alessandro IV. al governo di Messina, perche tenesse in fede, e divotione della Sede Apostolica quella Città. Et Andrea (k) forse di Iacopo fratello essendo stato sotto Rè Manfredi Signor di Pietra, & Auricula, e del Criminale della Mattice, d’Arquata, Arumalo, e della Mo(n)tagna in Abruzzo, continuò in quei dominij sotto il Regno di Rè Carlo il Vecchio, dal quale, percioche egli possedeva ancor Terre sù quel della Chiesa, impetra (l) l’anno 1268. di poter far estraere vittovaglie per le Terre sue fuora Regno. E secondo l’uso de’ Baroni del Reame chiede al medesimo Rè l’anno 1271. l’assenso (m) sopra il matrimonio di Sibilla sua figliuola, maritata ad Orsillo Orsino figliuolo di Matteo. Et in Roma s’hà memoria infino al presente giorno, quali fossero state le case de’ Signori Ponti annoverati trà i primi di quella nobiltà. Fratelli d’Andrea io stimo Nicolò, Baldoino, e Roggiero, i quali, stando Rè Carlo in Roma l’anno 1272 haveano radunati molti soldati, e con essi à guisa di nemici discorso per molte Terre del Regno: per lo qual misfatto Roggiero (n), ch’era Signor di S. Lupo in Abruzzo, fu dichiarato ribelle di Rè Carlo, & interdettogli l’entrar più nel Regno. Ma d’Andrea,che fu Cavaliero, e Padre di molti figliuoli, il primogenito fu Francesco, o à cui vien donata da Rè Carlo II la Rocca d’Acerno in Abruzzo. Gli altri figliuoli d’Andrea furono per avventura tutti quei Signori di Ponte, che nell’Archivio Regio vengono quasi in un medesimo tempo nominati, come Goglielmo, Andrea, Gualtiero, Iacopo, Roggiero, Rinaldo, Agoto, Odorisio, e Pietro. Goglielmo per dono di Rè Carlo I. fù Signor di Capurso (p) in Terra di Bari. Andrea, detto à differenza del padre Andrea Novello, fù Signor d’Auricola, Tagliacozzo, e Pireto (q) in Abruzzo, & hebbe per moglie una Signora di casa Colonna (r), dalla quale hebbe due soli figliuoli, heredi non solo d’Andrea Novello suo padre; ma anche di Pietro suo zio (s) nella parte, che esso Pietro possedeva in Auricola, e Tagliacozzo.

Gualtiero possedette Castellaccio in Abruzzo (t), Castel del Giudice, Molfuso, S. Nicolò di Calcise Casamondosa, e S. Maria, fù del Conseglio, e Maggiordomo maggiore di Rè Carlo II. (u) e l’anno 1306. à’ 15. di Giugno egli dovea, come capo de’ Baroni della Capitanata, con titolo di Contestabile di quella Provincia comparire (x) à dar mostra d’essi Baroni in Aversa avanti il Duca di Calabria, che fù poi Rè Roberto. Hebbe Gualtiero per moglie una figliuola di Risone, della Marra (y), egli nondimeno non generò figliuoli: onde per morte di lui l’anno 1310. senza heredi legitimi (in quei tempi non soccedeano i fratelli ne i feudi nuovi) era ricaduto lo Stato suo alla Corte Regia (z). Iacopo prese moglie in vita del padre, la quale fù Filippa di Grandinato (a) figliuola di Malgerio, che dominava terza parte d’un Castello; nondimeno non trovo, che di lui rimanessero figliuoli. E notabile la fedeltà, che mostrò Andrea di Ponte in occasione di questi matrimonii di Iacopo, e di Beatrice suoi figliuoli; Perche havendo il Principe Carlo Vicario di Rè Carlo I. suo padre partito per la battaglia di Guascogna, nel voler ad istanza del papa dar nuova forma al governo del Regno, tolta ei quella legge, che ricercava l’assenso Regio sù i matrimonii de’ figliuoli de Baroni, ancorche non prendessero feudi in dote, ad esempio nondimeno di Giovanni di Giavuilla (b) Signor di Rivello, che maritandosi con Isabella figliuola del già morto Conte Riccardo Filingiero, con dote sola di certi mobili, ne volle dal Rè l’assenso lo ricercò Andrea non solo sopra il matrimonio di Iacopo suo figliuolo non feudatario, con Filippa, ch’era Signora di feudi; ma anche sopra quello di Beatrice sua figliuola con mobili maritata (c) à Tomaso figliuolo di Bartolomeo di Fossi feudatario.

