Terra di nessuno

Testi tratti dal libro Storia di Opi
(Testi a cura di Andrea Di Marino)

Chi per caso si trova a visitare Opi e Pescasseroli nell’Alta Valle del Sangro, sia che arrivi attraverso il Passo del Diavolo o il Passo di Templo, sia che arrivi attraverso il Passo di Forca d’Acero o il Passo di Pietramara, ha la sensazione, se e buon osservatore, di trovarsi immerso in un paesaggio da favola, circondato da secolari faggeti come secolari sono i problemi che affliggono questa gente d’Abruzzo. E’ vero, dal punto di vista ambiente-natura il paesaggio non e secondo a nessun altro, ma e altrettando vero che i problemi che lo affliggono sono tanti e di diversa natura. Tralasciamo i problemi che derivano dalla presenza di un Parco (che tratteremo in altra sede) e parliamo dei tanti altri…

Questa parte d’Abruzzo, a confine con il Lazio e con il Molise, da sempre si e trovata ad essere Terra di nessuno. Abbiamo detto delle vie d’accesso alla nostra zona, di quelle : oggi carrozzabili, ma non dimentichiamoci che fino agli anni 1828-’30, anni in cui ebbe inizio la costruzione della strada Sarentina chiamata oggi Marsicana, e più tardi con la strada di Forca d’Acero, una volta chiamata “Via Antiqua que dicitur Marsicana” e il passo di Pietramara, paragonato da alcuni autori al Passo delle Termopili, la zona era raggiungibile solo attraverso le valli solcate da torrenti e fiumi (Sangro, Giovenco, Rio Carmelo, Fosso Macrano, Rio Fondillo).

I collegamenti con l’area fucense in eta antica e medioevale e anche in eta moderna avvenivano tramite i passi montani quali il Valico Aceretta (1636 metri s.l.m.) al termine della Vallelonga, la Cicerana (1500 metri s.l.m.) con l’altopiano e il vallone di Gioia Vecchio (1400 metri s.l.m.) al termine del Fosso Macrano e della Valle del Vico ed infine con il Valico di Templo (1372 metri s.l.m.), che era anche il più importante perché conduceva alle sorgenti del Giovenco e del Sangro. Gli accessi del versante laziale si presentavano ancora più difficili e articolati. Dal Sorano, attraverso Pescosolido e Campoli Appennino, si raggiungeva la Vallelonga e attraverso il Valico dei Tre Confini, 1992 metri s.l.m., passando per la Schiena d’Asino, 1709 metri s.l.m., al termine della Valle Rio e il Valico di Monte Tranquillo, 1673 metri s.l.m. (dotato nel Medioevo di un ospizio per viandanti) detto “sanctae Mariae de Trunchillo o Tranquillo”, si raggiungeva Opi e Pescasseroli. Altre vie di accesso all’Alto Sangro sono presenti in San Donato, Settefrati, Picinisco e San Biagio Saracinisco.

Il Valico di Forca d’Acero, 1530 metri s.l.m., metteva in comunicazione Pescasseroli e Opi attraverso la Val Comino. Da Settefrati a Picinisco, lungo la Val Canneto, si raggiungeva la Val Fondillo attraverso il Passo dell’Orso, 1672 metri s.l.m., ed attraverso la stessa Val Canneto si poteva raggiungere Civitella Alfedena e Barrea transitando per la Forca Resuni, 1952 metri s.l.m. Per finire, da Picinisco e San Biagio Saracinisco, attraverso il Passo dei Monaci, 1982 metri s.l.m., si raggiungeva Alfedena. La più importante via d’accesso pero rimaneva sempre la Forca d’Acero, “Furcam Aceri”, che era dotata di una strada abbastanza comoda (di cui si ha anche una documentazione storica) fino a raggiungere la Necropoli di Fondillo.

Come si può notare, per una piccolissima zona tante vie d’accesso, una presenza multiforme di popoli. Da recenti scoperte e emerso che insediamenti esistevano gia in era pre-romana. I popoli che occupavano l’area tra il Mulino di Opi e Campomizzo appartennero a varie comunità tra cui i Pentri, Peligni, Sabini (più tardi chiamati Sanniti), Volsci, Equi e Marsi. Ma torniamo ai problemi che affliggono ancora oggi le popolazioni di Opi e Pescasseroli. Chi non ricorda che, fino a poco tempo fa, solo per andare a L’Aquila, che e il capoluogo della Regione oltre ad essere la Provincia di questa terra, si impegnavano almeno tre giorni, senza pensare alle intemperie del periodo invernale che spesso allungavano di altri giorni il viaggio!

