Capistrello – «Ma i ragazzi che affittano le case per fare le feste sono figli di nessuno? E chi affitta si rende conto dei rischi?» Questo il commento preoccupato della capogruppo del gruppo di minoranza in Consiglio Comunale, Obiettivo Futuro, Dina Bussi. La consigliera comunale ha alluso a un presunto mancato rispetto delle disposizioni del Dpcm che nei giorni topici del Natale prevedeva la zona rossa per tutta Italia.
In buona sostanza, privati cittadini avrebbero affittato case, durante le vacanze di Natale, in piena zona rossa, a gruppi di ragazzi di famiglie diverse, che avrebbero pensato bene di riunirsi tutti insieme per festeggiare. Tutto questo, stando a quanto scritto ironicamente dalla Bussi, sarebbe accaduto col benestare dei genitori.
L’esternazione pubblica della Bussi ha immediatamente innescato il dibattito. Diversi i commenti indignati dei commercianti, arrabbiati perché dopo aver fatto buon viso a cattivo gioco, sopportando il blocco delle attività, nel pieno rispetto delle regole, pur di contribuire alla battaglia contro il Covid, si sono sentiti presi in giro da chi, con troppa faciloneria, se ne è infischiato delle restrizioni, dimostrando scarso senso civico.
Commenti critici anche nei confronti di quei genitori, secondo qualcuno, troppo permissivi, o forse solo alla ricerca di un escamotage per stare più liberi in casa durante le feste. «Ci si lamenta che i Bar, ristoranti, pizzerie, ecc… siano fonti di trasmissione, ma guardiamoci un po’ intorno…» scrive la proprietaria di un bar. Qualcun altro chiede che, se c’è chi sa, dovrebbe denunciare, non solo gli affittuari, ma anche chi ha concesso le case in affitto.
Se quanto affermato dalla Bussi fosse confermato, non sarebbe certo un bell’esempio di coscienza civica. Probabilmente a molti non è chiaro ancora, che dal Covid, non si uscirà facilmente se ognuno non farà la propria parte. Sarà il caso di prendere alla lettera quanto scritto in un altro, fra i tanti commenti suscitati dal post della capogruppo, «In questo frangente qualcuno dovrebbe mettersi la mano sulla coscienza, in primis noi genitori, poi chi affitta.»