Rispetto verso l’autorità reale anche usato nel medesimo tempo da Suffredino della Valle Signor della Valle (d), dando per moglie à Marino suo figliuolo Iacopa sorella di Filippo di Sorrento da Capoa Cavaliero, e per marito à Iacobella sua figliuola Simonello figliuolo d’Adiutoro del Tufo Cavaliero. Roggiero (e) il quinto figliuo d’Andrea fù per Rè Carlo II. alcuni anni Vicerè dell’Abruzzo. Rinaldo (f) fù Cavalier Gerosolimitano, Prior di Sant’ Eufemia in Calabria, e Capitan Generale de’ Mori di Spagna, chiamati Almogaveri (g), ch’in quel tempo servivano Rè Carlo II. Agoto (h) fù per lo medesimo Rè Capitan Generale de’ Provenzali, ch’erano in Regno. E finalmente Odorisio (i) fù Signor di Pettorano in Abruzzo. Da lui nacquero Duraguerra, ò Vinciguerra, e Giovanna, la qual fu maritata ad Agoto (k) di Corbano Cavaliero figliuolo d’Amelio, Signor di sì gran nobiltà, ch’havendo egli dato Isuarda sua figliuola per moglie à Tomaso Sanseverino Conte di Marsico, Rè Carlo I. nell’assenso di quel matrimonio afferma i figliuoli d’esso Amelio esser del Sangue Regio: l’altra figliuola di Gio. di Ponte detta Margherita (l) di Corbano fu maritata à Rostaino Cantelmo. Duraguerra (m) unico figliuol maschio d’Odorisio, hebbe per moglie Francesca di Molisi figliuola d’Ugone Signor di Campobasso, Supino, & altre Terre, e da lei trè figliuoli Bartolomeo, Odorisio, e Francesco, i quali secondo l’uso de’ Longobardi dominavano Pettorano (n) l’anno 1332 però di loro non appare, che rimanessero figliuoli.

Onde trovandosi l’anno 1326. Giovanna lor zia, chiamata balia, & avola materna (o) di Rostaino, Agoto, e Iacopo Cantelmi, credo fermamente che per via di questa Giovanna passasse Pettorano à Cantelmi, i quali infin’ al presente giorno la signoreggiano. Pure io non sò da’ quali Ponti derivi quel l’Arcivescovo di Salerno (p), che vive l’anno 1327. il cui nipote Berardo di Ponte vien ricevuto in gratia d’esso Arcivescovo, da Rè Roberto per suo familiare, e così anche quel Gio. di Ponte (q), che è Proveditor Gener. delle Fortezze dell’Abruzzo per Rè Ladislao l’anno 1398. al cui Rè essendo caduto in disgratia il secondo Gualtier di Ponte figliuol di Roggiero, fù come ribelle di tutti i suoi beni spogliato: perloche Nicolò suo figliuolo fù costretto da Napoli trasferire la sua habitatione in Maiori Città della Costa d’Amalfi.

