Il 26 settembre 1840 fu firmata la Convenzione per la nuova confinazione tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie. Nei tre secoli passati si viveva lungo la frontiera uno stato di quasi guerra civile: omicidi, rappresaglie, furti, arresti. Solo grazie al lavoro cartografico del padovano Rizzi Zannoni e del suo omologo pontificio Ricci fu possibile, alla fine del XVIII secolo, effettuare un serio lavoro di rilievo cartografico della zona di confine per disegnare precise mappe che potessero mettere in evidenza le controversie al fine di dirimerle successivamente con trattative politiche.
Dopo vari tentativi, nel giugno 1838, regnando Ferdinando II e papa Gregorio XIV, iniziarono le trattative che portarono alla suddetta Convenzione. I plenipotenziari pontifici furono il card. Bernetti ed il segretario dei Confini mons. Boatti; quelli napoletani il march. Delcarretto ed il conte Ludolf. Il lavoro diplomatico si protrasse per due anni nei quali ognuna delle parti presentò non meno di tre ipotesi di linea di confine con a sostegno una gran mole di documenti raccolti nelle località di frontiera. Firmata la Convenzione, tra l’ottobre 1840 ed il settembre 1841 fu eseguita la demarcazione provvisoria con pali di legno e solo tra il 1846 ed il 1847 fu eseguita la posa di colonnette di calcare o travertino per rendere definitiva la nuova linea di confine.
Qui di seguito si riporteranno i risultati della ricerca su alcuni esemplari della medaglia deposta sotto i termini lapidei del confine pontificio-napoletano del 1840. Si ricorda che le medaglie sono beni culturali definiti oggetti di interesse numismatico e tutelati dal Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, Decr. Leg. 490/1999 pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Suppl. Ord., Serie Generale, n. 302 del 27 dicembre 1999. La stessa legge tutela anche i termini di confine come monumenti antichi.