Avezzano – La Gielle esce sconfitta dal lungo contenzioso contro il Comune di Avezzano ed è costretta a reindirizzare alle casse comunali, vale a dire alle tasche dei cittadini, circa un milione di euro. Da Palazzo di Città, però, dopo le battaglie, condotte e vinte dall’ex amministrazione Di Pangrazio per riappropriarsi delle somme, fa sapere l’opposizione, “Tutto tace”, ed è su questo tema che oggi arriva l’interrogazione indirizzata al Presidente del consiglio comunale a firma di Roberto Verdecchia e Domenico Di Berardino, esponenti del Partito Democratico nella coalizione Di Pangrazio.
La storia – La vicenda nasce da lontano ma vi si rintraccia qualche nome attualissimo: in primis, balza all’occhio quello dell’avvocato Capponi, difensore della Gielle sas ma anche dell’Amministrazione De Angelis nell’ormai famigerata questione dell’anatra zoppa – una circostanza che non è sfuggita agli interroganti, e non solo. La controversia, che vedeva protagonisti il Comune di Avezzano e la Gielle sas, nasceva da fatti risalenti al 1984. In quell’anno l’Ente Fucino, con rogito notarile, cedette al Comune di Avezzano alcuni beni, capannoni e terreni circostanti, siti in via Nuova, in uso alla società Gielle, con l’impegno di riconoscere alla Società migliorie per 950 milioni.
Dopo una lunga serie di contenziosi, la Corte d’Appello dell’Aquila, con una sentenza shock, aveva condannato il Comune di Avezzano a pagare circa 806mila euro di danni. Sentenza strenuamente contestata dall’amministrazione, che aveva promesso battaglia contro “Una sentenza assurda – come l’aveva definita l’allora sindaco Gianni Di Pangrazio – che, per una serie di incredibili vicissitudini e leggerezze interpretative, a distanza di ben 27 anni si abbatte sulle casse del Comune e, quindi, sulle tasche dei cittadini”. Tra le azioni messe in atto dal Comune, l’impugnazione degli atti dell’allora Carispaq che, malgrado il diniego dell’Ente, intenzionato a ricorrere in Cassazione, aveva effettuato il pagamento ‘improprio’ alla Gielle; il Consiglio comunale, nel 2013, aveva dichiarato non riconoscibile la legittimità del debito fuori bilancio, e aveva dato mandato alla Giunta di intraprendere le necessarie misure a tutela degli interessi del Comune. La Corte Suprema di Cassazione, sezione terza civile, accogliendo in pieno la tesi difensiva, aveva cassato senza rinvio le sentenze di merito nella controversia, annullando le sentenze del Tribunale di Avezzano e della Corte d’Appello di L’Aquila, quest’ultima anche in sede di revocazione, stabilendo che i diritti vantati dalla Gielle nei confronti del Comune di Avezzano erano inesistenti. La Cassazione, inoltre, aveva seccamente censurato in toto entrambe le sentenze di merito. Battaglia vinta e approdata ai giorni nostri con la possibilità, per il Comune, di recuperare – o tentare di recuperare – nella misura che si dovrà determinare, un tesoretto: sul piatto, in totale, 1.014.336,80 euro.
L’interrogazione a firma dei due Consiglieri di opposizione è secca: l’amministrazione intende procedere per recuperare per intero le somme di 949.355.70 e di 64.981,10 e in che modo, anche qualora la società, in liquidazione, dovesse dare risposta negativa? E come mai dopo la lettera di messa in mora dell’1 giugno 2017 da parte dell’Amministrazione, non si è proceduto, fatto salvo il ricorso sommario depositato in data 19 gennaio 2018, visto che la sentenza della suprema Corte di Cassazione era stata comunicata all’Amministrazione e già oggetto di discussione in data 22 novembre 2017? L’Amministrazione è chiamata a rispondere all’interrogazione in sede di Consiglio comunale. Una seduta sulla quale, siamo certi, si appunterà la massima attenzione da parte della cittadinanza.