Con tutto ciò la Regina Giovanna Seconda à Ladislao suo fratello nel Regno socceduta conoscendo, ch’il fallo, ò error paterno non dovea nocere à Nicolò, nè la povertà pregiudicar punto alla nobiltà sua, li fè piena restitutione à tutti honori, e beni suoi, quando alla Corte Regia ritornassero, e li diede per moglie Laura Mormile sua Dama, & allievo, e dice rimunerar con tal matrimonio la sposa de’ suoi servitij, e che la stanza di Maiori non possa pregiudicar alla nobiltà, che esso Nicolò godea in Napoli conforme havean goduto tutti gl’altri della sua famiglia, però che costui havea non solo moglie di famiglia principale del Seggio di Portanova, ma anco casa nel quartiero di quel Seggio, e si trova esser’ anche armato Caualiero. Ma egli ancor tirato i Maiori dalla residenza, che vi faceano altri della casa, perché non mancano innanzi di Nicolò predetto memorie antiche di Ponte di Maiore. Poiche l’anno 1302. Nicolò (r) di Ponte di Maiore era per Rè Carlo II. Maestro de’ passi di Terra di Lavoro, carico innanzi di lui esercitato da un’ altro Nicolò di casa Caracciolo, & appresso armato Cavaliero, da Re Roberto vien honorato con titolo di Dominus (s). Nicolò dunque da Roma con altre famiglie illustri debbe anticamente passar in Maiore: e descendea da Roggiero fratello del primo Gualtiero, ch’ hebbe per moglie, come dicemmo, una figliuola di Risone della Marra.

Dal qual Roggiero, come stipite della famiglia, stà provato nel processo d’essa, discendere il Marchese di Morcone Regente di celebratissima fama, il Marchese di Colonnise suo fratello, il Marchese della Padula suo figliuolo, il Marchese di Sant’ Angelo Presidente del Conseglio, Giovan’ Andrea, e Cesare. Gio. Andrea fù padre di Fra Orario Cavalier di S. Gio. e di Francesc’ Antonio, che calato con D. Maria d’Acugno generò D. Andrea, à cui D. Agnese di Ponte nata da Oratio, e D. Caterina de Medici portò in dote il Marchesato della Padula. Cefire divenne padre di Berardo, Onorio, e Claudio tutti tre della Compagnia di Giesù, e di Gioseppe; e Gio. Battista, che con Aquina d’Alvito hà generato il presente Duca di Flumari, Raimo casato con D. Anna Coppola, Andrea, Fra Giacomo Cavalier di San Giovanni, Claudio, e Giovanni ancoregli della Compagnia di Giesù. Non han mancato in questa casa oltre i carichi sì principali parentati illustri, & habiti di più stimati. In quanto ad i parentati il Marchese della Padula Oratio, il quale fù anche del Conseglio di Stato, e Cavalier di San Giacomo hebbe per moglie D. Caterina de Medici nipote carnale di Papa Leone Undecimo, & hora Principessa di Torrenova rimaritata al Principe D. Troiano Caracciolo, & il Duca d. Fiumari tiene per moglie D. Antonia della Marra sorella di D. Geronimo. Molti habiti di San Giovanni, e di San Giacomo di Calatrava, e d’Alcantara sono stati in questa famiglia. Frà Vincenzo fù Cavaliero di San Giovanni Commendator di Sergna, e di Modica, e Recivitor à Napoli.

Il medesimo habito vestirno Fra Iacopo fratello del Duca di Flumari di Fra Oratio figliuolo di Giovan’ Andrea, Fra Pietr’Antonio figliuolo del Marchese di Morcone poi Vescovo di Troia, e Nuntio in Germania, Francesco Antonio un figliuolo del Presidente Marchese di Sant’ Angiolo, e Fra Giovan Battista figliuol di Marcello, il quale, fù Capitano di Cavalli, oltre i più antichi Cavalieri di San Giovanni, tra i quali fu Fra Rinaldo de Ponte Capitano Generale de’ Mori di Spagna, ch’era in Regno in servitio di Rè Carlo Secondo, ma quando questo Cavaliero s’havesse à connumerare trà i Ponti Spagnuoli, e da porre certamente tra’ nostri Italiani Ponti il Gran Maestro Fra Perrino di Ponte: certa cosa è, che dalla Costiera d’Amalfi venne Gerardo il Primo Gran Maestro, e Fondatore di quella Gran Religione, la qual per tal memoria presso la posterita tenuta in gran veneratione, oltre i proprij meriti potè creare suo Gran Maestro Fra Perrino de Ponte. In quanto à gli habiti Spagnuoli, portò il Marchese della Padula quel di San Giacomo, come s’è detto, il presente Marchese di Sant’Angelo porta quel di Calatrava, & i fuoi fratelli, Gennaro quel d’Alcantera, e Francesco Antonio quel di San Giovanni, benché poi non volle professare, e lasciallo. La Compagnia di Giesú benche gratissima verso i tuoi benefattori, come l’hà mostrato in questo anno suo centesimo del 1639. e stata, & è molto parca nell’erigere inscrittioni.

