Auschwitz, 80 anni dopo: il dovere di ricordare, la responsabilità di lavorare per un futuro senza odio

Auschwitz, 80 anni dopo: il dovere di ricordare, la responsabilità di lavorare per un futuro senza odio

Il 27 Gennaio di ogni anno si celebra la Giornata della Memoria, una ricorrenza internazionale istituita per ricordare le vittime dell’Olocausto, il genocidio che ha segnato tragicamente la storia del XX secolo.

La data non è casuale: il 27 Gennaio del 1945, infatti, le truppe sovietiche liberarono il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, uno dei luoghi simbolo della barbarie nazista, dove milioni di persone, principalmente ebrei, furono sterminati.

È una giornata con un significato profondo: mantenere viva la memoria degli orrori perpetrati durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale e a sensibilizzare le nuove generazioni sulla necessità di combattere l’odio, il razzismo e ogni forma di intolleranza. Non si tratta solo di ricordare, ma anche di riflettere sul presente e sull’importanza di costruire un mondo di pace, uguaglianza e rispetto reciproco.

La Giornata della Memoria è stata istituita in Italia con la Legge 211 del 20 Luglio 2000, in seguito alla spinta dell’opinione pubblica e delle comunità di sopravvissuti e discendenti delle vittime. Da allora, ogni anno si organizzano cerimonie ufficiali, eventi culturali, incontri nelle scuole, mostre e proiezioni cinematografiche, tutte finalizzate a far conoscere la realtà dell’Olocausto e a rendere omaggio a chi ha perso la vita per mano del regime nazista.

Oltre al ricordo delle vittime, questa giornata è anche un invito a riflettere su come la memoria storica possa contribuire a evitare il ripetersi di simili atrocità. La cultura del “non dimenticare” è fondamentale per formare una coscienza collettiva che rifiuti ogni forma di discriminazione, di violenza e di esclusione.

Nel 2025, a distanza di più di 80 anni da quei tragici eventi, è più che mai necessario trasmettere alle nuove generazioni le testimonianze dei sopravvissuti, che ormai sono sempre meno. Non solo attraverso i libri di storia, ma anche attraverso le voci dirette, i racconti, i documentari, i film. Ogni storia di chi ha vissuto l’Olocausto è una testimonianza di resilienza e di umanità che deve essere preservata.

Quest’anno, la Giornata della Memoria cade in un momento in cui il mondo si trova ad affrontare sfide globali come il crescente aumento di forme di antisemitismo, discriminazione razziale e politiche xenofobe. Per questo, ricordare le atrocità del passato è un modo per vigilare contro ogni forma di odio, per evitare che la storia si ripeta.

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