Lo afferma la consigliera comunale Alessandra Cerone, attiva politicamente anche in Provincia: “Serve il grido alla pace da parte di tutti. Il nostro Comune ha aderito all’iniziativa dell’Anci, valida per la Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti”.
Anche la città di Avezzano, il prossimo 1 febbraio, rafforzerà la sua indole “no-war”, aderendo all’iniziativa lanciata in tutta Italia dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). In occasione della Giornata delle vittime civili delle guerre, il capoluogo della Marsica esporrà sulla facciata del proprio Municipio lo striscione “Stop alle bombe sui civili”, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione sull’urgenza di fermare il prima possibile la strage degli innocenti. “Ricordare e commemorare le vittime civili di guerra non è solo un atto di memoria, – afferma la consigliera comunale Alessandra Cerone, che riveste anche il ruolo di consigliera provinciale – ma è un impegno vero e proprio, che ci sprona a lottare per un mondo migliore. Le bombe sui civili non sono solo un crimine contro l’umanità, ma un fallimento collettivo: la pace è possibile se scegliamo di costruirla assieme”.
La giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti è stata istituita in Italia nel 2017 ed ha lo scopo di mettere in luce e davanti agli occhi dell’opinione pubblica il devastante dato delle vittime dei conflitti armati non coinvolte direttamente nei combattimenti. Numeri che comprendono e avviluppano anche donne, bambini e fragili. “La guerra è una ‘livella’ terrificante. – aggiunge la consigliera – Dietro ogni conflitto, si nascondono delle cifre di morte che raccontano storie di sofferenza: famiglie distrutte, vite interrotte e speranze infrante. Come affermava Gino Strada, il 90% delle vittime di guerra sono civili che non hanno mai impugnato un’arma e che, spesso, non comprendono neanche le ragioni per cui le bombe cadono sulle loro case e sui loro luoghi sicuri e familiari. Oggi, i territori di Gaza e dell’Ucraina, palcoscenici di dolore, assurgono a manifesti lampanti di questa realtà. A Gaza, non esistono più zone sicure e i bombardamenti hanno distrutto ospedali, scuole e infrastrutture. La popolazione vive nel costante incubo di nuovi attacchi, mentre la crisi sanitaria è al collasso, con malattie che si diffondono rapidamente a causa della mancanza di acqua pulita e di servizi igienico-sanitari adeguati. In Ucraina, i bombardamenti hanno colpito civili e infrastrutture, lasciando milioni di persone senza casa, lavoro e accesso ai servizi di base. Il nostro Municipio si illuminerà di blu, come appello simbolico alla protezione dei civili. La necessità di questo “scudo” umano e morale – conclude Alessandra Cerone – deve necessariamente andare di pari passo con il rispetto delle convenzioni internazionali, come quella di Ginevra. Diplomazia, dialogo e negoziati devono sostituire le armi e i bombardamenti: ogni cittadino ha il dovere di alzare la voce per chiedere un futuro in cui i conflitti armati appartengano al passato”.