In Roma nella Chiesa del Collegio l’eresse à D. Vittoria della Tolfa Marchesa della Valle madre di D. Clarice Orfina prima Duchessa di Parma, da cui nacque il Duca Ottavio, & alla Cala Professa n’eresse un’altra al Cardinale Alessandro Farnese. In Napoli alla Nunciata, ò Novitiato, che chiamano, l’hanno eretta alla Contessa di Sant’ Angelo Mendozza, e nel Colleggio alla Duchessa di Madaloni Roberta Carrafa fondatrice,& ad i figliuoli di Cesare di Ponte, come il padre del Duca di Flumari, & à’ suoi fratelli il Padre Bernardo, & il Padre Onorio soggetti per tutte le parti assai benemeriti della Compagnia, à i quali figliuoli di Cesare hanno con spesa grossisima ridotto quel Colleggio in ampissima forma, e stata posta da’ Padri Gesuiti questa memoria.
CAESARIS DE PONTE FILII GYMNASIVM A FVNDAMENTIS AD LVMEN BONIS PATERNIS EXTRVXERVNT. MDCV SOCIETAS IESV GRATI ANIMI MONVMENTVM POSVIT. Usa per armi questa famiglia due torri sopra un ponte tutti d’argento in campo azzurro.


NOTE

a) Dalla Cron. presso Fra Gio. Battista Bruneschi dell’Ord. de’ Predicatori.
b) Da Fra Leandro nella descrittione d’Italia nel cap. dell’Umbria.
c) Dal Zazzera ne’ Castelli dell’Umbria.
d) Nella Cron. Cassinense a car. a 226.
e) A car. 35.
f) 1322. A. a car. 52. at.
g) Prot. di S. Gio. In Gaudo a car. 64. at.
h) Dal med. pro. a c. 117.
i) Il Fazello a car. 484.
k) 1269. D. 211 e 213.
l) Nel med. Reg. 1268, A. 60.
m) 1271. B. 12.
n) 1272. senza coperta a car. 58.
o) 1299. D. 259.
p) 1277. F. 87.
q) Fasc. 8 a car. 84.
r) 1278. D. 18.
s) 1330. A. 278.
t) 1316. B. 9. 1298. A. 54. 1310. E. 229.
u) Nella cassa B. nel fasc. 7.
x) 1304. 1305. F. 162.
y) 1304. 1305. C. 167 at. 1304. 1305. F. 162.
z) 1310. E. 229.
a) 1283. A. 140.
b) 1283. A. 140.
c) Nel med. Regist. A car. 140 at.
d) Nel med. Regist. e fogli.
e) 1300. A. 218. 1302. A. 200.
f) 1290. C. 236.
g) Dal Maurolico.
h) 1284. C. 294.
i) 1283. A.
k) 1290. C. 50.
l) 1313. 1314. 12 ind. A. a car. 344.
m) 1311. 1312. 11 ind. A car. 43.
n) Nella Cassa C. nel mazzo 13.
o) 1320. C. 175.
p) 1327. F. 71.
q) Nella Cassa D. nel mazzo 10.
r) 1301. 1302. A. 216.
s) 1317. A. 10. at. 1317. C. 110.
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