Bisegna – Un’ondata di candidature senza precedenti ha travolto il piccolo comune di Bisegna dove ben 25 liste elettorali si contenderanno i voti dei 212 residenti alle prossime elezioni comunali di fine Maggio.
Un numero che ha destato stupore e preoccupazione tra gli abitanti, come testimonia il Comitato Civico Ponte Giovenco, che ha espresso “fortissime preoccupazioni” per questa situazione inedita.
“È un fatto inedito per il piccolo Comune di Bisegna e il numero di aspiranti consiglieri comunali supera il numero di elettori!“, ha dichiarato Silvano Di Pirro, presidente del comitato. “Preoccupazione e senso di smarrimento sono i sentimenti prevalenti fra gli abitanti di Bisegna“.
La principale preoccupazione dei cittadini riguarda la difficoltà di esercitare il diritto di voto in modo consapevole, data la “chilometrica composizione della scheda elettorale“.
Con così tante opzioni, il timore è che la scelta diventi confusa e che il voto non rifletta realmente la volontà degli elettori.
“È vero la Costituzione Italiana garantisce il diritto delle Cittadine e dei Cittadini di partecipare, avendone i requisiti, alle libere e democratiche competizioni elettorali“, riconosce Di Pirro. “Ma è altrettanto vero che è necessario tutelare e garantire la libera espressione di voto a tutte le Cittadine e a tutti i Cittadini“.
Il comitato civico si interroga sulla reale garanzia del diritto di voto in un contesto così frammentato: “Con ben 25 liste elettorali in un Comune di 212 abitanti è garantito il diritto costituzionale all’espressione corretta del voto libero e democratico? O al contrario siamo dinanzi ad un pericoloso restringimento del sacrosanto diritto di voto?“.
La domanda che aleggia tra i cittadini è se il voto di domenica 25 e lunedì 26 Maggio sarà un’espressione libera e garantita, o se sarà frutto di confusione e caos.
Un interrogativo che lascia “smarriti e sbigottiti” gli abitanti di Bisegna, in attesa di un’elezione che si preannuncia storica, ma anche complessa e controversa.
Sulle 23 liste presentate per le prossime elezioni comunali, solo due risultano effettivamente legate a candidati locali. Le restanti 21 fanno capo ad agenti della polizia penitenziaria, i quali, candidandosi, possono beneficiare di un mese di aspettativa retribuita per la campagna elettorale.
Una dinamica che solleva ulteriori interrogativi sull’autenticità del processo democratico e sull’utilizzo strumentale delle candidature.