A L’Aquila bisognava pure andarci e bisogna andarci ancora oggi; li si trovavano e li si trovano gli Uffici, li e la Prefettura, il Comitato di Controllo, l’Ute, l’Ufficio Iva, la Camera di Commercio, la Motorizzazione, l’Aci. Oggi, che tanta confusione si fa per una nascente provincia, si e pensato a tutto questo? Purtroppo, anche a tal fine, si presentano problemi per questa parte dell’Abruzzo: Avezzano o Sulmona? Per essere Opiano (cosi si chiamano gli abitanti di Opi) propongo Avezzano, se non altro perché meglio collegata con la nostra zona (non ho detto collegata bene!), con Sulmona proprio non vi sono collegamenti diretti, eppure questi due paesi dipendono, per quel che riguarda la giustizia, proprio da Sulmona. La Procura della Repubblica, il Tribunale, la Pretura Circondariale, ora che e stata sottratta a Castel di Sangro, hanno sede in Sulmona.

In un tempo non molto lontano dai nostri giorni le Preture di Opi e Pescasseroli facevano capo a quella di Gioia dei Marsi (oggi a Pescina); per il tribunale si dipende da quello di Avezzano. Vi pare questa giustizia? Di chi siamo figli? A mio avviso chi sarà chiamato a governare questi centri in avvenire dovrà risolvere anche questi problemi importanti per le comunità dei due centri oltre, naturalmente, i tantissimi altri. E non e finita qui; con la Comunita Montana, difatti, come la mettiamo? Castel di Sangro o Pescina? Castel di Sangro e Pescina si trovano a eguale distanza espressa in km.; e allora? Al momento, i due centri del Parco Nazionale fanno capo a Castel di Sangro. Passiamo, ora, a vedere i rapporti commerciali. Chi va a Sulmona per comprare un vestito? Oserei dire nessuno! Qualcuno dirà che c’e Castel di Sangro (centro commerciale di grande importanza) ma molti si servono anche di Avezzano, non trascurando Sora; ma in tal caso usciamo fuori regione.

Passando agli uffici finanziari, Opi e Pescasseroli si sono serviti e tuttora si servono dell’Ufficio del Registro di Avezzano, dell’Ufficio delle Imposte e del Genio Civile sempre di Avezzano; per gli altri Uffici abbiamo gia detto, ma non di Sulmona. Non abbiamo, comunque, nulla in contrario con la città di Ovidio ma sono tante le cose che ci dividono: a cominciare dai collegamenti, cosi come evidenziato innanzi. Siamo Marsi, non siamo Peligni ne Sanniti e ne Volsci, vi pare? Non e campanilismo, credetemi! Potremmo definirci, ma gia lo hanno fatto altri, Alto-Sangrini. Poi c’e la questione della Curia Vescovile. Pescasseroli e Opi fanno capo ad Avezzano; Villetta Barrea, Civitella Alfedena, centri vicini, a Monte Cassino; gli altri alla diocesi di Valva e Sulmona. Anche in questo caso c’e un punto a favore di Avezzano. Parlando poi della parte culturale, la parte del leone la fa Castel di Sangro.

Siamo collegati con il centro bibliotecario di Castel di Sangro; per il Centro Servizi Culturali vale la stessa cosa. Passando poi alla USL, Castel di Sangro e centro degli Uffici ed e sede di una struttura ospedaliera. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che gli uffici di collegamento sono stati spostati proprio di recente a Castel di Sangro. Torniamo un attimo ai collegamenti e questa volta a quelli su rotaia; Opi e Pescasseroli fanno capo ad Alfedena (sulla tratta Sulmona-Agnone), almeno per il momento; auguriamoci che non venga soppressa (rami secchi) ma se avverra dovremo fare capo a Pescina o ad Avezzano (queste stazioni si trovano lungo la direttrice Roma-Pescara) che ci auguriamo non venga alla pari di Sulmona-Agnone inserita nell’ipotesi di soppressione. Roma-L’Aquila e Pescara sono servite da due autostrade, quelle Abruzzesi. Altra questione che ci fa diversi da altri, e la ricezione RAI.

Solo ultimamente si e potuto vedere RAI 3 e per quanto riguarda l’angolo regionale siamo costretti a vedere RAI Molise, ma per dovere di cronaca dobbiamo dire che la Comunita Montana si sta adoperando per la ricezione di RAI Abruzzo. Abbiamo lasciato per ultimo il problema delle APT. 159
Secondo le ultime indicazioni di uomini politici di vari partiti, Pescasseroli verra privata della sede APT in favore di Roccaraso. Auguriamoci almeno che possa nascere l’APT verde, ovvero l’APT del PNA con sede in Pescasseroli. Naturalmente tanti altri problemi sono presenti in zona che non abbiamo considerato in questo scritto. Cittàdini di Opi e Pescasseroli siamo chiamati a soffrire ancora! (I dati storici sono stati presi dagli atti del primo convegno nazionale di Archeologia tenutosi a Civitella Alfedena nel 1987a cura dell’ORSA riprendendo l’idea dell’incontro dibattito che si tenne in Opi nell’autunno del 1986 a cura della Pro Loco).

Ricettività e servizi