Capistrello – Se mai vi fossero stati dubbi sul valore strategico della medicina territoriale, la risposta dei medici di base, li ha certamente fugati, soprattutto nei comuni montani, dove spesso hanno rappresentato l’unico vero presidio sanitario di un sistema che, a livello ospedaliero, ha mostrato tutti i suoi limiti, soprattutto nella Marsica.
La Marsica, e tutto il centro sud Italia, erano stati risparmiati dalla prima ondata dello tsunami pandemico. Come spettatori della tragedia che si era consumata nel nord del Paese, da noi, la seconda ondata, avrebbe dovuto trovare adeguate misure di contrasto maturate dall’osservazione di quanto accaduto altrove.
Purtroppo, chi doveva attivare i protocolli, le procedure e soprattutto, organizzare strutture che fossero in grado di offrire un servizio costituzionalmente garantito, quello della salute, ha clamorosamente mancato l’appuntamento con la storia, ma soprattutto, ha malamente e cinicamente abdicato al proprio ruolo.
La politica, dopo essersi dimenata sul palcoscenico della tragedia, è tornata mesta e silente a eclissarsi, non senza aver promesso che, passata la crisi, avrebbe chiesto conto ai vertici della Asl, su manchevolezze e responsabilità, vedremo. Intanto, se c’è qualcosa che ha funzionato, pur fra molte difficoltà e assenza di direttive chiare, è stata la medicina territoriale, sono stati i medici di base che in un paese come Capistrello, per esempio, oggi possono tornare a respirare un po’.
Al 3 di gennaio, i casi di positività che gli studi medici di base hanno in carico a Capistrello, sono cinque o sei. Le situazioni accertate ufficialmente, stanno praticamente nelle dita di una mano. Le persone in quarantena per aver avuto contatti con gli attuali positivi, o derivanti da situazioni pregresse ormai risolte, sono qualche decina.
La raccomandazione però è quella di comunicare tempestivamente il proprio stato di salute al proprio medico, senza ometterlo per vergogna e senza nascondersi per il timore di dover chiudere temporaneamente un’attività commerciale. Il senso civico e la responsabilità nei confronti del prossimo sono fondamentali per la tenuta di una comunità.
«Non bisogna assolutamente abbassare la guardia, ancora non è finita.» Queste le parole del dottor Mauro Croce, che contattato sul tema, ci ha tenuto a sottolineare lo sforzo profuso dai medici di base, specialmente nella fase più acuta della pandemia, dove non si sono limitati soltanto a prestare il loro servizio, ma si sono prodigati nel sensibilizzare i cittadini, soprattutto quelli più giovani, al rispetto di regole e precauzioni.
In effetti i medici hanno garantito il servizio lavorando in condizioni di estrema pressione e precarietà, dovuta non solo al virus, ma anche alle difficoltà di natura psicologica patite da molti, in particolare dai pazienti più fragili finiti in ospedale, strappati alle famiglie, senza avere il conforto del contatto fisico con i propri cari.
Purtroppo anche Capistrello, come tanti altri paesi marsicani, ha pagato il suo triste tributo di vittime al Covid-19. Non c’è un medico che ha avuto in cura chi non ce l’ha fatta, che non abbia vissuto la tragedia di una morte come una sconfitta personale. Si sa, nei piccoli centri, il paziente non è solo un paziente, non è solo un numero, ma è una persona con cui ci si incontra per strada, al negozio o nella fila all’ufficio pubblico.
In questi primi giorni del 2021, il tasso di positività rispetto ai tamponi effettuati è tornato a salire, a livello nazionale, oltre il 17%. Le prossime due settimane diranno quale sarà l’entità della terza ondata, in ogni caso bisogna farsi trovare pronti perché, nelle pandemie, la progressione numerica dei contagi ha un comportamento di tipo esponenziale, rispetto al quale, non saranno mai troppe tutte le precauzioni raccomandate dai medici.